Formia / Bomba a Rio Fresco, attesa per il vertice in Prefettura: possibile evacuazione dell’area

Cronaca Formia Top News

FORMIA – L’obiettivo, al momento, è uno soltanto: non creare facili allarmismi ma il rischio è fondato. A Formia potrebbe essere riproposta una maxi evacuazione di cittadini sulla falsa riga di quanto avvenne nel maggio 2005 quando il ritrovamento in via Pasquale Testa, a ridosso del quartiere di Castellone e della ferroviaria Roma-Napoli, di un residuato bellico della seconda guerra mondiale provocò la “chiusura” della città per una settimana con lo sgombero di 10mila persone. Questo provvedimento, seppur con dimensioni leggermente ridotte, potrebbe essere adottato nelle prossime ore dalla speciale “task force” istituita presso la Prefettura di Latina dopo il rinvenimento di una bomba di fabbricazione inglese, lunga circa un metro, in un cantiere edile aperto da un privato nel quartiere di Rio Fresco Scacciagalline.

Dopo le prime risultanze tecniche degli artificieri dell’esercito e del Genio militare di Caserta, che per ovvi motivi di sicurezza hanno “incapsulato” l’ordine bellico, la Prefettura dovrà decidere quando far brillare e rimuovere il residuato della seconda guerra mondiale. Lo farà alla presenza del sindaco e delegata alla protezione civile Paola Villa e della dirigente della Polizia locale di Rosanna Picano che stanno mettendo a punto un piano che preveda l’evacuazione della popolazione residente in un raggio d’azione che va dai 1800 ai 2000 metri rispetto al luogo in cui è comparsa, dopo 75 anni esatti, la bomba dell’aviazione inglese.

Vi stanno lavorando i tecnici e i funzionari dell’area tecnica e anagrafica per quantificare quante persone dovranno essere evacuate e dove dovranno essere sistemate durante le operazioni di disinnesco dell’ordigno bellico. Non mancano alcune criticità, la più importante della quale è l’ospedale “Dono Svizzero” che insiste in questa “zona rossa” in fase di istituzione.

Saverio Forte