Inchiesta “Certificato Pazzo”, disposto il giudizio immediato

Cronaca Latina

LATINA – Le prove sono talmente schiaccianti che non c’è bisogno del filtro dell’udienza preliminare. In quest’ottica il sostituto procuratore della Repubblica di Latina Giuseppe Miliano ha disposto il giudizio immediato per le 11 persone che, arrestate lo scorso 10 dicembre dai Carabinieri dei Nas di Latina nell’ambito dell’operazione “Certificato Pazzo”, avrebbero fatto parte di un’organizzazione corruttiva di cui sarebbero state componenti altre 70 persone, nel frattempo denuncia a piede libero. Il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario ha disposto ora il processo con le pesanti ipotesi di reato di frode processuale, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità Giudiziaria o alla Corte Penale Internazionale, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiali in atti pubblici, uso di atto falso ed errore determinato dall’altrui inganno.

Nello specifico gli indagati avrebbero rilasciato certificati medici falsi attestanti l’invalidità per ottenere il porto d’armi, licenze da caccia o essere scarcerati, naturalmente – secondo la Procura di Latina – in cambio di mazzette. Di questo collaudato sistema corruttivo e,per questo motivo saranno a processo il prossimo 8 luglio, avrebbero fatto parte Antonio Quadrino, dirigente medico e psichiatra del Centro di salute mentale di Fondi, l’avvocato Stefania Di Biagio, di Monte San Biagio, Silvana Centra, di Terracina, il fondano Massimiliano Del Vecchio, il medico legale Antonio Di Fulvio, di Nettuno, il terracinese Bruno Lauretti, responsabile della Federazione Arcicaccia di Terracina, Mary Lombardozzi, Tania Pannone e Tomaso Roturnno di Fondi, Fausta Mancini, di Latina, e Aldo Filippi, comandante della polizia locale di Monte San Biagio.

Si preannuncia un dibattimento lungo ed articolato. Le indagini, avviate dai Carabinieri dei Nas nel 2018, avrebbero smascherato ben 150 episodi illeciti consentendo il sequestro di oltre cento armi detenute indebitamente tra le province di Roma, Latina e Caserta. Soltanto l’11 aprile scorso avevano conosciuto un’importante svolta le ulteriori indagini che, richieste e coordinate dal Procuratore aggiunto della Procura di Latina Carlo Lasperanza e dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, erano state convogliate nel nuovo filone d’inchiesta che gli stessi inquirenti hanno denominato “Certificato Pazzo 2”. Hanno consentito di accertare e cristallizzare le posizioni delle persone che avevano illecitamente utilizzato certificazioni psichiatriche rilasciate dal dottor Antonio Quadrino, i cui compiacenti e “gonfiati” certificati sarebbero stati – come detto – utilizzati davanti le commissioni medico legali dell’Asl, dell’Inps e finanche davanti i Tribunali del Lavoro e di Sorveglianza.

I Carabinieri dei Nas hanno accertato che i 36 nuovi indagati , presentando queste certificazioni davanti le autorità e gli enti preposti, intendevano ottenere indebiti benefici previsti dalla legge quadro 104/1002, quella per l’assistenza, l’integrazione sociale ed i diritti delle persone portatrici di handicap), dalla legge numero 68/1999 contenenti le norme per il diritto al lavoro per i disabili oppure per chiedere il differimento della pena detentiva in corso. Queste certificazioni servivano per guadagnare indebite percentuali – e quindi assegni e importanti somme in danaro – di invalidità, porto d’armi e permessi di uscita “per ragioni mediche” a favore di soggetti già sottoposti a regime di carcerazione anche domiciliare.

Ma dagli ambienti investigativi dei Nas erano emersi altri dettagli: ulteriori posizioni risultano tutt’ora al vaglio degli investigatori e della Procura della Repubblica di Latina nonché all’Inps che provvederà agli accertamenti di sua competenza.