Formia / Omicidio-suicidio di Piazza Mattej: in tanti ai funerali di Fausta Forcina e Giuseppe Gionta

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FORMIA – “Da quassù veramente mi devo ricredere. Non pensavo che a mamma e papà volessero bene così in tanti”. Francesco è un ragazzone di 29 anni distrutto dal dolore. Con questa frase pronunciata sull’altare della chiesa della Madonna del Carmine di Formia ha sintetizzato appieno – come mai non avrebbe potuto – la grande partecipazione popolare in occasione dei funerali dei suoi genitori: Fausta Forcina, di 67 anni, e il papà Giuseppe Gionta, di 69 anni, uccisi dal cugino della madre, Pasquale Forcina, di 64 anni, poi suicidatosi con un colpo secco calibro 38 sotto il mento.

Giuseppe Gionta e Fausta Forcina

La città si è letteralmente fermata nel pomeriggio di un martedì grigio e freddo di metà gennaio in occasione delle esequie dei due stimati docenti di matematica e a stringersi attorno a Francesco, laureando in fisica all’Università “La Sapienza” e a tutti i familiari delle due innocenti vittime, sono stati loro, i giovanissimi studenti dell’istituto comprensivo “Dante Alighieri”. Qui Fausta sino a giovedì 8 gennaio ha insegnato matematica nel corso “C”, una scuola di cui il marito è stato , sino al 2015, vice preside prima di andare in pensione. Avrebbe fatto altrettanto il prossimo giugno anche la professoressa Fausta, la prima a finire, giovedì scorso, nel folle bersaglio della pistola 7×65 del cugino Pasqualino, in preda ad un raptus. Toccanti sono state le parole di vicinanza umana pronunciate nella sua orazione funebre dal dirigente scolastico della “Dante Alighieri”, il professor Vito Costanzo, che già dal mattino aveva accompagnato i suoi allievi alla veglia organizzata, per espressa volontà delle famiglie dei due docenti uccisi, all’interno della chiesa del Carmine che – per un beffardo gioco del destino – confina con il palazzo della mattanza al civico 39 di piazza Mattej e, soprattutto, con il parcheggio condominiale dello stesso stabile.

Il loro utilizzo e disponibilità – secondo quanto è trapelato dalle indagini dei Carabinieri – sarebbero diventati l’argomento, il pomo della discordia di un’inverosimile controversia tra la coppia di insegnanti ed il cugino della professoressa 67enne. Ad officiare le esequie è stato, inoltre, il parroco, don Carlo Lembo che, affiancato dal diacono Oscar Simeoni, ha chiesto ai tanti fedeli presenti in chiesa e non solo di pregare il Signore per accogliere le anime dei due insegnanti, vittime – ha aggiunto – “di una tragedia tanto assurda quanto senza spiegazioni”. Intanto proseguono gli accertamenti dei Carabinieri per stabilire il movente della strage. Secondo i legali della famiglia delle due vittime, gli avvocati Luca Giudetti e Paolo Quintiliano, “non c’entrano questioni economiche e tantomeno legate all’eredità”. Intanto il cadavere di Forcina si trova tuttora presso l’obitorio dell’ospedale “Santa Scolastica” dove è stato sottoposto – come detto – sabato ad autopsia.

Nessuno della sua cerchia familiare ha chiesto la restituzione della salma per organizzare i funerali. Infine il palazzo degli “orrori” potrebbe essere dissequestrato nei prossimi giorni. A decretare la revoca dei sigilli sarà naturalmente il sostituto procuratore De Franco subito dopo un nuovo sopralluogo – l’ultimo – in programma nei prossimi giorni da parte dei Carabinieri del tenente Massimo Milano.
Saverio Forte

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