Gaeta / Lottizzazione urbanistica, l’ex- sindaco Raimondi ricorre al Tar contro il Comune

Cronaca Gaeta

GAETA – Un ex sindaco che cita il comune che ha avuto l’onere e l’onore di guidare. “La questione può avere un carattere privatistico – tiene subito a precisare il diretto interessato – ma così non è. Non nutrendo più necessaria fiducia nella magistratura penale ho deciso di ricorrere a quella amministrativa per tentare di porre un limite alle tante illegalità che nella pianificazione urbanistica di Gaeta si stanno compiendo da anni”. A parlare, duramente, in questi termini è l’ex sindaco Antonio Raimondi che tra l’opzione di inviare un esposto per omissione d’atti d’ufficio ed impugnare al Tar la mancata risposta ad una diffida legale ha deciso per questa seconda opzione.

Il pomo della discordia è costituito da una importante lottizzazione edilizia approvata dal comune di Gaeta nella parte terminale del lungomare di Serapo, nella zona sottostante la strada regionale Flacca e, soprattutto, quella delicatissima, sul piano del dissesto idrogeologico, di Monte Lombone. Una società campana qui ha avuto autorizzati 14 appartamenti che Raimondi sostiene di aver bloccato nel periodo 2015-2021 lamentando un abnorme carico volumetrico, il presunto mancato rispetto delle distanze dai privati (dall’ex sindaco stesso) e una non chiara previsione delle opere di urbanizzazione primarie in una fascia di territorio in cui scorre, quando piove, un torrente che raccoglie le acque meteoriche (e non solo) provenienti da Monte Lombone e dalle numerose abitazioni sottostante per sfociare nella sottostante spiaggia di Serapo.

Molti cittadini di questa zona hanno promosso un contenzioso davanti al Tar a distanza con la società munita del permesso a costruire rilasciato dal comune di Gaeta il 20 gennaio 2014. “Non lo firmai – tiene ora a precisare l’ex sindaco di Gaeta Raimondi – non perché non volli ma semplicemente ero incompatibile essendo un consigliere comunale di opposizione”. Il Tar-sezione di Latina concesse il semaforo verde a questo intervento abitativo ma a palesare qualche dubbio fu lo stesso comune che nella prima parte dell’estate 2021 diffidò l’impresa autorizzata a riprendere gli interventi edili previsti dal permesso a costruire del 2014. Bisogna fare il punto anche in ordine alla costruzione di un muro che, a ridosso del cantiere, non faceva dormire sonni tranquilli (soprattutto nella stagione invernale) ai residenti. Tra questi l’ex sindaco di Gaeta Antonio Raimondi.

Nel giugno 2021 – secondo la versione dell’ex primo cittadino del Movimento progressista – ci sarebbe stato un incontro con la dirigente del settore, l’architetto Stefania Della Notte, e i dirigenti della società campana al termine del Comune avrebbe concesso il suo “disco verde” per la riapertura di un cantiere molto appetibile e altrettanto costoso da gestire. L’ex Raimondi vive per molti mesi dell’anno all’estero ma quando si trova a Gaeta non manca occasione per visitare il comune che ha guidato dal 2007 al 2012. Così ha chiesto  l’esistenza di un verbale attestate l’accordo raggiunto tra il comune e la società edile campana ma non avendolo ottenuto il 12 agosto 2021 inviò al comune una Pec con una specifica diffida finalizzato a concludere il procedimento (quello del fermo dei lavori) avviato dallo stesso comune di Gaeta. L’imperativo di Raimondi in quella email certificato fu il seguente: fermate quel cantiere in località “Capo di Serapo”.

Il comune non rispose e Raimondi è finito nel guado se coinvolgere la Procura di Cassino o la sezione di Latina del Tar. Ha deciso di ricorrere alla magistratura amministrativa scegliendo un esperto legale come l’avvocato Tony De Simone con l’intento di bloccare questo cantiere che sarebbe stato aperto sulla scorta di due titoli autorizzatori “scaduti” secondo l’ex sindaco Raimondi: il permesso a costruire del 2014 ed il parere della Soiprintendenza che avrebbe 12 anni di vita senza essere mai stato rinnovato. Il Comune con la delibera di Giunta 217 di venerdì 9 dicembre ha deciso di costuirsi nominando l’avvocato Annamaria Rak in attesa della discussione del ricorso fissato per il prossimo 11 gennaio .