Botox per uso terapeutico, lo studio odontoiatrico Andreoli-Simeone tra i primi in Italia

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SUD PONTINO – Nuove terapie per fronteggiare antiche problematiche del settore. Da oggi si possono trattare patologie odontostomatologiche con il ricorso alla tossina botulinica da sempre utilizzata esclusivamente per finalità estetiche. Questa metodica terapeutica, già sperimentata ed utilizzata in diversi paesi nel mondo, in Italia è ancora agli esordi e due professionisti pontini, il dottor Enrico Andreoli e la dottoressa Francesca Simeone, dell’omonimo studio odontoiatrico associato (Via delle Terme 191 a Castelforte e Piazza Mare dell’Arco 8 a Gaeta) sono tra i primi nel nostro paese ad adottare questi metodi terapeutici e a diversificare, innovandolo, l’utilizzo terapeutico del “Botox” in base alle oggettive situazioni e condizioni.

Andreoli e Simeone hanno importato questa tecnica dal Brasile e dal Portogallo, dove si sono formati, e hanno collaborato con insigni docenti internazionali con i quali nel mese di febbraio hanno deciso di organizzare un corso di formazione rivolto ai medici e agli odontoiatri che vogliono avvicinarsi a questo nuovo metodo terapeutico. Il corso rappresenterà un primo step, importante, del corso di specializzazione di Chirurgia Odontostomatologica Avanzata, di cui il dottor Andreoli è direttore, e si terrà presso lo studio odontoiatrico Castelforte, in provincia di Latina. Nell’ambito della formazione di Chirurgia Odontostomatologica Avanzata finalizzata all’insegnamento dell’utilizzo della tossina botulinica, il corso illustrerà anche le linee guida delle nuove tecniche riguardanti l’implantologia zigomatica, quella pterigoidea e le riabilitazioni protesiche che sono molto complesse.

“In questa ottica pensare oggi al “Botox” come trattamento puramente estetico é fuorviante e anacronistico – dichiarano Enrico Andreoli e Francesca Simeone – La tossina botulinica rappresenta, invece, un trattamento validissimo per diverse patologie e nella fattispecie è utilizzata a scopo terapeutico in diverse condizioni della bocca. Rappresenta dunque l’evoluzione delle tecniche tradizionali e si può affermare che é il farmaco del XXI secolo”. In ambito odontostomatologico attualmente il “Botox” viene utilizzato per il trattamento di tutti i sintomi legati alla disfunzione temporomandibolare che comprendono sia il malfunzionamento dell’articolazione temporomandibolare (Atm)sia della muscolatura masticatoria e delle strutture annesse. Questa patologia colpisce una fetta abbastanza estesa di popolazione, anche di giovane età, per questo motivo la terapia con il “Botox” é un trattamento sempre più utilizzato e ricercato.

Si concretizza con le iniezioni di tossina botulinica nei muscoli masticatori da eseguire con una ciclicità di 4 mesi in un anno ( 3 volte l’anno. L’obiettivo é ridurre la potenza della muscolatura che continuerà a funzionare ed assolvere a tutte le funzioni proprie ma non ha la forza necessaria a creare tutte quelle condizioni patologiche che un malfunzionamento muscolare determina. I pazienti che vengono sottoposti a questo trattamento sono quelli che presentano dolore muscolare della mandibola, ai danni dell’articolazione e della regione temporale ( mal di testa), click e/o altri rumori articolari, digrignamento dei denti e bruxismo con conseguenti danni a carico dell’apparato dentario. Finora il trattamento di questi problemi prevedeva lo svolgimento di una terapia farmacologica con antinfiammatori nelle fasi acute e, nella fase successiva, l’utilizzo di dispositivi meccanici di svincolo – chiamato Bite”- da utilizzare soprattutto di notte che da un lato avevano l’obiettivo di svincolare l’articolazione e di conseguenza di rilassare i muscoli e dall’altro di proteggere i denti dai danni che un’attività muscolare anomala determina. Attualmente con il depotenziamento dei muscoli masseteri e dei temporali, che si ottiene con l’iniezione della tossina botulinica, si intende eliminare la causa di questa disfunzione modificando l’attività muscolare che, a sua volta, determina non pochi danni.

Il trattamento é individualizzato sul singolo paziente, il dosaggio dipende dall’intensità dell’attività muscolare e dalle dimensioni del muscolo. In ogni caso il muscolo ritorna alla sua condizione originaria al termine dell’effetto della tossina. Per questo motivo é necessario ripetere il trattamento ogni 4 mesi per 3 volte in modo tale da garantire un riadattamento muscolare definitivo. “Ad oggi rappresenta un trattamento valido che non presenta effetti indesiderati – concludono i dottori Enrico Andreoli e Francesca Simeone – E’ anche innovativo perché sinora una certa consuetudine considerava il botulino fine a se stesso solo per trattamenti esclusivamente estetici. Invece ora le innovative potenzialità di questo farmaco ci permettono di risolvere problematiche importanti dal punto di vista funzionale”.

Saverio Forte