Gaeta / Contraffazione e falso in atto pubblico, assolta la titolare di una macelleria

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GAETA – Si era rivolta ad una persona sbagliata – un commercialista originario di un centro della provincia, sotto processo per analoghi episodi- che le aveva rassicurato che, in cambio di piccole somme di danaro, avrebbe pensato lui ad evitarle di finire protestata. Dopo tre anni – tanto è durato il processo davanti il Tribunale di Cassino – una commerciante titolare di una macelleria di Gaeta, Emanuela Di Giorgio, con una sentenza di assoluzione è riuscita a vedere un po’ di luce da quando, nel settembre 2019, un commercialista di Terra di Lavoro che le aveva suggerito come fare per evitarle l’onta di finire protestata a causa di sette assegni che, per un importo di circa 10mila euro, non era riuscita a garantire la copertura.

I guai per la signora Di Giorgio erano iniziati quando sei anni fa si presentò presso la filiale di Gaeta di un noto istituto di credito consegnando una busta chiusa contenente sette spettanze liberatorie. Le aveva preparate il commercialista tutto fare ma con il trucco: le persone che si erano fittiziamente preposte per aiutare la macellaia di Gaeta erano addirittura alcuni sindaci (in carica all’epoca) e amministratori pubblici di alcuni comuni di cassinate, nonchè dell’Alto Casertano e da due titolari di aziende agricole sempre della provincia di Caserta, che erano ignari firmatari degli assegni consegnati in banca. Che la vicenda fosse destinata a prendere una brutta piega lo capirono i funzionari di banca di Gaeta attraverso sigilli e timbri di comuni della provincia di Frosinone che non avrebbero potuto mai avere a che fare – come si è rivelato – con la commerciante in difficoltà.

I Carabinieri aprirono le indagini e la signora Emanuela finì per essere iscritta sul registro degli indagati con le gravi ipotesi di reato di contraffazione di sigilli della pubblica amministrazione e falso in atto pubblico. Il 24 febbraio 2021 iniziò il processo davanti il giudice monocratico Di Fonzo per poi occuparsene il dottor Giorgio Alessio. A fare il resto, a favore dell’imputata, è stata il suo legale difensore, l’avvocato Simona Amen dello studio legale Cassone di Cassino. Ha presentato al Tribunale una corposa lista testi ma il processo ha conosciuto una svolta, favorevole, per la difesa quando è stato invitato a comparire innumerevoli volte il fantomatico commercialista casertano che, non presentandosi mai in piazza Labriola, è stato dichiarato irreperibile dallo stesso Tribunale di Cassino.

La signora Di Giorgio alla conclusione del processo è stata assolta dal giudice Alessio – la pubblica accusa nella sua requisitoria aveva avanzato l’analoga richiesta – per insufficienza di prove. Ha dimostrato di essere all’oscuro del contenuto della busta sigillata che presentò in banca con le sette quietanze liberatorie firmate da persone – per di più sindaci e funzionari di comuni extra provincia – di cui ignorava l’esistenza e ruoli…