Operazione “Certificato pazzo 2”, altre 36 persone denunciate

Cronaca Latina Top News

LATINA – Promette ulteriori e clamorosi sviluppi l’operazione dei Nas dei Carabinieri di Latina che nel secondo filone dell’inchiesta “Certificato pazzo” hanno indagato a piede libero ben 36 persone con le ipotesi di reato di frode processuale, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità Giudiziaria o alla Corte Penale Internazionale, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiali in atti pubblici, uso di atto falso ed errore determinato dall’altrui inganno.

Questa importante risultanza investigativa degli uomini del comandante Felice Egidio segue il prologo di “Certificato Pazzo” che aveva permesso il 10 dicembre scorso di eseguire ben 11 ordinanze di custodia cautelare, ad altrettanti decreti di sequestro preventivo emessi dal Gip del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, ed al deferimento in stato di libertà di altre 70 persone. Le ulteriori indagini, richieste e coordinate dal Procuratore aggiunto della Procura di Latina Carlo Lasperanza e dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, sono state convogliate nel nuovo filone d’inchiesta che gli stessi inquirenti hanno denominato “Certificato Pazzo 2”. Hanno consentito di accertare e cristallizzare le posizioni delle persone che avevano illecitamente utilizzato certificazioni psichiatriche rilasciate dal dottor Antonio Quadrino, il nuovo dirigente medico Psichiatra in servizio presso il centro di salute mentale del distretto 4 di Fondi dell’Asl pontina che peraltro era stato tratto in arresto per corruzione per il rilascio di compiacenti e “gonfiati” certificati poi utilizzati davanti le commissioni medico legali dell’Asl, dell’Inps e finanche davanti i Tribunali del Lavoro e di Sorveglianza.

I Carabinieri dei Nas hanno accertato che i 36 nuovi indagati , presentando queste certificazioni davanti le autorità e gli enti preposti, intendevano ottenere indebiti benefici previsti dalla legge quadro 104/1002, quella per l’assistenza, l’integrazione sociale ed i diritti delle persone portatrici di handicap), dalla legge numero 68/1999 contenenti le norme per il diritto al lavoro per i disabili oppure per chiedere il differimento della pena detentiva in corso. Queste certificazioni servivano per guadagnare indebite percentuali – e quindi assegni e importanti somme in danaro – di invalidità, porto d’armi e permessi di uscita “per ragioni mediche” a favore di soggetti già sottoposti a regime di carcerazione anche domiciliare. Ma dagli ambienti investigativi dei Nas sono emersi altri dettagli: ulteriori posizioni risultano tutt’ora al vaglio degli investigatori e della Procura della Repubblica di Latina nonché all’Inps che provvederà agli accertamenti di sua competenza.

Nel corso della prima fase dell’operazione “Certificati Pazzo” il Tribunale della Libertà lo scorso 28 dicembre avevano revocato la misura cautelare in carcere (trasformandola in arresti domiciliari) per Mary Lombardozzi, responsabile del patronato “Acai” di Itri, e confermato, invece, la detenzione domiciliare per la 72enne Fausta Mancini, l’assicuratrice di Latina operante a Fondi che aveva beneficiato dei domiciliari perché vittima di un malore al momento della notifica dell’ordinanza di custodia cautelare I giudici del Riesame, poi, avevano rivisto la misura cautelare anche per Aldo Filippi, comandante sospeso della Polizia municipale di Monte San Biagio, destinato all’obbligo di dimora nel comune di residenza, ma anche per altri quattro indagati presunti intermediari del medico Quadrino: l’avvocato Stefania Di Biagio, il medico Antonio Di Fulvio, Tania Pannone e Silvana Centra.

In conclusione, gli indagati finiti in carcere il 10 dicembre 2019 da undici erano scesi a tre (Antonio Quadrino, Massimiliano Del Vecchio e Bruno Lauretti), mentre coloro a cui sono stati comminati gli arresti domiciliari da due erano passati a sette (Tommaso Rotunno, Silvana Centra, Antonio di Fulvo, Stefania Di Biagio, Tania Pannone, Mary Lombardozzi e Fausta Mancini).

Saverio Forte