Itri / Post su Facebook con l’immagine di Benito Mussolini, è bufera sull’assessore Mario Di Mattia

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ITRI – Deve far fronte ad una bufera inaspettata l’amministrazione comunale di Itri per quanto avvenuto nella mattinata del 25 aprile, nel giorno del 75° anniversario della Liberazione dall’occupazione nazifascista. Mentre il sindaco, l’avvocato Antonio Fargiorgio, deponeva in piazza Incoronazione una corona d’alloro in memoria di tutti i caduti, sulla sua pagina facebook l’assessore esterno del comune di Itri, il delegato al commercio e alle politiche agricole Mario Di Mattia, pubblicava la foto di una tazzina di caffè con accanto una bustina di zucchero sulla cui etichetta era stilizzata un’immagine di Benito Mussolini (di cui tra l’altro proprio oggi ricorre il 75° anniversario della morte) con la scritta: “Molti nemici, molto onore”.

Il post su Facebook, poi rimosso

A questo post, poi cancellato, titolato “In terrazza”, ne se ne era aggiunto un altro con questo contenuto: “Il 25 aprile è diventato la festa dei partigiani e degli antifascisti. L’hanno svuotato di significato. Preferisco festeggiare un bel weekend di sole e commemorare le vittime dei vili che si fecero eroi…” Da questo momento l’assessore Di Mattia finiva nel tritacarne mediatico che azionava lo stesso sindaco che tre anni fa l’aveva nominato assessore. L’avvocato Fargiorgio si dichiarava “sorpreso” dopo aver preso le dovute distanze dal gesto del suo assessore al quale aveva attribuito un duplice carattere, personale e provocatorio. Lo stesso primo cittadino ha rivelato che l’assessore Di Mattia, che da tempo ha assunto posizioni politiche vicinissime alla Lega, non ha avuto da ridire su una discussione avviata in Giunta di promuovere, nonostante le limitazioni imposte dal Coronavirus, una celebrazione in occasione del 25 aprile. Ma non è finita.

Archiviato il weekend, i consiglieri comunali di minoranza Luca Iudicone, Osvaldo Agresti, Salvatore Mazziotti e Vittoria Maggiarra – quest’ultima fuoriuscita dalla maggioranza – hanno scritto una pesantissima lettera al sindaco di Itri e , censurando l’episodio di cui è stato protagonista l’assessore esterno Di Mattia, hanno chiesto il ritiro delle deleghe assessorile attualmente ricoperte sollecitando il sindaco ad un “gesto di coraggio” se non vuole essere additato come un novello Pilato, oltre che per manifesta incapacità di amministrare la cosa pubblica e il bene collettivo”. Parole durissime quelle che concludono la lettera che i quattro consiglieri comunali hanno avviato attraverso una Pec “per non lasciare nulla di intentato”. Senza peli, poi, sono state le considerazioni avanzate sulla presunta provocazione personale dell’assessore Di Mattia: “E’ stata, la sua, un’azione abietta e ignobile. E’ mancata di umanità, di elevati intenti che offende la forza dell’Italia Libera, Democratica e Repubblicana, nonché i valori fondanti la nostra Costituzione, quale Legge fondamentale della Repubblica”.

L’altro post su Facebook

I consiglieri Iudicone, Agresti, Mazziotti e Maggiarra, inoltre, si sono direttamente al sindaco di Itri quando hanno scritto testualmente che…”la misura è ormai colma, segnata da ignoranza, incompetenza, inconcludenza e soprattutto, da presunzione, arroganza e mancato rispetto delle Istituzioni e della stessa cittadinanza itrana che ospita l’attuale assessore Mario Di Mattia.” Fargiorgio è stato anche accusato di aver, per certi versi, assolto il suo assessore dal suo “peccatuccio provocatorio”: “Di Mattia è stato colui che si è permesso di mettere in discussione un valore primario e basilare della nostra Repubblica: l’antifascismo. L’assessore Mario Di Mattia, nel silenzio e nell’inconcludenza del suo mandato assessorile, cascatogli in testa per sola equazione matematica e cui noi consiglieri, per fortuna, non conosciamo neanche la voce all’interno della massima assise cittadina, è colui che si è permesso, in un momento difficile e delicato come quello che stiamo vivendo, di torpiloquiare contro il 25 aprile e contro ciò che esso rappresenta: il riscatto fiero del Popolo italiano che dalle macerie nazifasciste si rifà Popolo, Democratico, Libero, dopo anni di resistenza e di lotta contro l’oppressore nazista e i suoi lacchè fascisti. Non è ammissibile che un Sindaco possa e voglia far passare in cavalleria, con una pacca sulla spalla, simili affermazioni, derubricando tutto ad ‘una provocazione’ . Così come è stato altrettanto inammissibile, oltre che assordante, è il silenzio delle componenti liberali della coalizione di maggioranza (Forza Italia) e delle componenti cristiano-democratiche che fanno capo al Presidente del consiglio comunale Pietro Di Mascolo”.

Il sindaco Fargiorgio nel corso della cerimonia del 25 Aprile

La richiesta di ritiro delle deleghe assessorili è stata motivata dai quattro consiglieri di minoranza anche per un’atra ragione: “Ma ancor più grave è stato il tono che ha alimentato le risposte date dall’assessore Mario Di Mattia a chi lo contesta sui social; le sue sono state parole intimidatorie e padronali! – hanno concluso i consiglieri Luca Iudicone, Osvaldo Agresti,Salvatore Mazziotti e Vittoria Maggiarra – In particolare, lo sono le parole spese dall’assessore in ordine all’erogazione di fondi comunali per sostenere attività culturali estive, quelle stesse attività con le quali avete riempito i palinsesti della scorsa stagione estiva, altrimenti vuoti per colpa della vostra incapacità e inconcludenza nella programmazione e pianificazione culturale. Mangiate e mortificate!!!”

Il sindaco Fargiorgio il suo commento a questa grave vicenda l’ha mutato dal suo intervento preparato e divulgato in occasione della festa della Liberazione: “Mi auguro che l’enorme macchia tricolore che da settimane illumina di notte i monumenti simbolo delle nostre città, le tante bandiere che sventolano dai nostri balconi, l’inno di Mameli che si libra nell’aria, ogni volta toccando le nostre corde più intime, possano originare, specie nelle generazioni più giovani, il desiderio di conoscere, prima, ed approfondire, poi, questa fondamentale parte della nostra Storia, che condusse alla nascita della Repubblica ed alla stesura della Costituzione. Come ebbe a scrivere Sandro Pertini ‘La Costituzione è un buon documento; ma spetta ancora a noi fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta, inchiostro sulla carta. In questo senso la Resistenza continua’”.