Sperlonga / Area di sosta spiaggia di Bazzano: Comune vince in Appello, ma il parcheggio non c’è!

Cronaca Sperlonga

SPERLONGA – Dopo il danno, anche la beffa. Il comune di Sperlonga ha non pochi motivi di rammaricarsi dopo aver ricevuto una sentenza della seconda sezione penale della Corte d’Appello che ha fatto scorrere i titoli di coda su vicenda tanto inverosimile quanto grottesca a conferma, molte volte, dell’impossibilità di molti enti locali di realizzare opere pubbliche a fronte dello svolgimento di un braccio di ferro, di un’opposizione da parte dei privati. I giudici di secondo grado (presidente Galileo D’Agostino, consiglieri Laura Fortini e Roberto Pilla), riconoscendo la legittimità dell’operato dell’amministrazione comunale, le hanno restituito un vasto terreno che, espropriato ad un privato tra la strada regionale Flacca e la spiaggia di Bazzano, lungo il litorale di levante di Sperlonga, avrebbe dovuto ospitare un’area di sosta (su una superfice di quasi 13mila metri quadrati)grazie ad un finanziamento regionale di un milione e mezzo di euro.

Avrebbe dovuto…perché quest’opera è finita nel cassetto di uno tanti sogni mai realizzati a Sperlonga. La vicenda trova la sua incredibile genesi quando il 12 luglio 2011 il comune emise il decreto di esproprio dell’area al legittimo proprietario. Si instaurò un durissimo contenzioso davanti il Tar prima ed il Consiglio di Stato quando due consiglieri comunali – Joseph Maric ed il neo consigliere di amministrazione di Acqualatina, l’avvocato Tony De Simone – ed il dirigente del settore Lavori Pubblici Massimo Pacini– finirono nei guai nell’atto dell’immissione in possesso dell’area che il comune di Sperlonga aveva correttamente espropria e liquidato. I tre finirono indagati e dovettero subire un processo che con l’ipotesi di reato di concorso in abuso d’ufficio terminò il 13 ottobre 2020 con una sentenza del loro proscioglimento per avvenuta prescrizione ed il “dissequestro e la restituzione di quanto ancora, eventualmente, in sequestro all’avente diritto”. In effetti l’area di Bazzano era stata sequestrata dai Carabinieri Forestali il 3 agosto 2013, 11 anni , su disposizione del Gip del Tribunale di Latina.

Ora a fare definitivamente chiarezza è la sentenza della seconda sezione penale della Corte d’appello che ha deciso diverse cose. Innanzitutto ha confermato la sentenza di proscioglimento nei confronti di Maric, De Simone e Pacini ma soprattutto censura l’operato dei Carabinieri Forestali che avevano erroneamente riconsegnato l’area al precedente proprietario, nel frattempo costituitosi parte civile nel processo d’appello. I giudici sono andati oltre: hanno ordinato che i Carabinieri restituiscano l’area oggetto di esproprio notificato il 28 luglio 2011 al legittimo proprietario, il comune di Sperlonga.

Il motivo? Gli avvisi di esecuzione del decreto d’esproprio “erano stati ritualmente notificati al precedente proprietario …..gli atti di messa in esecuzione sono stati respinti dai competenti giudici con sentenze divenute definitive”. Lo stesso Consiglio di Stato, inoltre, con la sentenza numero 4948 del 29 ottobre 2015, nove anni fa, aveva riconosciuto la sussistenza di “un provvedimento oblatorio, valido ed efficace del quale il comune di Sperlonga ha acquisito la disponiblità ed il possesso dei suoliu dagli appellanti e aveva proceduto alla loro recinzione”. E con quale amara considerazione: davanti a questo infinito ginepraio giuridico il comune di Sperlonga ha perso il finanziamento regionale di un milione e mezzo di euro e i bagnanti frequentanti la spiaggia di Bazzano dovranno attendere chissà ancora per quando un’area sosta. Incredibile ma vero…