Mancoop: la Regione Lazio insedierà un tavolo tecnico permanente

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SANTI COSMA E DAMIANO – Un’industria dismessa ma capace di rivitalizzarsi e di creare “lavoro buono e dignitoso”. Da questo presupposto la Regione Lazio insedierà un tavolo tecnico permanente ad hoc a sostegno dell’operatività della “Mancoop” di Santi Cosma e Damiano, l’ex stabilimento fallito dell’Evotape che, grazie all’iniziativa imprenditoriale dei suoi stessi dipendenti (da quattro anni riunitisi in cooperativa), hanno dato vita ad un’eccellenza diventata un esempio in tutta Italia per il superamento di tante crisi aziendali. Lo hanno annunciato l’assessore regionale al lavoro Claudio Di Berardino e la presidente della commissione regionale “Lavoro, formazione e politiche giovanili”, Eleonora Mattia, partecipando alla seconda giornata diocesana per la Custodia del Creato sul tema “Il lavoro buono e dignitoso” organizzata dalla commissione diocesana per la pastorale sociale e il lavoro a stretto gomito con quella Conferenza episcopale laziale.

Sia l’assessore Di Berardino che la presidente Mattia, entrambi del Pd, hanno sottolineato l’importanza della Regione di formalizzare la nascita di questo tavolo tecnico permanente che dovrà sostenere la futura attività imprenditoriale della “Mancoop” che, rappresentando un esempio di sopravvivenza e di superamento della crisi, è diventata un’incubatrice di tante altre piccole e medie aziende del territorio, protagoniste, a loro volta, della nascita di un polo industriale e produttivo in una delle aree più depresse, sul piano economico, del Golfo e dell’intera provincia pontina. All’iniziativa ha partecipato anche l’Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari che, affiancato dal direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro e Vicario della Forania di Minturno, don Simone Di Vito, ha rimarcato come questi lavoratori, capaci di produrre da soli lavoro ed occupazioni, vadano aiutati ed ascoltati.

La Regione e la Chiesa locale fanno rete per dare impulso a questa innovativa ed iniziativa imprenditoriale ma le significative e apprezzate presenze di Nicola Tavoletta, portavoce del Forum del Terzo Settore della provincia di Latina, di Claudio Gessi, direttore della commissione regionale per la pastorale sociale e lavoro e di Salvatore Fega, Animatore di Comunità del Progetto Policoro di Gaeta, non sono bastate, purtroppo, per colmare le tante, troppe, assenze del mondo politico-istituzionale del comprensorio a questo momento “di ascolto, di confronto chiesto da alcuni coraggiosi lavoratori di questa terra”- ha osservato Monsignor Vari. L’unica, forse, eccezione è stata rappresentata dalla presenza della sola consigliera comunale di Santi Cosma e Damiano, Carmela Cassetta, che ha chiesto ed ottenuto l’interessamento dell’assessore regionale al lavoro Di Berardino e della presidente Mattia che, originaria di Valmontone, sapeva di riscontrare la sensibilità e l’attenzione su questi temi delicati legati al lavoro…del suo ex parroco….don Gigi Vari.

Intanto il presidente della “Mancoop” Pasquale Olivella ha formalizzato un importante annuncio, uno stimolo per chi intende creare occupazione nel sito di via Porto Galeo: le start up femminili che decideranno di occupare gli spazi dell’ex Evotape saranno sgravate dei canoni di locazione per i primi due anni di attività. Ma la cooperativa “Mancoop”, intanto, continua ad essere impegnata, suo malgrado, nelle aule dei tribunali amministrativi italiani. Ha confermato la sua difesa al Consiglio di Stato dopo che lo scorso febbraio il Tar del Lazio ha sentenzio nato un principio: il consorzio industriale del sud-pontino non può rivendicare la proprietà dello stabilimento di Santi Cosma e Damiano specializzato nella produzione di nastri adesivi. A decretarlo era stata la prima sezione del Tar di Latina che aveva accolto un ricorso del curatore fallimentare dell’Evotape srl – era il nome della società fallita sulle sui ceneri ha preso vita l’attività imprenditoriale ed occupazionale della Mancoop – contro due delibere del consiglio di amministrazione del consorzio industriale del Sud Pontino dell’ottobre e dicembre 2016 che avevano concluso una procedura di acquisizione della struttura immobiliare di via Porto Galeo esercitando una sorta di diritto di prelazione previsto dall’articolo 63 della legge 448 del 23 dicembre 1998 sui siti produttivi dichiarati falliti.

Il Tar ha dato ragione alla curatela fallimentare dell’ex Evotape sostenendo alcuni principi: lo stabilimento industriale è stato costruito in epoca ampiamente anteriore all’inclusione dell’area nel perimetro del consorzio industriale del sud pontino di superfici che mai sono state espropriate, cedute o assegnate dal consorzio stesso, poi alcune arre di pertinenze del sito produttivo, distinte e separate, sono state acquistate privatamente nel 1987 e non sono state mai oggetto di attività produttiva ed edificatoria. Insomma – si legge nella sentenza del Tar – i consorzi industriali non possono rivendicare alcunché quando si tratta, nello specifico, di riappropriarsi di aree che non sono mai state assegnate dagli stessi enti di sviluppo industriale per la realizzazione di siti produttivi.

Saverio Forte