Formia / La Casa Giusta: grande festa per l’inizio delle attività per il 2018

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FORMIA – Il recupero dei beni confiscati alla criminalità organizzata può avvenire concretamente solo se il contenuto dei progetti che li accompagna è sufficientemente valido. Soprattutto sotto il profilo sociale e della completa e pubblica fruibilità. Con questi intenti è stata organizzata, complice una bellissima giornata di sole, una colorata festa da parte di chi, un anno fa… in questi giorni, è diventato il nuovo gestore della monumentale villa di quasi 900 metri quadrati realizzata in riva al mare, su un terreno di 2333 metri quadrati, in località Acquatraversa a Formia, un tempo di proprietà dell’ex vice-sindaco democristiano di Santa Maria Capua Vetere contiguo con il clan camorristico dei Casalesi. Si tratta dell’associazione temporanea di impresa che, formata da due associazione cittadine, l’”Aquilone” e “Nuovo Orizzonte”, e dalla cooperativa sociale “Alternativa Silos” di Guidonia, si è aggiudicata con il progetto “La Casa Giusta” il bando pubblico promosso dal comune di Formia per la gestione di un bene di cui è proprietario dal 2000. La struttura ospita 15 donne con bambini richiedenti asilo politico e protezione internazionale – le assolute protagoniste del significativo momento di aggregazione – e sviluppa specifiche attività mirate all’accoglienza e all’inclusione delle persone diversamente abili, soprattutto giovani.

La festa in riva al mare, al ritmo dei suoni della tradizione popolare aurunca, è servita anche per illustrare diverse le iniziative in agenda per il 2018. Le ha anticipate Federica Marciano, dell’Ats “La Casa Giusta”: si tratta di laboratori teatrali, di sartoria sociale, di lingua per giovani e adulti e di cucina per ragazzi con disabilità, di sale prove e sale registrazione per gruppi musicali del territorio, cineforum, teatro, giornate destinate alla formazione a favore delle imprese del terzo settore a seguito dell’entrata in vigore della nuova riforma, una ludoteca ed un luogo in cui raccogliere viveri e vestiti da destinare alla mamme del Golfo in difficoltà. Al momento gli enti aderenti al progetto, a livello locale, e partner dell’Ats “La casa giusta” sono l’associazione “Teatro ko”, “Terra prena”, “Terra prena”, “Arci mediterranea” ed il progetto sartoria “Waste”. Ma la villa di Acquatraversa vuole essere di tutti e, in quest’ottica, a febbraio sarà organizzata una riunione aperta a tutte le associazioni del territorio e ai cittadini che vogliano proporre attività e iniziative. Insomma la villa di via San Giovanni Paolo II non vuole essere più un luogo “privato” ma…“una casa giusta” per diventare nei prossimi cinque anni – l’appalto dura sei anni, prorogabile – un punto di riferimento per tutti.

L’Ati vincitrice del bando ora vuole condividere un ben percorso ben preciso per essere al fianco di chi ne ha bisogno e – lo sperano tutti – “…senza fini di lucro”. Che quello in corso sia “un passo importante” l’ha sottolineato anche il presidente uscente della commissione consiliare del comune di Formia che si è occupata del recupero dei beni confiscati alla criminalità organizzata, l’avvocato (ora candidato alla Regione per “Liberi e uguali”) Giuseppe Bortone: “Le ragioni del mancato utilizzo operativo di beni confiscati dallo Stato alla criminalità organizzata e assegnati ai Comuni vanno ricercate purtroppo nel complesso di norme stratificatesi e nel lungo lasso di tempo che intercorre, quasi sempre, tra il sequestro e l’eventuale confisca dei beni, nelle innegabili difficoltà in cui incorrono sia l’Autorità Giudiziaria che le stesse Amministrazioni giudiziarie e, non ultimo, nella scarsità delle risorse finanziare necessarie a coprire i bisogni che possono essere di genere diverso: dalle ristrutturazioni degli immobili spesso vandalizzati alla loro messa a norma e sicurezza, passando per le spese di gestione e manutenzione ordinaria”. Insomma, occorre sensibilizzare ora il legislatore sull’opportunità di una disciplina più snella, organica e veloce così da garantire concretamente il pieno riutilizzo dei beni confiscati.

Saverio Forte

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