Sperlonga / Hotel Grotta di Tiberio: cambia la società di gestione e scoppia la bufera

Cronaca Sperlonga

SPERLONGA – Un nuovo clamoroso capitolo è stato scritto in questi giorni sull’infinita querelle tecnico-amministrativa e giudiziaria relativa all’ “Hotel Grotta di Tiberio” che agli inizi di febbraio una clamorosa sentenza del Consiglio di Stato, alla luce di una serie di irregolarità ed illegittimità urbanistiche (era stata confermata la revoca dei titoli autorizzativi e concessori da parte del comune di Sperlonga), era stato definito suscettibile di demolizione o di acquisizione al patrimonio inalienabile del comune. A vestire – a quanto pare con successo – i panni di Sherlock Holmes il partito Democratico avrebbe fatto una significativa rivelazione all’indomani della decisione della proprietà della struttura ricettiva (il suocero del sindaco Armando Cusani) di impugnare in Cassazione la durissima sentenza dei giudici di Palazzo Spada.

Secondo il Pd sarebbe cambiata la società di gestione dell’albergo nella vincolata area tra la strada regionale Flacca ed il litorale di levante di Sperlonga: ha un capitale sociale 10mila euro ed è stata intestata “per metà a persona molto vicina al Sindaco, e l’altra metà è a persona con lui convivente”.

Il Pd è durissimo su questo versante quando sostiene che si tratta di “una trovata ridicola e pedestre in quanto non era abusiva la società di gestione ma è abusivo l’Hotel che la società gestiva. Ora quel clamoroso conflitto di interessi di cui il sindaco Cusani si era (almeno apparentemente) liberato anni fa vendendo al suocero la propria quota del 50% della proprietà per un valore grosso modo pari a quello di una bicicletta con pedalata assistita, torna ora in primo piano e più ingombrante che mai”. Nei giorni scorsi, contemporaneamente alla presentazione del ricorso in Cassazione della proprietà dell’hotel Grotta di Tiberio, la stessa veniva raggiunta da una sanzione pecuniaria di 20mila euro da parte della neo dirigente della ripartizione tecnica del comune, l’avvocato Vittoria Maggiarra, per la mancata esecuzione dell’ormai famosa del Consiglio di Stato che, emessa lo scorso novembre, è stata notificata al comune e alle parti il 5 febbraio 2024.

Il direttivo Dem di Sperlonga non utilizza mezze misure per ricordare come a Sperlonga “la vela della legalità continua a restare immobile nella palude stagnante dei sotterfugi, degli inganni e delle omissioni, sapientemente dosate e arrogantemente esposte agli sguardi disorientati dei cittadini”. I Dem, che aveva già criticato la scelta dell’albergo di riaprire i battenti in vista della stagione turistica 2024 prima ancora che la sua proprietà impugnasse in Cassazione la sentenza del Consiglio di Stato, avevano messo nel conto che qualcosa, anche per quanto riguarda la parte gestionale della rinomata ma discussa struttura, potesse da un momento all’altro cambiare.

Era facile prevedere che altri colpi di scena avrebbero ulteriormente rimpolpato la trama dell’interminabile telenovela sull’Hotel Grotta di Tiberio, che la sentenza del Consiglio di Stato n 1188/2024 ha dichiarato totalmente abusivo. L’Hotel – che dovrebbe essere abbattuto o, in assenza di demolizione, acquisito alla proprietà immobiliare del Comune, continua a svolgere tranquillamente la sua attività grazie all’inerzia e alle omissioni del Comune amministrato dal sindaco che lo ha costruito in società con il suocero. L’Ufficio Tecnico del Comune, avendo preso atto del mancato abbattimento della struttura da parte della proprietà, ha proceduto, come di legge, a irrorare la multa di 20 mila euro, ma – forse per distrazione, forse per eccesso di timidezza – non ha provveduto all’immediata registrazione presso l’Ufficio del Registro dell’acquisizione della proprietà. Un’inerzia non giustificabile nemmeno tenendo conto del ricorso “farlocco” presentato dalla Proprietà alla Corte di Cassazione, giacché il ricorso non sospende l’esecuzione della sentenza. A sua volta il Suap ( lo Sportello Unico Attività Produttive) ha ritirato, come di legge, le autorizzazioni commerciali, ma la proprietà ha creduto di parare il colpo dando vita ad una nuova società di gestione”.

Il Pd è spietato quando chiama in causa i poteri sostitutivi di Prefettura e della Regione Lazio: “Le ragioni per le quali il vento della legalità non soffia sull’Hotel Grotta di Tiberio non vanno cercate soltanto nella protervia dei proprietari e nell’inerzia di qualche dirigente comunale – conclude una nota durissima del consiglio direttivo del Pd di Sperlonga – Lo sguardo va allargato fino a Latina, dove al Prefetto e alla Regione la legge dà la possibilità di intervenire avocando a sé i poteri del Comune. E invece… le stelle stanno a guardare”.