Dal 1 gennaio 2026 entrerà in vigore una norma che riguarda il pubblico impiego. Ecco cosa può accadere a chi ha debiti con il Fisco
Occorrerà attendere altri due mesi per un nuovo periodo di tregua fiscale. Come accaduto già ad agosto, dal 1 al 31 dicembre 2025, l’Agenzia delle Entrate sospenderà gli invii delle comunicazioni ai contribuenti concernenti gli esiti dei controlli automatizzati e formali sulle dichiarazioni con l’invito a sanare eventuali irregolarità.

Tregua che si interromperà con l’inizio del nuovo anno quando entrerà in vigore anche una nuova normativa fiscale che riguarderà, nello specifico, i dipendenti pubblici e più in particolare quelli che hanno pendenze con il Fisco. Stando ai dati allegati all’ultima Legge di Bilancio – e riportati da Fanpage – circa 250.000 dipendenti statali hanno debiti con l’erario superiori ai 5.000 euro. Ebbene, una buona parte di costoro rientrerà in quello che può essere considerato a tutti gli effetti un nuovo sistema di recupero crediti dello Stato che va a colpire direttamente alla fonte ovvero lo stipendio percepito.
Dipendenti Pubblici e blocco dello stipendio: cosa accade da Gennaio
Essenzialmente, con la nuova misura in vigore dal 1° gennaio, è stato stabilito che una quota dello stipendio sarà trattenuta automaticamente per quei dipendenti pubblici che hanno cartelle esattoriali non pagate per almeno 5.000 euro. Le trattenute non riguarderanno tutti gli statali che devono regolarizzare la loro posizione con il Fisco. Il blocco scatterà infatti solo per chi percepisce uno stipendio mensile netto di 2.500 euro, dunque una platea di circa 30.000 potenziali interessati.
E come avverranno le trattenute ? In pratica, ogni volta che l’amministrazione erogherà la busta paga ci sarà un controllo incrociato con la banca dati dell’Agenzia delle Entrate per verificare se il dipendente deve saldare pendenze tributarie. Se il check darà esito positivo, si procederà con la prima trattenuta diretta che non potrà superare un settimo della retribuzione mensile. Il prelievo proseguirà fino a che il debito non si estinguerà e la cartella esattoriale sarà definitivamente saldata.

Il nuovo sistema meccanismo rientra nella strategia di rafforzamento della lotta all’evasione fiscale. Finora, la normativa di riferimento consentiva alla Pubblica Amministrazione di sospendere i pagamenti dovuti alle imprese debitrici verso l’Erario per importi che superano i 5.000 euro. Ora, con questa integrazione viene estesa questa possibilità anche ai dipendenti della pubblica amministrazione.
Restano esclusi dal provvedimento quei lavoratori che percepiscono meno di 2.500 euro di stipendio netto. Va inoltre specificato anche che il blocco dello stipendio non riguarderà solo la busta paga ma anche eventuali indennità legate al rapporto di lavoro. Tra questi rientrano anche quelle pagate in caso di licenziamento.