Formia / Il Tribunale di Latina annulla il debito di un imprenditore

Cronaca Formia

FORMIA – L’imprenditore ha interrotto la sua attività nel settore dell’installazione e posizionamento di materiale elettrico nel 2013 anche a causa di un decreto ingiuntivo notificatogli dall’ufficiale giudiziario per conto di un’importante realtà creditizia nazionale. Fu destinatario di una richiesta, di restituire 60mila euro che avevano costituito lo scoperto di conto corrente bancario aperto nel lontano 1975. Dopo una battaglia giudiziaria lunga sei anni il giudice del Tribunale civile di Latina Gianna Valeri ha cancellato quel debito all’imprenditore a causa del quale ha dovuto interrompere definitivamente la propria attività economica. Questa sentenza scaturisce da un ricorso presentato per conto dell’uomo, ora 62enne, che, difeso dall’avvocato Giuseppe Valenti, ha contestato, definendole illegittime, le somme richieste dalla sua banca.

Emilio Veneziano
Avv. Giuseppe Valenti

La sentenza del Tribunale di Latina ha evidenziato nell’operatività del conto corrente come il noto istituto di credito gli avesse addebitato costi, spese ed interessi illegittimi sia all’ormai noto anatocismo che a commissioni di massimo scoperto mai pattuite. Queste anomalie sono state smascherate, in sede giudiziale, dal contenuto delle diverse perizie di parte di cui il 62enne ha beneficiato. I consulenti Francesco De Andreis e Emilio Veneziano poi hanno costretto la banca dell’imprenditore all’angolo: nella rielaborazione del dare/ avere tra le parti non solo si è raggiunto il risultato di cancellare il debito preesistente ma addirittura è stato riscontrato un credito a favore del correntista di oltre 40 mila euro per gli interessi illegittimi applicati nel corso dei 38 anni di rapporto. Il Tribunale di Latina ha così ribadito quello che viene definito “un consolidato orientamento che tende a condannare gli istituti bancari che negli anni hanno applicato condizioni inique e spesso al limite dei tassi usurari nei confronti di chi e di coloro sul territorio intendeva e intendevano investire e lavorare con dignità e serietà.

“Questa sentenza della dottoressa Valeri – ha commento Emilio Veneziano, consulente in anatocismo, usura bancaria e contenzioso tributario – se da un lato conferma un consolidato orientamento giurisprudenziale dall’altro da un’ulteriore speranza ai numerosi imprenditori che oggi complice la crisi si ritrovano a dover gestire criticità collegate al credito in alcuni casi veramente esasperanti”.

Saverio Forte