Dopo aver ucciso il figlio, e 11 anni di carcere, cosa fa oggi Anna Maria Franzoni?

Che fine ha fatto Anna Maria Franzoni? Protagonista di un caso che ha sconvolto l’Italia, dopo aver ucciso il figlio piccolo, ha passato 11 anni di carcere e poi è uscita

Sono passati 23 anni da quello che è stato poi chiamato delitto di Cogne. Il piccolo Samuele Lorenzi, di 3 anni, fu ucciso con 17 colpi vibrati sulla testa in casa, nella frazione di Montroz. L’autrice del delitto fu Anna Maria Franzoni, che venne condannata a 11 anni di reclusione dai giudici. Il periodo in carcere è finito nel 2018, quando la Franzoni è tornata in libertà.

Anna Maria Franzoni
Dopo aver ucciso il figlio, e 11 anni di carcere, cosa fa oggi Anna Maria Franzoni? (ANSA) temporeale.info

Soltanto un anno dopo la notizia della sua scarcerazione è divenuta di dominio pubblico, nel 2019. Sottolineare che sia stato un caso clamoroso, seguito praticamente da tutti per la sua efferatezza in un paesino tra l’altro relativamente tranquillo. Anna Maria Franzoni è nata a San Benedetto Val di Sambro, nel Bolognese, oggi ha fatto ritorno tra i colli emiliani per gestire un agriturismo insieme a suo marito Stefano Lorenzi, come riferito da Il Gazzettino.

A 23 anni dal delitto, dunque, la Franzoni insieme al marito e ai figli Davide e Gioele si trova nel suo paese d’origine per gestire questo agriturismo. Le prime immagini di lei furono pubblicate dal settimanale Oggi il 10 aprile 2019.

Che fine ha fatto Anna Maria Franzoni e cosa fa

La Franzoni venne immortalata a Monteacuto Vallese, una frazione di San Benedetto Val di Sambro, quando si recava al supermercato per fare acquisti in occasione della Pasqua. In precedenza aveva vissuto a Ripoli Santa Cristina, per trascorrere lì gli anni degli arresti domiciliari dal 2014 al 2018.

Anna Maria Franzoni
Dopo aver ucciso il figlio, e 11 anni di carcere, cosa fa oggi Anna Maria Franzoni? (ANSA) temporeale.info

Samuele Lorenzi venne ucciso nella camera matrimoniale dei genitori Anna Maria Franzoni e Stefano Lorenzi con estrema ferocia. L’arma del delitto non fu mai ritrovata, ma l’assassino lo colpi ripetutamente sulla testa con un oggetto contundente. I Ris di Parma per definire la traiettoria delle tracce di sangue utilizzarono il sistema Blood Pattern Analysis per la prima volta.

Addirittura, furono 17 i colpi che colpirono Samuele. La Franzoni raccontò che qualcuno s’era introdotto in casa, quando il figlio era da solo, quando stava accompagnando il figlio Davide alla fermata dell’autobus per andare a scuola. Gli inquirenti stabilirono che la Franzoni era colpevole. Il marito Stefano si trovava a Biella per lavoro. In primo grado venne condannata a 30 anni, poi la pena definitiva l’ha portata a uscire dopo poco meno di 10 anni.

 

 

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