Bisognerà aspettare altri 5 mesi: i rimborsi sono in grave ritardo

Grande apprensione per i rimborsi Irpef che non arrivano, cresce l’ansia tra gli italiani: ecco come stanno le cose

Purtroppo, tra i cittadini italiani, ci sono tantissimi contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi e sono ancora in attesa di incassare il rimborso Irpef. La vicenda sta generando molta apprensione tra la persone interessate, che giustamente si chiedono: c’è qualcosa che impedisce l’erogazione? In quanto tempo si risolverà la questione? O c’è il rischio di perdere i soldi?

Una signora si appresta ad entrare in una sede di Poste Italiane
Bisognerà aspettare altri 5 mesi: i rimborsi sono in grave ritardo (Foto Ansa) – Temporeale.info

Innanzitutto, è doveroso sottolineare che i rimborsi Irpef spettano alle persone che hanno pagato imposte sui redditi in eccesso rispetto a quelle che avrebbe dovuto realmente versare. Il diritto a ricevere tali crediti spetta a tutti i contribuenti, a prescindere se siano lavoratori dipendenti o autonomi, oppure dei pensionati.

Generalmente, il rimborso Irpef spetta quando:

  • Il contribuente ha diritto a delle detrazioni fiscali per le spese mediche, per un mutuo, per un figlio a carico o per gli altri casi previsti dalla normativa;
  • Il contribuente ha diritto a delle deduzioni sul reddito imponibile, come possono essere quelle sui contributi previdenziali;
  • Sono state effettuate delle ritenute Irpef in busta paga o sulla pensione troppo alte;
    gli acconti versati sono troppo alti rispetto al saldo dovuto.

Rimborsi Irpef, ritardi dovuti ai controlli: tutti i dettagli e le informazioni utili

Detto ciò, torniamo al tema dei ritardi. Il motivo per il quale il rimborso non è ancora arrivato risiede in alcuni controlli che l’Agenzia delle Entrate può riservarsi di effettuare. Due le tipologie: le verifiche automatizzate e quelle formali.

Nel primo caso, i controlli sono regolamentati dall’articolo 36-ter del Dpr n. 1600/1974 e vengono effettuati nel momento in cui si riscontrano:

  • Delle incoerenze tra i dati che il contribuente ha dichiarato e quelli che sono in possesso dell’Agenzia delle Entrate;
  • Il rimborso dovesse risultare superiore a 4.000 euro quando nella dichiarazione dei redditi vengono indicati dei familiari a carico o altri crediti indicati.

Nel secondo caso, invece, i controlli vengono effettuati nel momento in cui la dichiarazione dei redditi presenta degli errori o non sono stati allegati gli opportuni documenti giustificativi. A questo punto l’Agenzia delle Entrate chiede tutta la documentazione necessaria, generalmente avvisando il contribuente tramite una Pec, una raccomandata A/R o una comunicazione sull’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate. Il rimborso rimane bloccato fino a quando non vengono effettuate tutte le verifiche che la situazione richiede.

Esterno della sede centrale dell'Agenzia delle Entrate
Rimborsi Irpef, ritardi dovuti ai controlli: tutti i dettagli e le informazioni utili (Foto Ansa) – Temporeale.info

C’è però anche una terza ragione per la quale ancora potrebbe ancora non essere arrivato il rimborso Irpef. Nel 2025 è entrata in vigore un’altra novità molto importante introdotta da Decreto Legislativo n. 110/2024: nel caso in cui i contribuenti dovessero avere dei debiti fiscali, non ricevono in automatico il rimborso Irpef. Nel dettaglio, la normativa prevede che se una persona deve al fisco importi superiori a 500 euro, l’Agenzia delle Entrate può sospendere il rimborso e utilizzarlo in compensazione fino a concorrenza del debito.

In sintesi, nel caso in cui il contribuente dovesse avere dei debiti iscritti a ruolo (Iva, Imu, Tari o anche multe per le infrazioni stradali), il rimborso Irpef viene congelato. In queste circostanze, l’Agenzia delle Entrate rima di erogare il rimborso formula una proposta di compensazione al contribuente, che ha tempo 60 giorni per decidere di se aderire alla proposta o meno.

Se aderisce, il credito Irpef viene utilizzato per estinguere i debiti pregressi e verrà accreditato solo il residuo al contribuente. Se quest’ultimo rifiuta, il rimborso viene sospeso fino al 31 dicembre dell’anno successivo. Nel frattempo l’Agenzia delle Entrate Riscossione avvia le pratiche per recuperare i crediti in maniera coattiva.

Rimborso Irpef tra 5 mesi (marzo 2026)

In chiusura, segnaliamo inoltre che un altro ritardo riguarda coloro che hanno presentato la dichiarazione dei redditi oltre il termine del 20 giugno o hanno diritto a un rimborso superiore a 4.000 euro. Anche in questo caso, l’Agenzia delle Entrare è tenuta a effettuare verifiche dettagliate per accertarsi della correttezza dei dati prima di procedere all’accredito. Il rimborso verrà quindi erogato non prima di marzo 2026, con un ritardo che riguarda sia chi ha un sostituto d’imposta sia chi ha trasmesso il modello in autonomia o tramite CAF o intermediari.

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