Minturno / Nuovo orario treni, Comitato Pendolari: “Non abbassiamo la guardia”

Attualità Minturno

MINTURNO – “Con riferimento alla manifestazione di domenica 13 novembre, il Comitato Pendolari Stazione Minturno, il Gruppo Interassociativo Terranima e la Confconsumatori-Latina, esprime ampia soddisfazione per l’ottima riuscita dell’evento, per la numerosità, compostezza e sentito coinvolgimento dei 700 partecipanti. L’intento di questa organizzazione era volto a sensibilizzare la cittadinanza tutta sul problema dell’imminente cambio orario e possiamo dire con orgoglio di aver raggiunto l’obbiettivo”. Lo dichiarano Comitato Pendolari Minturno, Terranima – Laboratorio interassociativo e Confconsumatori – Latina.

“Ma non va assolutamente abbassata la guardia – prosegue la nota – ed ora occorre consolidare nuovi interventi per far comprendere, a chi di competenza, l’oggettività del nostro disappunto lavorando negli spazi che saranno concessi nei tavoli tecnici con Regione e Trenitalia, con le forze istituzionali e politiche locali, nell’obiettivo – che dovrebbe costituire fattore comune tra tutti i soggetti citati – di garantire il giusto diritto alla mobilità degli utenti della stazione di Minturno-Scauri.

Va chiarito in modo forte che il servizio treni del nuovo orario prospettato in vigore dal 14 dicembre, subirà una riduzione tutta a carico della utenza della stazione di Minturno Scauri, per la Regione Lazio, e delle utenze di Sessa e Falciano per la Campania.

Ribadiamo ancora la circostanza che alcun assenso dei pendolari e consumatori è stato dato a qualsivoglia accordo in merito alla riduzione del servizio sulla stazione di Minturno Scauri. Dei 44 treni attuali con collegamento diretto con Roma, dal 14 dicembre solo 19 rimarranno con queste caratteristiche, gli altri 25 (cioè il 55%) saranno condizionati col cambio a Formia.

Poi ancora non è stato possibile appurare se i collegamenti saranno assicurati con la medesima cadenza oraria di oggi in tutte le fasce orarie e se il treno delle 4.03 diverrà finalmente un treno o resterà con autobus, carenza informativa questa che impedisce di fatto un confronto chiaro e schietto tra le parti in causa. E’ dunque evidente la riduzione del servizio della Stazione di Minturno Scauri!!!

Ma, al di là dei singoli treni ottenuti o persi, quella contestata è la struttura del nuovo orario perché disconosce i collegamenti attuali -frutto di progressivi adeguamenti agli effettivi bisogni di mobilità degli utenti- a favore di un sistema improntato su tecnicismi che più che considerare, appunto, il fabbisogno di trasporto nelle singole stazioni (intese come bacini territoriali di utenti), nasce come risposta ad un obiettivo importante ma sterile se preso in modo a se stante: la puntualità.

La logica del nuovo orario è infatti quella di segmentare in due il collegamento ferroviario Napoli –Roma, (salvo i collegamenti veloci che hanno storia a sé e quindi articolati diversamente) individuando in Formia la stazione intermedia dove avviene il trasbordo dei passeggeri dai treni della Campania a quelli del Lazio e viceversa.

Con la riduzione della tratta di percorrenza, Trenitalia auspica di raggiungere uno standard migliorativo sulla puntualità: con questa impostazione, l’eventuale ritardo dei treni provenienti ad esempio dalla Campania, nessuna influenza avrebbe sui treni Laziali (in quanto non sono tenuti ad attese) e viceversa.

Ma delle esigenze di puntualità ed efficienza del servizio a favore dei viaggiatori che dal treno “Campano” debbono trasbordare sul treno “Laziale” per proseguire verso Roma o località intermedie, in questo caso nessuno ne tiene conto adeguatamente ancorché Trenitalia!

Bene questi pendolari obbligati al trasbordo semplicemente subiranno, senza alcuna responsabilità, la pena di essere arrivati in ritardo all’appuntamento col treno coincidente che non ha alcun obbligo di attesa e quindi ecco che il percorso del pendolare si allunga inevitabilmente nella attesa del treno successivo.

Da evidenziare che il ritardo sufficiente per perdere il treno coincidente sono gli 8/15 minuti rispondenti all’intervallo orario programmato tra il treno in arrivo e quello in partenza.

Ma se le ragioni del ritardo non sono prese in considerazione dagli stessi programmatori dei treni, potranno mai essere giustificate dal datore di lavoro? sicuramente incideranno sulla vita di quanto hanno la necessità di viaggiare per salute, lavoro, studio, il tutto limitando di fatto il diritto alla mobilità!

Queste le ragioni oggettive che hanno unito i cittadini nel protestare in modo sempre più determinato contro la strutturazione del nuovo orario e che difficilmente possono essere sconfessate se si conosce la realtà del viaggiare in treno dove le variabili che incidono sulla effettiva puntualità del treno non sono opportunamente considerate nei progetti orario ancorché presenti nella realtà di ogni giorno: si passa dai guasti al treno, ai guasti alla sede ferroviaria, agli eventi esterni, che messi assieme fanno sì che la garanzia della coincidenza è puramente aleatoria.

Ma una analisi in tutto questo va fatta: appare infatti poco comprensibile se non assolutamente inspiegabile come la discussione degli orari con gli enti locali, con i comitati pendolari, con le associazioni di consumatori, avvenga a meno di due mesi dalla loro applicazione e solamente sulla base di una presentazione concettuale (Modello), priva di quei dettagli che fanno la differenza per i viaggi dei pendolari. A tal proposito va però osservato la diversità di procedura adottata nella Regione Campania dove Trenitalia ha presentato in un incontro pubblico aperto a tutti i pendolari, il progetto orario nella sua interezza, mentre nella Regione Lazio tutto ciò non è ancora stato fatto, come pure va osservato che la stessa Trenitalia, in un recente comunicato, ha rinviato l’intera competenza sugli orari della stazione di Minturno alla Regione Lazio alla quale gli scriventi si affidano per la risoluzione delle criticità rilevate”.