Camorra, arrestato Giovanni Lubello, ex marito di Katia Bidognetti

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FORMIA – A distanza di dieci mesi si conclude, di fatto, l’operazione anti-camorra “Re-start” con cui il 2 febbraio scorso furono eseguite da parte delle forze dell’ordine 31 ordinanze di custodia cautelare con le ipotesi di reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, ricettazione ed estorsione nei confronti di appartenenti alla fazione Bidognetti, una delle componenti dominanti del clan dei Casalesi. L’arresto eccellente venne operato a Formia quando venne raggiunta da un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di associazione a delinquere di stampo camorristico la terzogenita di “Cicciotto è mezzanotte”, la 35enne Katia Bidognetti. L’ex marito, Giovanni Lubello, ottenne dal Gip del Tribunale di Napoli Maria Luisa Miranda i “domiciliari” presso la sua abitazione in via della Conca per un episodio estorsivo risalente al 2010 quando l’ex moglie, in forza del suo importante cognome, avrebbe costretto i gestori di un resort della provincia di Caserta ad acquistare una partita di vino proprio da Lubello.

L’uomo nella giornata di giovedì è finito nel carcere napoletano di Secondigliano dopo che l’ottava sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato il pronunciamento dello scorso luglio del Tribunale del Riesame secondo il quale era legittima l’istanza dei sostituti procuratori della Dda campana Alessandro D’Alessio e Cesare Sirignano circa un inasprimento della misura cautelare per l’uomo che, nel frattempo, durante la sua ultima permanenza in carcere, aveva deciso di separarsi da Katia Bidognetti con cui aveva vissuto a lungo a Itri.

L’arresto di Giovanni Lubello da parte del Gruppo di Formia della Guardia di Finanza fa seguito al pronunciamento dei giorni della quinta sezione penale della stessa Cassazione che aveva confermato la custodia cautelare presso il carcere di Messina di Katia Bidognetti perché considerata il vero collante tra il padre, boss capo del clan e detenuto da anni a L’Aquila al 41bis, e l’esterno. I legali della figlia di ‘Cicciotto è mezzanotte avevano provato, ma senza successo, a impugnare le presunte modalità scorrette con le quali sarebbe stata intercettata la loro assistita. Katia Bidognetti, dopo la separazione, si era trasferita a Formia dove abitava in un appartamento di un elegante parco residenziale in via Madonna di Ponza.

Venne arrestata, tra l’altro, insieme ad altri familiari di primissimo piano: la sorella Teresa, il fratello Vincenzo e Orietta Verso, moglie di Raffaele Bidognetti, secondogenito di Cicciotto, il cui coinvolgimento venne fatto grazie alle numerose indagini della Dda di Napoli ma anche alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia tra i quali Anna Carrino, arrestata nel 2007, madre delle due ragazze e compagna del boss. Nelle 1300 pagine dell’ordinanza del Gip Miranda la “rampolla” di “Cicciotto e mezzanotte veniva considerata colei che decideva la distribuzione degli stipendi ai componenti della famiglia; l’assistenza economica e legale ai familiari in carcere; la veicolazione di direttive e comunicazioni “da e per” il carcere; il sostentamento, anche attraverso il reperimento di posti di lavoro, di familiari. La donna, madre di due bambini, nel frattempo affidati al nuovo compagno, era considerata nullatenente ma poteva sostenere un tenore di vita molto alto.

Dall’ordinanza del Gip Miranda emerse come i rapporti tra Katia e la sorella Teresa, finita ai domiciliari perché in stato di gravidanza, fossero tutt’altro che idiallici. Le due donne litigavano spesso – l’hanno fatto in carcere a L’Aquila alla presenza del padre Francesco – per ottenere una maggiore disponibilità economica e per colpa di… facebook. Katia aveva rimproverato Teresa, alla presenza del fratello Gianluca, per aver chiesto l’amicizia ad alcune zie, le sorelle della madre, Anna Carrino, nei confronti della quale nutriva sentimenti di vendetta per aver deciso di pentirsi…

Saverio Forte