Formia / La crisi idrica è un caso nazionale, bloccate le tre strade di collegamento (foto)

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FORMIA – Diversi turisti, in partenza e in arrivo, hanno pensato ad un allarme terrorismo quando hanno visto sbarrati gli ingressi della stazione ferroviaria di Formia presidiati da Carabinieri, agenti del Commissariato e della Polfer. Ma l’Isis non c’entrava nulla per fortuna. Quello sbarramento è stato istituito, forse per zelo e prevenzione, dalla possibile ed imminente occupazione dei binari della rete ferrata Roma Napoli da un consistente gruppo di cittadini di Formia, sempre più inferociti per la carenza idrica che sta piegando la città e l’intero Golfo. I manifestanti, giunti nel piazzale IV Novembre poco prima delle 17, erano in numero maggiore rispetto a quelli che avevano bloccato martedì sera la strada Litoranea, la loro rabbia non è stata affatto lenita da un timido aumento in mattinata della pressione del flusso idrico e dalla promessa, fatta e riconfermata dal Comune e da Acqualatina, riguardo all’attivazione del nuovo campo pozzi in località “25 Ponti” entro il 15 settembre. I cittadini, guardati a vista anche da diversi Carabinieri e agenti di Polizia in borghese, hanno deciso così di desistere per non incorrere nei reati di interruzione di pubblico servizio e di blocco del traffico ferroviario nazionale.

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A questo punto il programma dei manifestanti è cambiato, il corteo si è snodato, attraverso la sottostante via Divisione Julia, in direzione del palazzo comunale. L’obiettivo richiesto era avere un crono-programma “certo”, magari da renderlo noto su un manifesto murale, sull’interruzione del flusso idrico in tutti i quartieri di Formia dopo l’ultima comunicazione dell’ente gestore circa l’ulteriore abbassamento delle falde acquifere della sorgente spignese di Capodacqua. Ma il Comune era chiuso e la politica, a differenza di martedì sera, era assente ad un corteo che si è diretto, attraverso via Vitruvio e via Colombo, di nuovo sulla strada regionale Litoranea, bloccata all’altezza della rotonda di Molo Vespucci. Si sono registrati ancora momenti di tensione nel corso di una manifestazione che avrebbe richiesto una partecipazione maggiore se qualche cittadino non avesse deciso di rimanere incuriosito spettatore dietro qualche finestra. La manifestazione, che potrebbe essere ripetuta sabato o domenica pomeriggio in occasione del rientro del traffico balneare dalle vicine Gaeta e Sperlonga, si è conclusa con l’accensione di un fumogeno in via Vitruvio, paralizzata insieme alle altre arterie del centro urbano mentre code chilometriche si creavano inevitabilmente dal versante di Gaeta e Itri e di Scauri a conclusione di un’altra giornata di passione. La politica – come detto – non sembra più occuparsi di questa questione “sensibile” della carenza idrica. L’unica eccezione è rappresentata dal meetup cittadino del Movimento Cinque stelle che di nuovo fa salire sul banco degli imputati il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo: “Istintivamente ci verrebbe voglia di chiedere per l’ennesima volta le dimissioni di un sindaco che di fronte ad un simile disastro ninsiste a formulare promesse e rassicurazioni, ma che crediamo sia conscio non potrà mai mantenere. Sarebbe troppo comodo però, a questo punto, lasciare e sottrarsi alle responsabilità. Questo sindaco con tutta la Giunta ed il Consiglio Comunale devono rimanere in carica per rispondere politicamente della loro incapacità. Tuttavia, la situazione sta sfuggendo ormai di mano ai sindaci ed è tutta nelle mani di un gestore che a quanto pare dopo aver dimostrato incompetenza ed incapacità gestionale, con la connivenza della Regione che dichiarando lo stato di calamità lo esclude di fatto da qualsiasi responsabilità, continua con arroganza e sfuggendo totalmente al controllo pubblico, a fare il bello ed il cattivo tempo, inseguendo il business legato al servizio idrico, chiedendo ed ottenendo nuovi fondi per ricerche e interventi strutturali che avrebbe già dovuto eseguire da anni!”. Il movimento grillino ha considerato “indispensabile” l’intervento del Prefetto di Latina Pierluigi Faloni come già richiesto nelle fasi iniziali di questa crisi e, per l’immediato, ha avanzato un “pacchetto” di proposte”. Spicca innanzitutto la costituzione di un’unità di crisi, per il coordinamento delle iniziative sull’intero territorio del Sud Pontino. E poi l’immediata disponibilità di un numero di autobotti sufficiente per l’approvvigionamento anche fuori provincia e regione di un quantitativo di acqua sufficiente per ripristinare un minimo di normalità nell’erogazione del flusso idrico, con costi a carico del gestore inadempiente; l’adozione di un Numero Verde per l’erogazione dei servizi sostitutivi e la possibilità di intervento gratuito a domicilio per i cittadini disagiati e, perché no, il coinvolgimento della Protezione civile regionale e, qualora occorra, dei mezzi dell’Esercito”.

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(Articolo di Saverio Forte, foto di copertina e fotogallery nel testo di Antonello Fronzuto)