Formia / Operazione “Dusty Trade”, accuse di corruzione per un giudice di Trivio

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FORMIA – Anche la minuscola e tranquilla frazione di Trivio a Formia è stata interessata questa mattina dalla brillante operazione “Dusty Trade” che, condotta dal comando provinciale della Guardia di Finanza sotto il coordinamento dei sostituti Luigia Spinelli e Giuseppe Bontempo della Procura della Repubblica di Latina, ha permesso di smascherare un presunto collaudato sistema corruttivo all’interno di due uffici cardine del Fisco pontino: l’Agenzia delle Entrate e la Commissione tributaria provinciale. E un componente di quest’ultimo organismo, un giudice non togato, Enzo De Meo, di 75 anni,vive proprio a Trivio, finito in carcere con la pesantissima accusa di corruzione per aver ottenuto somme di danaro ed un posto di lavoro per una nuora. A promettere battaglia sono i due suoi legali, gli avvocati Andrea Di Croce e Giuseppe Masiello, sin dall’interrogatorio di convalida in programma nei prossimi giorni davanti il Gip del Tribunale di Latina Mara Mattioli.

“Il capo di imputazione a carico del nostro assistito è uno soltanto e apparentemente molto pesante – hanno commentato gli avvocati Di Croce e Masiello – ma del posto di lavoro concesso alla nuora non c’è traccia alcuna”. La storia. La società “Costruzioni “V srl” di Aprilia era stata destinataria di due avvisi accertamenti nella primavera del 2016. Naturalmente la parte soccombente produsse, attraverso un consulente (Salvatore Martano) e l’amministratore (Giovanni Vartolo), due distinti ricorsi che vennero discussi in due udienze della commissione provinciale tributaria: il primo, il 15 marzo 2016, venne accolto totalmente, il secondo (il 19 maggio dello stesso anno) parzialmente. Come? La sentenza del giudice De Meo “ridusse il coefficiente di redditività dal 26%, originariamente applicato dall’Agenzia delle Entrate, allo 0,58%, con un conseguente abbattimento dell’imponibile ai fini dell’imposta Ires”.

Trascorsero alcuni giorni ed entrò in scena un quarto soggetto, Rinaldo Moscatelli, dipendente della società in affanno con il fisco e collaboratore di Giovanni Vartolo. Cosa doveva fare? Consegnare a Salvatore Martano “il danaro da far pervenire al giudice De Meo”, somme “pari ad almeno 3000 euro” e l’assunzione di M.L (la nuova dell’ex funzionario Asl) presso lasocietà “Jeil servizi società cooperativa”. Pochi sapevano (sino ad oggi) di questa particolare attività di De Meo, componente “laico” della commissione tributaria provinciale di Latina. Ne erano a conoscenza soltanto i suoi ex colleghi di lavoro, i dipendenti amministrativi della direzione sanitaria dell’ospedale Dono Svizzero di Formia. Qui De Meo alcuni anni fa ha coltivato, seppur indirettamente, la sua terza passione, quella per la politica. Esistevano ancora i consiglieri di circoscrizione a Formia e De Meo – aspetto bonario e sempre pronto alla battuta – venne eletto per una lista di centrosinistra nell’assemblea del suo paese, Trivio. Ma quella della politica è stata una stagione breve per De Meo in una realtà, quella collinare (e non solo) di Formia, storicamente dominata dal centrodestra.

Intanto è risultato destinatario, insieme ad altre 12 persone, di un’ordinanza che, illustrata in una conferenza stampa dal sostituto Procuratore Luigia Spinelli, dal Procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dal comandante del comando provinciale delle Fiamme Gialle Michele Bosco – è stata considerata un prosieguo, un’appendice finale dell’inchiesta “Super Job” condotta nei giorni scorsi e culminata con l’arresto di 18 persone. Il lavoro della Finanza era stato favorito dalle immancabili intercettazioni telefoniche e ambientali che avevano permesso di ricostruire un vero e proprio sistema di corruzione coinvolgendo tre funzionari, tra cui due impiegati dell’Agenzia delle Entrate di Latina e uno invece all’Inps di Pomezia. Anche qui il solito tran tran: soldi in contanti da parte di professionisti e imprenditori in cambio di notizie ed informazioni sulle attività di controllo ed accertamenti o per avere un trattamento tributario più “leggero”. Uno dei funzionari corrotti invece dei soldi ha preferito ricevere come tangente la droga e, in particolare , alcuni dosi di cocaina e in quest’ambito che sono stati arrestati anche quattro spacciatori di Aprilia.

Saverio Forte