Ci risiamo. Segnalata l’ennesimo tentativo di truffa ai danni degli italiani. Stavolta ci è andata di mezzo (suo malgrado) l’Agenzia delle Entrate
Talmente diffusi e continui che non si fa tempo ad aggiornare l’elenco dei tentativi di truffa in atto ai danni degli italiani.

Mail, SMS, telefonate, messaggi che arrivano da mittenti sconosciuti sui social network, i truffatori sono ormai ovunque e utilizzano tecniche ormai affinate per ingannare le vittime con l’obiettivo di estorcergli denaro e altre informazioni sensibili. Tentativi di truffa che hanno maggiori chance di concretizzarsi se vengono messi in atto con comunicazioni fraudolente provenienti da enti pubblici o banche, create artatamente per mettere pressione ai destinatari e spingerli a compiere un gesto davvero rischioso.
Ha esattamente queste caratteristiche, l’ultimo tentativo di frode attuato tramite messaggi mail contenenti una comunicazione dell’Agenzia delle Entrate su un presunto (e inesistente) rimborso fiscale che l’utente può riscuotere se completa la procedura richiesta. Lo schema del raggiro è sempre lo stesso e ve lo spieghiamo di seguito.
Attenzione al falso rimborso dell’Agenzia delle Entrate: è una truffa
Come conferma quifinanza.it, la falsa mail dell’Agenzia delle Entrate contiene un link che reindirizza a un’altra pagina. Chi lo clicca si ritrova in una schermata dove può selezionare il proprio istituto bancario per confermare l’accredito del rimborso. E’ in questo momento che la truffa si concretizza. Ignaro di essere vittima di un raggiro, l’utente seleziona dapprima la banca di riferimento poi prosegue inserendo, laddove richiesto, le credenziali del proprio home banking.
Convinto di ricevere i soldi, in realtà l’utente sta consegnando i propri dati (pin, codici di accesso di conti corrente e carte di credito/prepagate) a un bot controllato dai truffatori/hacker che poi possono disporne con gli effetti che potete immaginare. Rilasciando le credenziali e altri dati bancari riservati, di fatto, la vittima mette nelle mani dei malviventi conti e carte personali che possono essere svuotati in un attimo con bonifici e prelievi.
Il dramma non è ancora finito. Qualora i soldi spariscano (come probabile) riottenerli non sarà facile. La denuncia della truffa, infatti, non può essere sufficiente per avere un rimborso dalla banca che non è tenuta a rinfondere i soldi indebitamente prelevati se è stato l’utente a cedere volontariamente i propri dati d’accesso.
Proprio per la pericolosità di questo tentativo di truffa in atto, l’Agenzia delle Entrata è stata costretto a intervenire con un avviso pubblicato sul suo portale in data 7 novembre con il quale mette in guardia gli utenti a non cliccare sui link tracciati presenti nelle false comunicazioni e a non fornire in alcun modo informazioni e dati personali riservati. L’ADE – lo ricordiamo – non invia mai comunicazioni via mail ai contribuenti in cui si richiede l’inserimento di dati su conti correnti e carte di credito.





