Minturno / Tutela del verde pubblico, il programma del Movimento 5 Stelle

Ambiente Minturno Politica

MINTURNO – Il Movimento 5 Stelle di Minturno illustra il proprio programma in merito al Piano del Verde Urbano contro la “capitozzatura” e per la tutela del verde pubblico. Di seguito la nota stampa di Rocco Schena, candidato consigliere Movimento 5 Stelle di Minturno.

Racconto di un Platano: “Salve, sono un platano e vivo, o, sarebbe il caso di dire, vivevo tranquillo a Marina di Minturno ed essendo bello alto, godevo di una vista meravigliosa del mare. E’ arrivata la primavera e, come ogni anno, mi accingevo a germogliare le mie belle foglioline tenere e già pregustavo l’arrivo degli uccellini sui miei rami frondosi. Ma l’altra mattina, ahimè, sono stato svegliato non dal delicato cinguettio degli uccellini, ma da un rumore terribile di motoseghe, che in men che non si dica mi hanno trasformato in un palo. Non mi hanno lasciato neanche un ramo. Sono diventato più basso non vedo più il mare e gli uccellini dove potranno mai posarsi? Prima di lasciarvi voglio dire che per molto tempo non farò altro che chiedermi: ‘perché mi hanno fatto questo?’ E visto che sono un albero e non mi intendo di “affari” degli uomini, non troverò mai una risposta.” Queste sono le parole scritte con il cuore da una nostra cittadina sulla propria pagina Facebook.

Rocco Schena
Rocco Schena

Coloro a cui sta a cuore il verde di questo paese chiedono le risposte che il platano non avrà mai agli esperti di questi scempi perpetrati in diverse vie del nostro comune: chi e perché ordina ciò? In base a quali competenze? Come mai queste decapitazioni vengono fatte a marzo quando il periodo della potatura (di certo non di questo tipo) è ben altro? Questo è il decoro urbano e il rispetto del verde tanto decantato?

Probabilmente non arriveranno risposte, perciò qualcuna la diamo noi. Premettiamo che può sembrare che ci si stia occupando di un argomento futile e marginale, ma non è così, neanche per chi sottovaluta l’importanza del discorso ecologico e preferisce prestare più attenzione ai problemi con risvolti economici: pare strano, ma anche la capitozzatura comporta problemi economici.

Ci sono almeno 4 buone ragioni per non capitozzare gli alberi.
1. Non funziona. Se lo scopo è ridurre le dimensioni dell’albero, è bene sapere che un albero, dopo la capitozzatura, aumenta il tasso di crescita, nel tentativo di rimpiazzare rapidamente le foglie perdute, necessarie per la fotosintesi. Unica possibile eccezione, è che la salute dell’albero sia talmente compromessa da non lasciargli la forza necessaria a riprendersi. L’albero cioè sta morendo!
2. Non è economica. Un albero capitozzato deve essere “fatto e rifatto” in breve lasso di tempo: i numerosi germogli lunghi e magri (chiamati succhioni) crescono rapidamente e dovranno essere tagliati e ritagliati, ma ricresceranno sempre l’anno successivo, rendendo il lavoro più frequente e difficile. Una potatura corretta esalta la salute e la bellezza dell’albero e, nel lungo termine, risulta essere molto meno costosa. Nel caso, invece, in cui l’albero muoia, si dovrà procedere all’abbattimento, con tutti i costi di questa manovra e del relativo smaltimento.
3. E’ brutta. Branche e rami appena tagliati ricordano moncherini di gambe o braccia amputate. E questo è solo il primo pugno nell’occhio; il peggio arriva con la successiva ricrescita di succhioni dritti, intricati, brutti. La naturale bellezza della chioma di un albero dipende dal regolare dividersi di branche e rami e può essere distrutta per sempre in un paio d’ore. Vogliamo essere un paese turistico, vero? E saranno belle delle cartoline virtuali sul web raffiguranti file di alberi martoriati in primo piano e sullo sfondo dei rosseggianti tramonti sul mare? Pensiamo proprio di no.
4. E’ pericolosa. In alcuni regolamenti comunali la capitozzatura è vietata perché possibile fattore di rischio per la cittadinanza, poiché i nuovi rami saranno debolmente inseriti e facilmente potranno spezzarsi per il vento (o il carico della neve, dove nevica) anche molti anni dopo, quando sono ormai diventati grandi e pesanti. Inoltre, la densa ricrescita di succhioni renderà la chioma molto pesante e molto meno permeabile ai venti e questo aumenta la possibilità di schianti per l’”effetto vela”.

Anche chi non ha a cuore le tematiche ambientali, quindi, può facilmente rilevare che, mentre in Europa il verde rappresenta una delle leve strategiche per la qualità della vita nelle aree urbane, nel nostro paese esso assume un ruolo marginale per la qualità della vita dei cittadini: gli strumenti di pianificazione, soprattutto a livello comunale, lo considerano un elemento trascurabile nei processi di programmazione territoriale.

Uno strumento innovativo per invertire questa tendenza, ancora poco utilizzato dai nostri comuni, è il Piano del Verde Urbano. Considerando che numerose sono le funzioni della “forestazione urbana” (da quella ecologica, ambientale a quella igienico – sanitaria e protettiva, da quella sociale e ricreativa, a quella culturale e didattica e non da ultima, quella economica, basti pensare al più alto valore che assumono le costruzioni realizzate in aree a verde), il MoVimento 5 Stelle ritiene che il Piano del Verde Urbano, se adottato, rappresenti uno strumento strategico per la realizzazione di una struttura verde articolata e composita, capace di mitigare l’impatto ambientale dell’attività cittadina sul territorio, garantire un più razionale uso delle risorse e valorizzare il territorio.

Con tale piano è possibile avere un quadro consociativo del verde, attraverso il censimento del patrimonio arboreo e arbustivo. Tale conoscenza rappresenta il primo momento per la redazione del piano, e ciò può avvenire in vari modi e a costi ridotti, per esempio avvalendosi di convenzioni con le Facoltà di Agraria o anche di associazioni di volontari. Con il censimento è possibile affrontare nel modo più corretto il controllo dello stato fitosanitario della vegetazione, la pianificazione di nuovi impianti, la programmazione degli interventi di manutenzione del verde e non da ultimo i rapporti tra l’Amministrazione e i cittadini.

Secondo il programma del MoVimento 5 Stelle Minturno, il Piano del Verde Urbano dovrà dare applicazione anche alla L. 113/92 (che prevede la piantumazione di un albero per ogni neonato del comune) e a interventi di educazione e sensibilizzazione alle tematiche ambientali.

Uno studio condotto dall’ISPRA dimostra che il Piano del Verde è presente solo nel 29,2% delle città analizzate
Nonostante ciò e anche se la legge 10/13 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” non abbia reso obbligatoria la redazione del Piano del Verde e del regolamento del verde, per la sensibilità del MoVimento 5 Stelle risulta assolutamente necessaria l’adozione di strumenti di pianificazione ambientale, insieme all’inserimento negli atti di pianificazione e gestione del territorio dei principi della Convenzione europea sul paesaggio, per attuare per la promozione e la salvaguardia dei paesaggi, riconoscendone la rilevanza culturale, ambientale, sociale e storica quale elemento fondamentale per la qualità della vita delle popolazioni.