Il Mof di Fondi

Fondi / Mof, confiscata società di autotrasporti

Cronaca Fondi

FONDI – L’operazione “Sud Pontino” e quella “Caronte”, entrambe con al centro il Mercato Ortofrutticolo di Fondi avevano rivelato il quadro. A fare il resto ci hanno pensato le dichiarazioni di collaboratori di giustizia che lo hanno indicato quale autore di numerose condotte criminose come estorsioni, minacce e violenze, intestazione fittizia di beni. Oggi lo Stato si è appropriato di quegli strumenti con cui erano stati condizionati i trasporti della frutta nel mercato pontino. La Dia di Catania dalle prime ore di mercoledì ha eseguito un decreto di confisca definitiva dei beni nei confronti della famiglia Ercolano, ai vertici del clan mafioso dei Santapaola del capoluogo etneo.

Il provvedimento di confisca era stato emesso dalla seconda sezionale della Corte di Appello di Catania ed era divenuto irrevocabile dopo il pronunciamento della Suprema Corte di Cassazione. Tutto è partito dall’operazione “Sud Pontino” del 2006, quando l’antimafia smantellò un gruppo criminale che aveva al centro dei suoi interessi il mercato ortofrutticolo di Fondi con Vincenzo Ercolano, di 49 anni (figlio di Giuseppe Ercolano e di Grazia Santapaola, sorella di Benedetto (“Nitto”), capo storico di “cosa nostra” catanese), ritenuto come gestore e controllore dei trasporti in nome e per conto di “Cosa Nostra”. Un controllo che avveniva in stretta sinergia con i Casalesi ed il clan camorristico dei Mallardo secondo quelle che erano le ipotesi dell’accusa. Fulcro di tutto era la “Geotrans Srl”, gestita da Ercolano, ma soprattutto riconducibile alle altre aziende che aprirono nel momento in cui la stessa venne sequestrata. Questa azienda era il frutto delle attività criminali con cui veniva impedito ad altre società di operare da e verso il Mof. Chi voleva lavorare da e per il mercato ortofrutticolo di Fondi doveva farlo a tariffe ben precise, stabilite con l’unico scopo di far guadagnare la “Geotrans”.

La confisca ha riguardato sia la Geotrans che altre tre società collegate, la “Geotrans logistica Frost srl”, la “Rcl società cooperativa (era stata costituita nel 2014 da alcuni dipendenti della Geotrans Srl) e l’impresa individuale “Etr di Ercolano Cosima Palma”, per un valore totale di circa dieci milioni di euro. Per Ercolano invece è scattata la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, oltre al divieto di conseguire licenze, autorizzazioni e concessioni e fornire servizi o partecipare ad appalti per la pubblica amministrazione. Le attività investigative hanno permesso di accertare come Vincenzo Ercolano avesse disponibilità esclusiva della società “Geotrans Srl”, di cui curava in piena autonomia l’intera attività amministrativa, per quanto fosse formalmente intestatario solo del 50% delle quote del capitale sociale, nonché la totale riconducibilità di altre ditte, utilizzate per “recuperare” patrimonio aziendale e clienti della citata “Geotrans”, quando questa era già stata posta sotto sequestro. Questa società – secondo ha dichiarato la Dia di Catania – costituiva il frutto delle sue attività criminali, che gestiva con modalità tipicamente mafiose, impedendo la libera attività degli altri imprenditori in quel settore e imponendo l’entità delle tariffe da praticare (stabilite nei termini più vantaggiosi per la sua impresa), in modo tale da condizionare pesantemente il libero mercato, soprattutto nella zona di influenza.

Saverio Forte