Acqua torbida nel sud pontino, le proteste

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SUD PONTINO – L’acqua erogata nel sud-pontino è torbida? Di conseguenza le bollette idriche vanno riviste e riformulate verso il basso. E’ la richiesta più significativa che alcuni comitati civici da anni impegnati nella lotta per il diritto all’acqua pubblica (tra questi le associazioni “Cittadini per la Tutela dei Beni Comuni di Formia”, “Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine”, “Pendolari Stazione di Minturno Scauri, il coordinamento Acqua Sud Pontin ed il comitato Acqua Pubblica Nord della Provincia di Latina) hanno inserito in una polemica lettera di denuncia, indirizzata ai Ministri dell’ambiente e della salute, al Presidente della Regione Nicola Zingaretti, al presidente e all’amministratore delegato di Acqualatina, Michele Lauriola e Marco Lombardi, al garante regionale del servizio idrico, alla segreteria tecnica dell’Ato 4, al Prefetto di Latina Maria Rosa Trio e ai sindaci dello stesso ambito territoriale.

La presa di posizione ha anche altri due destinatari, la Procura della Repubblica di Latina e l’Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari per rimarcare e denunciare quelle che vengono definite “le inadempienze e le assurde pretese del Gestore nel chiedere ulteriori finanziamenti pubblici e aumenti tariffari a fronte di una sempre più carente gestione della rete e delle sorgenti”. Nel novembre più piovoso che si ricordi i cittadini-utenti del Sud Pontino hanno subito una quasi totale assenza di acqua potabile “a fronte di scarse comunicazioni del Gestore e della impossibilità degli amministratori pubblici di emettere in autonomia ordinanze di non potabilità a salvaguardia della salute pubblica. Da qui la richiesta di queste associazioni e comitati di “valutare con la massima attenzione la richiesta proveniente dall’attuale gestore idrico Acqualatina di stanziare ulteriori fondi per il rifacimento della rete idrica ormai ridotta ad un colabrodo, affidandola addirittura allo stesso che, in diciassette anni dal suo ingresso, ha manifestato tutta la sua inadeguatezza. Se erogato questo ingente finanziamento è necessaria, invece, – si legge nella lettera – la nomina di un commissario straordinario che vigili su tutte le operazioni che la Società porrà in essere, dalle gare d’appalto alla verifica dell’esecuzione delle opere a regola d’arte”.

Possono svolgere, poi, un ruolo anche i sindaci, i rappresentanti delle comunità dell’Ato 4 che rappresentano il 51% della società Acqualatina: “Possono e devono richiedere, nell’esercizio del proprio diritto di controllo, un’ispezione amministrativa in base all’articolo 2409 del Codice civile (che verta, segnatamente su: impiego del mutuo contratto con la Depfa Bank; stato dell’arte dei piani industriali, disattesi e riproposti; recupero delle dispersioni amministrative; oggetto e costo del contenzioso, negli ultimi cinque anni; analisi dei bilanci e dei conti correnti) e di pretendere azioni e atti trasparenti come richiesti dal nostro ordinamento alle società a partecipazione pubblica” Ma la proposta più significativa campeggia nella parte conclusiva dell’esposto. Si chiede sempre all’Ato4 e ai sindaci di applicare il contenuto dell’articolo 154 comma 1 del decreto legislativo 152/2006 secondo cui “La tariffa costituisce il corrispettivo del SII ed è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito”.

Insomma viene sollecitato il ricalcolo delle fatture relative ai periodi di mancata fruizione di acqua potabile previa significativa decurtazione, a titolo di ristoro per l’inadempimento contrattuale, delle somme non dovute per aver ricevuto fornitura di acqua grezza non utilizzabile per scopi igienico-alimentari. Questa situazione configura finanche la violazione di diritti umani nonché un grave danno alla salute ambientale, oltre che economico. Il dibattito ha avuto subito un’eco politica ed il coordinamento del sud-pontino di Leu e di Articolo Uno stigmatizza il ripetersi del fenomeno della torbidità dell’acqua “appena arriva uno scroscio un po’ più forte del solito”.

