Itri / Pozzi illegali, i proprietari ricorrono al Tar

Cronaca Itri

ITRI – Si allungano i tempi per la risoluzione dell’intricata controversia legata alla funzionalità di setti pozzi che, dislocati a macchia di leopardo sul territorio comunale di Itri e originariamente autorizzati solo per finalità agricole e irrigue, si sono trasformati col tempo in fonti di approvvigionamento per quasi 4000 persone e 1000 utenze domestiche in numerose località e contrade agricole del territorio aurunco. La Provincia di Latina con il suo provvedimento di diffida – non avrebbe potuto fare diversamente sulla scorta della subdelega ricevuta dalla Regione – ha confermato la sua irremovibilità circa la decisione di portare avanti il suo decreto di chiusura dei pozzi con immaginabili conseguenze di natura igienico-sanitaria. Ma intanto si stanno mobilitando i proprietari dei pozzi che, titolari di specifiche concessioni, si sono riuniti per dare mandato all’avvocato Cosmo Leccese di presentare entro la prima settimana di maggio un ricorso d’urgenza al Tar contro la diffida emessa dalla responsabile del settore Ambiente della Provincia, Nicoletta Valle.

I proprietari hanno l’interesse di guadagnare tempo sulla gestione di una materia – la distribuzione a terzi dell’acqua irrogata da pozzi privati – sulla qualche esiste – e lo hanno confermato un po’ tutte le parti in causa – un vuoto normativo a cascata per permettere di affrontare serenamente la tranquillità. I pozzi producono profitto e i loro proprietari con questo ricorso al Tar vogliono mettere il carro davanti ai buoi per evitare che, a fronte di un’inerzia ai diversi livelli istituzionali, i pozzi, alla vigilia dell’inizio dell’estate, possano essere chiusi d’autorità da qualche polizia giudiziaria. Chiamato in causa da più parti, il sindaco di Itri Antonio Fargiorgio non ha voluto commentare l’iniziativa di autotutela promossa in questi giorni dai proprietari dei pozzi, un ricorso che – a suo dire – è legittimo ma ha un oggettivo carattere di provvisorietà… fermo restando che alla presa di posizione della Provincia non deve essere attribuito – ha detto l’avvocato Fargiorgio – un carattere da ultima spiaggia perché “le cose stanno diversamente”.

Il sindaco di Itri ha voluto, invece, sottolineare di non essere rimasto con le mani in mano e di aver esperito una serie di iniziative istituzionali. La prima con la stessa dottoressa Valle per individuare la soluzione migliore che permetta alla Provincia di sospendere il suo decreto di chiusura dei pozzi “illegali” (con cui lo stesso comune di Itri è stato invitato ad elevare sanzioni pecuniarie salatissime) e tutelare anche gli interessi di 4000 persone che al momento rischiano – anche se in forma ipotetica – di lasciare le rispettive abitazioni per motivi igienico-sanitari. Il sindaco Fargiorgio ha esternato alla dottoressa Valle la proposta scaturita dal consiglio comunale di Itri di sospendere l’efficacia del proprio decreto di chiusura dei cinque pozzi per un periodo minimo di 12 mesi prorogabile a 24 nelle more di una definizione normativa e tecnica dell’intera emergenza. La Provincia agisce normativamente per conto di una delega assegnatele dalla regione su questioni di natura ambientale.

Il sindaco di Itri conferma il suo orientamento, amministrativo e legale, a percorrere la strada alternativa di pubblicizzare l’intera controversia, magari istituzionalizzando tanti micro-consorzi quante sono le realtà territoriali interessati di cui farebbero parte il comune, i privati (proprietari dei pozzi esistenti) e la stessa Regione. Da qui la scelta di promuovere un filo diretto con il responsabile della direzione regionale “Risorse idriche e difesa del suolo” Marco Lasagna al quale ha fotocopiato l’intero e voluminoso carteggio con l’intento di tutelare le necessità igienico-sanitarie ed agricole di migliaia di cittadini e, ancor prima, rispettare la legge. Caustico il consigliere comunale del Movimento cinque stelle Osvaldo Agresti: “ Simpatica la tesi della consultazione in Regione dove non si può far nulla se la dirigente del settore ambiente della Provincia rimane sulle sue posizioni. Intanto i pozzi sono diffidati ad erogare acqua e i proprietari rischiano imputazioni penali per la violazione della diffida! il sindaco è nei guai e 4000 cittadini pure…”

Saverio Forte