Itri / Feste private nel Castello, la replica del sindaco Fargiorgio

Itri Politica

ITRI – Tanto rumore per nulla. Il sindaco di Itri Antonio Fargiorgio ha replicato in maniera seccata e velenosa alle severe censure del suo ex assessore alla cultura e vice-sindaco Paola Soscia relativamente alla decisione della Giunta di affittare il castello medioevale a privati per ospitarvi eventi e feste dopo aver chiesto, a più riprese, la pubblicazione di un bando per la gestione pubblica della storica struttura e del museo del brigantaggio. Fargiorgio avrebbe voluto rimanere in silenzio ma – esordisce – sulla rete rischia di essere frainteso. Il primo cittadino replica alla professoressa Soscia “senza timori di sorta” e specifica che l’autorizzazione a far svolgere sabato scorso una festa privata nel castello medioevale è “contemplata dalla delibera di Giunta Comunale numero 45 del 14 marzo scorso oltre a trovare la sua ragion d’essere in prassi ampiamente consolidate nel passato ed ugualmente supportate da precise deliberazioni amministrative. Ciò che più sconcerta tuttavia, è che non dovrebbe essere sfuggito ai lettori particolarmente attenti alle questioni legate alla tutela della privacy, è l’utilizzo e la diffusione di foto che ritraevano spazi di una festa privata, non accessibile appunto al pubblico”.

Sul piano politico il sindaco di Itri respinge al mittente, definendole “strane”, alcune accuse lanciate all’indirizzo dell’amministrazione comunale: “Innanzitutto, la decisione di riaprire il Castello a feste private è un’opportunità che non esclude la ferma e decisa volontà dell’Amministrazione di avviare percorsi ed utilizzi culturali. L’una via non elimina l’altra, ci mancherebbe altro. Forse non abbiamo una visione elitaria dei nostri gioielli, ma ci piace che essi non siano considerati quali cattedrali nel deserto; la fruizione resa possibile ad una platea allargata di utenti, nel rispetto di regole stringenti, ne implementa il valore e la funzione. Non ci siamo scandalizzati, in passato, dinanzi a manifestazioni poco ortodosse tenutesi all’interno del Castello, da altri volute ed organizzate; non vediamo le ragioni per scandalizzarsi oggi. Non stiamo mercificando quello che è il nostro sito culturale per eccellenza, l’utilizzo di simili strutture per eventi privati (concerti, matrimoni, catering …) è elemento comune ad altre storiche ed ugualmente importanti location (l’elenco sarebbe troppo lungo). Non vogliamo riprodurre l’effigie del Castello su prodotti alimentari e quant’altro… niente è più distante dalla nostra sensibilità e dal nostro modo di essere”.

La professoressa Soscia aveva polemizzato apertamente con il sindaco di Itri affermando come il castello venisse concesso ai privati eludendo la lista d’attesa di talune associazioni culturali: “Nulla di più inesatto! Certo, fa specie che a lanciare simili accuse sia chi – chiaro riferimento all’ex assessore alla cultura del comune di Itri – fino a non più di due mesi fa, in piena ed assoluta libertà ed autonomia, ha gestito i calendari per l’utilizzo di castello e del museo e che ben sa che non sono state mai chieste o impartite “benedizioni” a chicchessia per consentire la fruizione dei due siti. Abbiamo accontentato tutte le associazioni (culturali, musicali, teatrali e gli Uffici preposti ne possono dare conferma), consapevoli del loro ineliminabile ruolo anche sociale e sfidiamo chiunque ad affermare che il Sindaco o qualche altro amministratore abbia precluso a qualcuno la possibilità di utilizzare i due siti. Un’ultima riprova è stata data venerdì scorso – conclude l’avvocato Fargiorgio – soltanto il 6 aprile, infatti, un’associazione ha chiesto di utilizzare il museo per la giornata dell’11 aprile (mercoledì) per la presentazione di un libro. Un lasso di tempo di soli cinque giorni, purtuttavia la struttura è stata prontamente messa a disposizione e non c’è stato bisogno di incensare qualcuno, pagare bollettini o ricevere speciali autorizzazioni. Noi preferiamo parlare con i fatti, non lasciamo spazio a supposizioni o a fantasiose e suggestive”.

Intanto a solidarizzare con l’ex assessore alla cultura di Itri sono gli aderenti, davvero tanti, alla campagna “#iostoconPaola”. Nella vicina Formia il presidente dell’associazione “Terraurunca”, lo storico Daniele Iadicicco, ha lanciato l’hashtag “#paolanextMajor”: “Chiediamo sempre politici disinteressati che facciano realmente il bene della comunità, e quando li troviamo dobbiamo sostenerli, anche mettendoci la faccia. E sapete perché? Perché di solito i politici così vengono fatti fuori. Com’è successo a Paola. Paola Soscia lotta per la cultura, il suo cognome é sinonimo di cultura per me. Perché ha cercato di cambiare le cose, facendo quel che pensava potesse essere il meglio per la sua città, facendo ciò che era più opportuno e non solo legale. Perché sarà pure legale che un’associazione gestisca un bene pubblico per 15 anni, Ma magari oggi non é opportuno senza un giusto confronto. Sarà legale fare una festa con luci cafone in un castello medioevale ma c’è chi grazie a Dio lo reputa non opportuno. Essendo Paola la più votata di Itri bisognava prestarle ascolto e non cacciarla via…”

Saverio Forte