Formia / Clan dei Casalesi, disposto il giudizio immediato per Katia e Teresa Bidognetti e altre 37 persone

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FORMIA – Le figlie di Francesco Bidognetti, noto come “Cicciotto ‘e mezzanotte” e capo storico del clan dei Casalesi, sono tra le 39 persone citate nel rinvio a giudizio immediato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, Isabella Iaselli, che ha accolto la richiesta presentata dai sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Maurizio Giordano, Graziella Arlomede, Fabrizio Vanorio, Vincenzo Ranieri. La prima udienza è fissata per l’8 giugno. Le due figlie, Katia e Teresa Bidognetti, rispettivamente di 41 e 33 anni, furono raggiunte nel novembre dello scorso anno dall’ordinanza a Formia, dove Katia – la maggiore delle figlie – vive da anni con la sua famiglia, tra Via Vitruvio e il Parco “Luci sul Mare”.

Sotto processo agli inizi di giugno andranno anche l’ultimogenito Gianluca, i mariti di Katia e Teresa, Vincenzo D’Angelo e Carlo D’Angiolella, Emiliana e Francesca Carrino, rispettivamente zia e cugina dei figli del boss (Emiliana è la sorella di Anna, attualmente collaboratore di giustizia nonché ex compagna del boss e madre di Gianluca, Katia e Teresa), e storici affiliati ai Bidognetti come Giosuè Fioretto, marito di Emiliana, e Nicola Kader Sergio, moglie di Francesca e ritenuto capozona a Castel Volturno per conto del clan.

Tutti i nomi dell’inchiesta

Tra le persone coinvolte nel processo con giudizio immediato ci sono numerose altre persone: Salvatore Gabriele, Sergio Nicola Kader, Nicola Garofalo, Antonio Lanza, Giosuè Fioretto, Giacomo D’Aniello, Angelo Zaccariello, Giovanni Stabile, Antonio Stabile, Giuseppe Spada, Gianluca Bidognetti, Vincenzo D’Angelo, Federico Barrino, Vincenzo Simonelli, Francesco Cerullo, Ernesto Corvino, Giovanni Corvino, Katia Bidognetti, Emiliana Carrino, Carlo d’Angiolella, Teresa Bidognetti, Annalisa Carrano, Francesca Carrino, Agostino Fabozzo, Marco Alfiero, Onorato Falco, Pietro Falco, Giovanni della Corte, Clemente Tesone, Franco Bianco, Salvatore De Falco, Vincenzo di Caterino, Giuseppe Di Tella, Giuseppe Granata, Biagio Francescone, Felice Di Lorenzo, Francesco Sagliano, Francesco Barbato e Luigi Mandato.

Le accuse

Il clan Bidognetti aveva il monopolio dei funerali nell’agro aversano e l’ordinanza indica che, intorno al 2012-2013, la famiglia Autiero aveva creato una nuova agenzia funebre che era entrata in concorrenza con il clan. Ernesto Corvino e altri soci si recavano spesso da Katia Bidognetti per chiederle di intervenire sulla nuova agenzia. Secondo gli inquirenti ad attuare fuori dal carcere le direttive di Gianluca Bidognetti sarebbero state le sorelle Katia e Teresa, che avrebbero percepito lo stipendio del clan, e i mariti di queste ultime, in particolare quello di Katia, Vincenzo D’Angelo.

La presenza del clan Bidognetti nel territorio aveva permesso all’azienda IFA di monopolizzare il settore dei funerali nell’agro aversano. Tuttavia, la creazione di una nuova agenzia funebre da parte della famiglia Autiero aveva scatenato la concorrenza con il clan Bidognetti. L’ordinanza conferma anche l’arresto di Carlo D’Angiolella, il nuovo compagno di Katia Bidognetti, che vive con la sua famiglia in un immobile sottoposto a confisca dallo Stato. Le figlie di Bidognetti e la loro famiglia sono state raggiunte dall’ordinanza, insieme alle nipoti e alla sorella di Anna Carrino, che è una collaboratrice di giustizia.

Tra le accuse, oltre a quella di aver riorganizzato il clan soprattutto attorno a Gianluca Bidognetti, nonostante questi fosse in carcere dal 2008 per il tentato omicidio della zia e della cugina Francesca, anche le estorsioni ai danni di numerosi operatori commerciali (un imprenditore è stato attinto alle gambe da colpi d’arma da fuoco), il controllo del settore delle onoranze funebri grazie ad accordi risalenti agli anni ’80 con aziende operanti sul territorio, il traffico di sostanze stupefacenti.