L’atto d’accusa di Beniamino Gallinaro e di Maria Rita Manzo è forte: “Acqualatina promette sempre interventi per ridurre torbidità e siccità ma la situazione resta identica. Le perdite continuano ad essere il 72% dell’acqua immessa in rete, anzi, sono aumentate. Nel 2010 rappresentavano il 63%. La media del settore è del 41%. Un 30% in più che definisce il fallimento della gestione privatistica dell’acqua. A conferma, Latina è al penultimo posto per perdite idriche tra tutte le province italiane”. E’ stato anche contestato il contenuto di un’intervista dell’amministratore delegato di Acqualatina secondo il quale la media italiana degli investimenti di settore per la manutenzione delle reti è del 51% sul totale del budget mentre l’Ato 4, tra il 2016 e il 2017, ha impiegato per la stessa voce il 37%. In sintesi, non si può avere una rete in condizioni peggiori di altri e contemporaneamente spendere meno degli altri. Per Liberi e Uguali e per Articolo 1 la motivazione va ricercata nella scelta dell’ultima conferenza quadriennale dei sindaci, nel 2016, che ha approvato il piano degli investimenti della spa e che non ha voluto spingere troppo sulle tariffe della popolazione: “L’alternativa che pone il gestore quindi è che o si aumentano le tariffe o ci teniamo le perdite! Oppure si bussa alla porta del Pubblico e si comunica al Governo e alla Regione, che servono almeno 150 milioni di euro nei prossimi quindici anni per ridurre la dispersione idrica al 35%. E’ troppo semplice bussare alla porta di Governo e Regione per nuovi fondi – osservano Gallinaro e Manzo – E’ un voler sviare l’attenzione dalle proprie responsabilità. Si evidenzia ancora una volta il fallimento di una gestione privatistica del ciclo idrico integrato. La conferenza dei sindaci a questo punto o si dà una scossa oppure è succube se non correa della Società. Anche l’altro tema della ripubblicizzazione del ciclo dell’acqua sembra scomparso dall’orizzonte della politica. E’ ora di ripartire, rilanciamo la battaglia per un sistema idrico integrato”.

Intanto i fenomeni di torbidità dell’acqua nel sud pontino li ammette anche Aqualatina per la quale sono causati dalle “eccezionali precipitazioni” degli ultimi giorni. Ribadisce anche di aver elaborato da tempo un piano di azione esteso all’intero Ato4 che prevede diversi tipi di attività. La torbidità – secondo l’ente gestore – è un fenomeno di origine strutturale legato alla natura intrinseca delle sorgenti, la più importante della quale è quella di Capodacqua a Spigno Saturnia. Qui è stato realizzato un pozzo spia con sonde multiparametriche in grado di preannunciare la torbidità con alcune ore di anticipo permettendo di riempire alcuni serbatoi da utilizzare durante la torbidità e di mettere a spurgo la sorgente per evitare di mandare acqua torbida nelle reti idriche dei comuni del Golfo. In questo modo – ha aggiunto Acqualatina – è stata ridotta la durata del fenomeno percepito da parte dell’utenza”- L’ente gestore in una nota ufficiale evidenzia gli interventi strutturali recentemente realizzati per collegare il comune di Minturno alla sorgente di Cellole in provincia di Caserta, la realizzazione del campo pozzi in località “25 ponti” ai confini dei comuni di Formia, Gaeta e Itri e la riattivazione della sorgente “Forma del Duca” nel Comune di Castelforte, e coglie l’occasione per respingere al mittente una precisa critica relativamente all’assenza delle autobotti in questi giorni a causa del fenomeno della torbidità idrica: “Sono intese come approvvigionamento sostitutivo in caso di totale assenza di flusso idrico (siccità, guasti, interventi programmati…). Tuttavia, così come già fatto in passato, anche in questi giorni Acqualatina ha predisposto, in via emergenziale, servizi di autobotti in tutti i Comuni interessati da torbidità che ne hanno fatto esplicita richiesta, come Formia e Gaeta”.

Saverio Forte