Formia / Due anni fa moriva Michele Forte

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FORMIA – Voleva bene a Formia forse quanto ne voleva alla sua insperabile moglie Liliana. Erano talmente indivisibili al punto che esattamente due anni fa, il 29 settembre, in un giorno che tanto adorava (quello del suo onomastico) con un gesto naturale e istintivo, dopo un bacio si è addormentato definitivamente su di lei in quella drammatica ed inutile corsa di buon mattino verso il pronto soccorso dell’ospedale “Dono Svizzero”. Qualche anno fa, quando era uno degli uomini politici più potenti ed influenti dell’intera provincia ( e non solo) confidò al cronista: nel mosaico dell’azione politico-amministrativa di Formia bisogna inserire, e subito, due tessere insostituibili, il porto turistico e la realizzazione della strada Pedemontana. Questo puzzle è rimasto incompleto e forse lo rimarrà per sempre. Che peccato. In effetti, il senatore Michele Forte, nonostante le sue 78 primavere, non si è mai sentito vecchio sul piano anagrafico.

A due anni dalla prematura scomparsa, vecchia e grigia è diventata improvvisamente, invece, Formia, una città, una comunità per le quali si è tanto speso nella sua ultraquarantennale carriera politica. Amici ne ha avuto moltissimi ma anche tanti nemici o avversari che, alla fine, gli hanno dovuto rendere l’onore delle armi. Ma è la vita… Il più volte sindaco di Formia, un autentico “animale politico” nel senso più totale del concetto Aristotelico, ha affrontato a testa alta con un’invidiabile irriducibilità le fasci discendenti che hanno costellato immancabilmente la sua ultradecennale carriera: ha avuto il carattere, anche nei momenti più bui, da non augurare il male neppure al più acerrimo avversario. Lasciava tutti liberi di dire e di fare quello che si riteneva più opportuno. Al senatore Forte il coraggio non è mancato quando ha mandato in soffitta la storica alleanza di centrodestra che ha governato per un ventennio la provincia pontina e moltissimi suoi comuni importanti.

Per il senatore di Formia le istituzioni, lo Stato, arrivavano prima degli schieramenti, della stessa politica. L’ha dimostrato, pagando personalmente un caro prezzo, in occasione del suo personale voto contrario alla censura nei confronti dell’ex Prefetto di Latina Antonio D’Acunto sul caso-Cusani in Provincia e, nei primi anni novanta, quando era facile bersaglio della stessa autorità giudiziaria. Mai una parola fuori posto, una lamentela nei confronti di uno dei tre poteri dello Stato. Per averlo fatto ha avuto una tempra, una sicurezza ed una forza d’animo che un normale uomo politico avrebbe dovuto assecondare, con il tempo, all’umana rassegnazione e stanchezza. Ma l’ex sindaco Forte tanto “normale” non era: la sua intelligenza e lungimiranza politica lo portavano a calcolare i vantaggi ma anche le conseguenze di una qualsivoglia azione politico-amministrativa. Il suo merito è che ha esercitato questo ruolo alla luce del sole, con una trasparenza d’animo che i suoi detrattori (avversari o presunti amici di coalizione) gli hanno dovuto riconoscere soltanto in occasione della sua camera ardente o degli stessi funerali. Michele Forte è stata sempre un nobile democristiano della primissima generazione, attaccato ad una città e ad un territorio, il sud-pontino, in maniera quasi epidermica: uno dei suoi più grandi meriti è di aver contribuito ad ultimare quella necessaria fase di ricostruzione, sul piano sociale ed economica, del dopo-guerra, con i suoi tanti pregi ma anche gli innegabili errori che ammetteva senza tentennamenti e calcoli elettorali.

Dopo due anni, Formia ed il sud-pontino sono ora più poveri, senza dubbio. Hanno perso un Ulisse, genuino e popolare, capace di avere e maturare un’ampia visione organica del territorio e di spingersi più in là dei naturali confini dello stesso comprensorio. L’attuale guida di Formia, seppur agli inizi di un mandato elettorale inedito, difetta di questa concezione. Ed il sindaco originario di Maranola quando li trovava gli spazi e i margini politici di manovra li faceva fruttare anche a Terracina, nel capuologo, a nord, a Cisterna e a Aprilia, e finanche a Roma dove ha conosciuto la sua meritata consacrazione politica ottenendo un seggio a Palazzo Madama. Un risultato impensabile nella metà degli anni settanta per quel vulcanico dipendente Enel della centrale nucleare del Garigliano con la passione delle motociclette. Michele Forte è stato, dunque, un esploratore, un ruolo che ha sempre svolto scindendo – da subito – l’aspetto umano da quello politico. Questa separazione l’ha effettuata con tutti i suoi interlocutori, siano stati politici alleati e non, semplici elettori (con i quali intratteneva e coltiva un rapporto costante e diretto e mai opportunistico sul piano elettorale) o con gli stessi giornalisti.

Un giorno ci disse che svolgiamo un “mestiere pericoloso”. Molti l’hanno banalizzata questa affermazione. In essa c’era, invece, tanta umanità nei confronti di una categoria che nei suoi riguardi non è stata mai tenera. Anzi, a volte, è stata anche prevenuta. Michele Forte, carattere tosto e dai modi spiccioli, quando non condivideva un resoconto giornalistico alzava egli stesso la cornetta e, riconoscendoti una sacrosanta libertà di espressione e di pensiero, rivendicava il diritto ad essere ascoltato. Altro che ricorso alle carte bollate e alla spada di Damocle della denuncia per diffamazione e del risarcimento danni. Non l’ha mai fatto. La grandiosità di questo personaggio sta tutta qui Formia e il Golfo a due anni di distanza lo piangono perché hanno perso una guida, un punto di riferimento tutt’altro che qualunquistico e la mancata risoluzione e le annose emergenze attualmente sul tappeto – quale tipo di sviluppo economico e sociale da garantire a questa terra, benedetta dal Padreterno, un po’ meno dalla sua classe dirigente – lo conferma appieno. Michele Forte è stato etichettato, a torto, di impersonare il Male assoluto.

Teologicamente se esiste il male, deve esserci anche il Bene. Poiché questo valore è carente anche a queste latitudini, i moralizzatori (o pseudo tali) della politica nostrana facciano ammenda e senza tentennamenti. A due anni di distanza è ancora possibile recitare un doveroso e sincero “mea culpa”. Una messa di suffragio, a due anni dalla scomparsa del Senatore Michele Forte, sarà officiata sabato 29 settembre, alle 18.30, presso la chiesa della Santissima Annunziata nella frazione di Maranola a Formia. La sua Maranola.

Saverio Forte