Gaeta / La Signora del Vento trasferita a Civitavecchia

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GAETA – Arriverà nella giornata di oggi a Civitavecchia – il cui porto è stato scelto perché garantisce gli standard minimi di sicurezza – “La Signora del Vento”,  la nave scuola dell’istituto nautico “Giovanni Caboto” di Gaeta che, a causa del maltempo, dieci giorni fa ha spezzato gli ormeggi ed era finita alla deriva sino ad incagliarsi in una “secca” nel tratto di mare antistante i cantieri Italcraft in località Conca.  Il veliero raggiungerà il porto romano utilizzando esclusivamente i suoi motori dopo che sono stati disattivati e, peggior ancora, rimossi gli alberi danneggiati e distrutti dalla forza del mare.

A Civitavecchia la “Signora del mare” dovrà attendere la stima dei danni, per la quale è stato incaricato un “pool” di periti del Rina, il registro navale italiano, ed il via delle procedure per il suo recupero e la sua idoneità alla navigazione a cui dovrà provvedere, attraverso un iter tecnico amministrativo che si preannuncia lungo e complicato, la sua proprietà, il Ministero per l’istruzione e l’università. La scelta di Civitavecchia sarebbe stata suggerita dal capitano di vascello Vincenzo Leone, il comandante regionale della Guardia Costiera che, di stanza proprio a Civitavecchia, era giunto a Gaeta all’indomani dell’incidente per promettere il via ad un’indagine all’interno della Capitaneria di Porto di Gaeta per accertare eventuali responsabilità, omissioni e, peggio ancora, negligenze.

Per raggiungere Civitavecchia sono saliti lunedì mattina a  bordo de “La Signora del Vento”, la cui partenza(poco dopo le 10) è stata annunciata cinque minuti prima che lasciasse Gaeta per evitare che giornalisti e teleoperatori “assaltassero” la base Nato della Marina Militare italiana, il Comandante e i membri dell’equipaggio, gli stessi che hanno dovuto affrontare il mare in tempesta ed il vento di scirocco la notte dell’incidente. In una nota, che ha interrotto il silenzio stampa imposto dall’istituto nautico Caboto  in virtù delle verifiche amministrative imposte dalla Capitaneria di Porto, hanno chiarito di aver adottato tutte le misure idonee per scongiurare il pericolo per le vite umane del personale di bordo nonché danni per l’ambiente marino, attraverso una puntuale attenzione alle linee guida previste per i casi di eventi straordinari – circostanza mai messa in discussione da nessuno – e con l’occasione hanno deciso di affidare la propria tutela all’avvocato Cosmo Leccese di Gaeta e all’esperto di diritto della navigazione presso lo studio Dardani di Genova.

Nello specifico  il comando e la direzione di macchina hanno voluto smentire “tutte le voci che ormai da giorni riempiono le pagine dei media con ricostruzioni piuttosto approssimative. Il passaggio del comunicato, che ha fatto sobbalzare l’istituto nautico “Caboto” di Gaeta è quando si legge testualmente che “l’armatore (la scuola di piazza Trieste o lo stesso Miur?), dal canto suo, preso atto della correttezza dell’operato, ha confermato la fiducia nella professionalità degli Ufficiali che ora dovranno occuparsi della delicata fase di messa in definitiva sicurezza dell’imbarcazione perché possa in tempi brevi ritornare allo splendore che le si addice. Si resta senza dubbio sereni, allo stato degli atti, rispetto agli accertamenti delle preposte autorità rispetto alle quali il personale sta offrendo la massima e proficua collaborazione.” L’istituto nautico “Caboto” ha preso le distanze dal contenuto di questa nota smentendo innanzitutto la sua paternità

Il comandante Vincenzo Leone, infine, l’aveva promesso: non sarà lasciato nulla di intentato e gli accertamenti proseguiti in questi giorni nei pressi della banchina “Cicconardi” del porto commerciale di Gaeta hanno evidenziato come il veliero abbia danneggiato, in più punti, anche la stessa banchina del “Salvo D’Acquisto”.

Di questa situazione naturalmente è stata informata immediatamente la stessa ex Autorità portuale del Lazio che, titolare per legge nella gestione degli ormeggi, sapeva ufficialmente che la nave scuola dell’istituto di piazza Trieste sarebbe dovuta trovarsi altrove e, più precisamente, presso al banchina Caboto nel quartiere medioevale di Gaeta S.Erasmo. L’indagine interna preannunciata dal Comandante Leone  sono finalizzate a fare chiarezza e, nello specifico, ad accertare se la nave si trovasse in un punto sicuro alla luce del proibitivo bollettino del mare. Sia la capitaneria di porto che i vertici dell’istituto nautico sono convintiche il veliero si trovasse in sicurezza e che soltanto le peggiorate condizioni meteo marine hanno fatto precipitare la situazione sino alla rottura di ben 18 cavi d’acciaio.

Saverio Forte