Lavori sospesi allo svincolo del porto di Gaeta. Chi paga il trasferimento reti?

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GAETA – Si protraggono ormai da molti mesi i lavori dello svincolo portuale, nell’area che comprende il fossato di Arzano, il piazzale davanti al porto ed ai vigili del fuoco ed il piazzale all’ingresso dell’Eni. Le rolline arancioni delimitano in modo temporaneo una vasta area dove confluisce il traffico pesante della vicina zona industriale e del porto. Ma, nonostante i problemi di sicurezza in vista del traffico estivo, il blocco dei lavori rischia di continuare per i prossimi 9 mesi se non oltre. A causarlo lo spostamento delle reti dei servizi che attraversano la Flacca, che dovrebbero essere raggruppate nel sottosuolo, in un cavidotto .svincolo porto gaeta L’accordo era stato trovato con tutti i gestori degli impianti, tranne che con la Fantasia Petroli, i cui diritti sono stati riconosciuti però dal giudice amministrativo. Dapprima il consiglio di stato ha stabilito che l’oleodotto è di interesse pubblico, imponendo così al comune di concedere il riposizionamento dell’oleodotto e di indicare dove.

Fossato di Arzano
Fossato di Arzano

Allo scopo era stata convocata una conferenza dei servizi. Durante la quale però la provincia e l’autorità portuale non hanno partecipato. Secondo la determina del dirigente del comune di Gaeta quei pareri devono essere richiesti dall’imprenditore ai singoli enti. Una interpretazione che tuttavia per il tar di Latina – a cui si è rivolto la Fantasia Petroli tramite l’avvocato Christian Lombardi – ha bocciato: in effetti la funzione di una conferenza dei servizi è proprio quella di raccogliere tutti i pareri, positivi o negativi che siano, per diminuire i tempi di attesa. Anche se si tratta di un provvedimento “cautelare” e dunque temporaneo, la sua durata è per i prossimi 9 mesi, quando interverrà la sentenza di primo grado. Fino ad allora, almeno di una riapertura della conferenza, i lavori rimarranno bloccati.

Ma i lavori potrebbero rimanere bloccati ugualmente anche per un altro motivo. Secondo quanto emergerebbe da alcuni incartamenti, lo spostamento di tutte le reti, compresa quelle Eni e Snam sono state poste a carico del finanziamento gestito dall’autorità portuale. La Fantasia Petroli dovrebbe invece sborsare di tasca propria la cifra inerente lo spostamento dell’oleodotto. Una disparità che se confermata meriterebbe qualche spiegazione in più.