FORMIA – “Con sentenza dello scorso 8 Ottobre il giudice del tribunale di Cassino ha annullato la sanzione disciplinare irrogata dalla Formia Rifiuti Zero srl nei confronti dell’allora spazzino Vincenzo Giuffrida, in quanto – come previsto dalla legge L.300/70, in tema di sanzioni disciplinari, all’art. 7, comma 2 e 3, “il datore di lavoro non può adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti del lavoratore senza avergli preventivamente contestato l’addebito e senza averlo sentito a sua difesa”. La sanzione disciplinare era consistita in una trattenuta sulla busta paga di 64,18 euro, per essere stato sorpreso – ipotesi mai dimostrata – dall’amministratore delegato Rossi – al lavoro senza il giubbotto catarinfrangente in dotazione al personale della Formia Rifiuti Zero srl”. E’ quanto scrive il Circolo “Enzo Simeone” del Partito della Rifondazione Comunista di Formia.
“Proprio sull’abbigliamento da lavoro nel periodo estivo – continua la nota – lo spazzino Vincenzo Giuffrida – in qualità di RSU del sindacato USB e responsabile dei lavoratori per la sicurezza – aveva più volte avuto a che dire, durante gli incontri con l’azienda, lamentandosi che era inidoneo all’uso. Quindi non ci sentiamo di escludere che il provvedimento disciplinare sia stata una forma di ritorsione nei confronti di Vincenzo Giuffrida, un lavoratore scomodo e per di più comunista. D’altronde quest’ultimo in qualità di sindacalista aveva più volte fatto notare alla direzione aziendale, nonché all’allora assessore all’ambiente Claudio Marciano, che le condizioni di lavoro degli operai erano pessime. Nel novembre 2016 l’uomo della provvidenza – così era stato descritto da chi lo ha assunto – era addirittura arrivato a insultare i sindacalisti con la frase: “Io mi trovo dal Sindaco, ma che posso sospendere l’incontro col sindaco per tre coglioni e stronzi!”
Da qui una querela depositata presso la stazione dei carabinieri di Formia. A quanto ci risulta questo atteggiamento intimidatorio non ha prodotto nessun provvedimento disciplinare nei confronti di Raphael Rossi, dando l’idea che l’allora amministrazione comunale ne condivideva i metodi. Lo conferma inoltre il fatto che è stato lasciato al suo posto. Silenzio ovviamente anche dalle altre forze politiche, perfettamente inserite nel sistema di potere che governa la nostra città. Eppure di elementi ne avrebbe avuta l’allora amministrazione Bartolomeo, per chiedere conto del suo operato e provvedere quanto meno a sanzionarlo. Proprio all’inizio del 2016 la commissione per il controllo analogo – guidata dall’allora dirigente all’ambiente Stefania Della Notte – gli aveva contestato una serie di violazioni, alcune delle quali anche gravi, quali ad esempio: “Documentazioni mancanti, affidamenti di servizi senza evidenza pubblica, affitto di immobili di cui non si conosce lo scopo, mancata fornitura per tempo degli atti richiesti, mancate rendicontazioni sui costi dei servizi, violazione delle procedure di trasparenza, addirittura figure esterne scelte senza mai avere svolto l’attività richiesta, mancato rispetto del piano industriale (!), violazione delle corrette procedure di gara per fornitura dei mezzi”. E nemmeno questo aveva prodotto alcuna reazione da parte dell’amministrazione Bartolomeo.
Non crediamo – conclude la nota – sia più tollerabile alcun atteggiamento piratesco dell’amministrazione che deve chiaramente dire da che parte stare: con i lavoratori o con Raphael Rossi. Da parte nostra non possiamo che continuare a sostenere quanti lottano contro un sistema che lede la dignità dei lavoratori, né tanto meno tollereremo quanti avvallano tali atteggiamenti lesivi. I lavoratori non si toccano: punto e basta”.