Sperlonga / Doppia delibera pubblicata sull’albo pretorio, scoppia il caso

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SPERLONGA – E’ finita nel mirino non soltanto dei giornalisti, accusati di aver divulgato un dossier dei Carabinieri inviato alla Dda di Roma sul tentativo di infiltrazione della camorra nel piano integrato di Sperlonga, ma anche del movimento civico “Partecipazione Attiva”. Ora il suo coordinatore Nicola Reale chiede direttamente l’intervento della Procura di Latina sulle presunte stranezze che avrebbero caratterizzato l’adozione e la pubblicazione da parte della Giunta municipale della delibera numero 56 del 9 maggio con cui l’esecutivo guidato dal sindaco Armando Cusani nominava l’avvocato Romolo Reboa per tutelare il diritto d’immagine del comune, in altre parole per chiedere di perseguire civilmente e sul piano risarcitorio alcuni giornalisti. Il movimento civico “Partecipazione attiva” ha ora scoperto che l’atto deliberativo, avente lo stesso argomento, è stato pubblicato due volte sull’albo pretorio on line del comune di Sperlonga. Sin qui nulla di ineccepibile, capita la ripubblicazione di atti amministrativi con alcune modifiche di natura formale e sostanziale.

Ma nella prima delibera numero 56 risultano presenti tutti gli assessori e il sindaco di Sperlonga Armando Cusani. Infatti, all’ all’inizio del verbale si legge testualmente: “Constatato il numero legale degli intervenuti Armando Cusani assume la presidenza e dichiara aperta la seduta…” Lo stesso verbale si chiudeva con la firma del sindaco e due volte presidente della Provincia. Nella seconda delibera, sempre la numero 56 del 9 maggio, sono presenti la stessa segretaria comunale, Massimina De Filippis, gli stessi assessori ma è assente stranamente il sindaco Cusani, per cui il verbale, pur avendo in tutto lo stesso contenuto, differisce soltanto all’inizio, dove è scritto: “Constatato il numero legale degli intervenuti Francescantonio Faiola assume la presidenza e dichiara aperta la seduta”. Lo stesso verbale si chiude infatti con la firma del vice sindaco Francescantonio Faiola”. Il movimento civico “Partecipazione attiva” chiede l’apertura di un’indagine e si appella al sarcasmo: “Abbiamo assistito a giochi di prestigio di straordinario fascino e abilità – commentata il suo coordinatore, l’ex capogruppo di opposizione Nicola Reale – ma mai avremmo potuto immaginare che quei bravi amministratori giungessero addirittura a fare i miracoli. Si è verificato che la segretaria comunale e alcuni assessori sono riusciti improvvisamente a smaterializzarsi riuscendo così a vivere nello stesso momento e nello stesso luogo due realtà diverse. Noi certamente nutriamo un sacro rispetto per i miracoli e devota ammirazione per coloro che li fanno – conclude Reale – ma non vorremmo che qualcun altro, meno rispettoso di noi, mettesse in secondo piano il prodigio e focalizzasse l’attenzione sull’ipotesi di reato di falso in atto pubblico.”

In questi giorni di forte pressione mediatica nei confronti del comune di Sperlonga l’assenza del gruppo di opposizione di “Sperlonga Cambia” è stata surrogata di nuovo dal coordinamento “Partecipazione attiva” che ha deciso di monitorare la legittimità della delibera di consiglio comunale numero 5 del 29 marzo, uno strumento, che se letto con attenzione, risulta essere un marchingegno diabolico per sanare, con una sorta di condono mascherato, i moltissimi casi di abusivismo perpetrati negli anni sul territorio comunale di Sperlonga”. L’Amministrazione Cusani ha stilato un Piano delle alienazioni immobiliari inserendovi tutte le costruzioni abusive oggetto di ordinanza di demolizione ma mai abbattute. “In questo modo una ottantina di immobili abusivi sono stati fatti diventare patrimonio comunale, sono cioè entrate nella disponibilità del Comune – osserva Reale – La legge non prevede, infatti, che un bene edilizio abusivo colpito da ordinanza di abbattimento non eseguita diventi a tutti gli effetti proprietà del Comune. Quel bene entra nella piena disponibilità del Comune solo in quanto il Comune è obbligato a demolirlo a spese dell’ex proprietario, oppure, eccezionalmente, a destinarlo a usi di comprovata utilità pubblica. Quindi, per la legge italiana, un immobile abusivo che è stato sottoposto a ordinanza di abbattimento non può avere altro destino che essere abbattuto, tranne casi eccezionali che la legge stessa individua espressamente. Un decreto di abbattimento, per così dire, è “per sempre”, e nessuna delibera consiliare al mondo può inventarsi un modo per evitarne l’esecuzione”. Insomma con questo provvedimento consiliare non solo poco più di un’ottantina di immobili abusivi sono entrati a far parte illegalmente del patrimonio comunale ma la stessa delibera prevede che essi possano poi essere venduti all’asta, concessi in locazione o affidati in concessione a privati.

Reale avanza le sue perplessità quando scrive come ciò avvenga “in contrasto con la legge dello Stato dal momento che gli stessi ex proprietari abusivi potranno tranquillamente rientrare in possesso dei loro immobili che invece avrebbero dovuto essere abbattuti.” Una “seconda forte perplessità” deriverebbe dal fatto che l’Amministrazione comunale di Sperlonga, “nel concepire questa genialata”, si sarebbe ispirata alla legge regionale n.19/2017 della Regione Campania, a firma del governatore Vincenzo De Luca. “Ora non c’è chi non comprenda che il comune di Sperlonga debba rispondere – pungola il responsabile di questo movimento civico – alle normative della Regione Lazio, ma siccome la legge della Regione Lazio si attiene scrupolosamente alla legge nazionale, non restava altra possibilità che fare proprio il verbo di Vincenzo De Luca”.

Ma c’è di più. Anche se, per assurdo, il Comune di Sperlonga passasse, armi e bagagli, a far parte della Regione Campania, il problema non verrebbe risolto “perché la legge 19/2017 è stata dichiarata incostituzionale dalla sentenza n.140/2018 della Corte Costituzionale. Quindi, il Comune di Sperlonga ha deliberato sulla base di una legge dichiarata incostituzionale. E Reale rincara la dose quando parla di un’altra furbata: l’Amministrazione comunale di Sperlonga ha pensato bene di portare i diversi milioni provenienti dal valore degli immobili illegalmente acquisiti a consolidamento del bilancio comunale, così da mettere a posto i conti piuttosto dissestati delle casse comunali. “Per questa vicenda i bravi amministratori comunali di Sperlonga devono sperare che nulla arrivi alle orecchie della Corte dei Conti, la quale, dio non voglia, potrebbe anche tirar fuori un’accusa di falso in bilancio e quindi sciogliere il consiglio comunale”. E, per finire, l’alienazione a terzi degli immobili abusivi acquisiti “andrebbe a legittimare e consolidare una nuova situazione urbanistica facendo a meno, con un colpo di bacchetta magica, di approvare qualunque variante al Piano Regolatore”. Il movimento civico “Partecipazione attiva” offre una ragione politico-elettorale sull’operazione messa in campo con la delibera consiliare n.5/19 e attacca frontalmente la silenziosa opposizione consiliare: “E’ finalizzata a blindare per altri decenni il consenso di centinaia e centinaia di elettori beneficiati dalle stravaganze di questa amministrazione. Mentre le stelle – attacca frontalmente Nicola Reale stanno a guardare”.

Saverio Forte