Il rapporto tra genitori e un figlio spesso può generare acredine, forse al limite dell’esagerazione. Ora però bisogna stare attenti.
Mandare avanti una famiglia non è mai semplice e non parliamo solo esclusivamente di contributi dal punto di vista economico. Oggi giorno i rapporti tra un padre (o una madre) ed un figlio sono davvero difficili da gestire, il cambio generazionale ha generato una situazione di limbo e non è mai semplice controllare tutto, specialmente con le nuove generazioni che affrontano dinamiche complicate.

Sentiamo ogni giorno di liti tra genitori e figli, tra fratelli e in generale tra parenti e ormai nel 2025 è davvero una situazione ingestibile e che spesso purtroppo sfocia in problemi oltre ogni situazione. Abbiamo ascoltato ad esempio recentemente la storia di un padre che insultava la figlia per il suo peso, ma è solo ultimo esempio di situazioni al limite, c’è chi poi arriva a reagire e chi invece decide di restare impassibile dinanzi a tutto ciò.
Negli ultimi giorni la Corte di Cassazione ha confermato una condanna per un padre reo di aver insultato in maniera esagerata il proprio figlio. Stiamo parlando della sentenza n.30780, una sentenza che stabilisce che i maltrattamenti in famiglia non avvengono solo mediante delle pesanti percosse o gesti in generale violenti ma anche mediante frasi denigratorie e di disprezzo. Una sentenza storica e che cambia sicuramente le dinamiche nel rapporto tra padre e figlio.
La sentenza parla chiaro, cosa succede nel rapporto padre e figlio
Ci sono vari esempi che possiamo prendere in considerazione ma in questo caso c’è una situazione specifica che prende di mira il rapporto tra un padre e la figlia adolescente. L’uomo insultava più volte al giorno la ragazza, dicendole frase piuttosto gravi inerenti in particolare al suo aspetto fisico. L’uomo diceva costantemente: ‘Cicciona, fai schifo. Susciti repulsione in me e in chi ti guarda’.

Questi sono solo alcuni dei messaggi che costantemente l’uomo diceva alla donna, spesso esagerando e con un atteggiamento davvero al limite. Frasi sgradevoli e un clima familiare drammatico con la ragazza che negli anni è rimasta traumatizzata e cosi l’uomo è stato condannato per maltrattamenti all’interno della famiglia.
Ai sensi dell’art. 572 l’uomo è stato condannato per le frasi offensive e gratuite nei confronti della figlia, minore che è stata turbata in tutta la sua infanzia. Condanna per manifestazione di un evidente disprezzo e a nulle sono valse le ‘scuse’ del padre che alla fine è stato punito. Una sentenza storica e che di fondo cambia le dinamiche tra genitore e figlio.