Formia / Rifondazione Comunista: “La nuova pedemontana a chi conviene?”

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FORMIA – “Negli ultimi tempi siamo stati informati dell’ennesima variante al progetto della Pedemontana. Non più una soluzione in galleria, ma una soluzione a raso che attraverserà – qualora verrà realizzata – i rilievi del monte di Mola e del Monte di Santa Maria”. Lo dichiara il Circolo “Enzo Simeone” del partito della Rifondazione Comunista.

“Sembra che il sindaco – prosegue la nota – abbia chiesto all’Anas di studiare questa soluzione “a causa degli alti costi di manutenzione delle gallerie”, che ne impedirebbero la realizzazione nella versione precedente.

Strano! Come già detto più volte, il tracciato previsto dal progetto definitivo non fa menzione alcuna di questa criticità. Anzi, questo è stato scelto tra 11 alternative, tra cui – siamo andati a vedere – è prevista anche quella soluzione “a raso” che ieri non andava bene ed oggi invece riciccia “alla Bartolomeo”, ovvero come una genialata dagli effetti devastanti (vedi Porto turistico).

Di qui la domanda: “Cui prodest?”, cioè “A chi conviene?”. Un’analisi fatta con i mezzi del socialismo scientifico consente di indagare gli equilibri che intende muovere con una mossa del genere. Infatti, non c’è voluto molto a scoprirlo.

La differenza tra il tracciato a vista rispetto al tracciato in galleria, consentirebbe la possibilità di creare delle intersezioni con la viabilità esistente, consentendo ai terreni confinanti di accedere direttamente sulla strada. Cosa non consentita per il tipo di strada di progetto. Ma si sa, a Formia tutto è possibile!

Quindi una volta costruita la strada, tutta la fascia interessata sarebbe oggetto di una potenziale espansione edilizia dovuta a: 1) alla facile accessibilità portata dalla nuova strada; 2) all’enorme valore paesaggistico della zona che fa aumentare notevolmente i valori immobiliari. Non c’è che dire!

Un jolly da buttare nel piatto dell’infinita conquista del voto a tutti i costi , di cui i sindaci – passati e presenti – che hanno dettato legge a Formia si sono dimostrati essere degli indiscutibili campioni.

Allora ecco ancora una volta materializzarsi “il pacco”, ovvero il danno per la collettività. La strada nella nuova soluzione, non solo farebbe aumentare il “consumo di suolo” con l’impermeabilizzazione di importanti superfici di montagna, alterando l’equilibrio idrogeologico dei nostri monti; ma porterebbe in se i germi di una nuova devastazione del territorio, portata dai “palazzinari de noantri” che – come in passato – mangerebbero a morsi i monti di Mola e Santa Maria in men che non si dica, altro che cooperativa “Luci sul Golfo” targata Michele Forte.

Cosi, il sindaco che ieri lanciava la variante al Piano Regolatore Generale (P.R.G.) – di cui si è persa traccia – al grido di “Consumo di suolo zero”; oggi ci regala la polpetta avvelenata di una soluzione miracolosa, che di miracoloso non ha nulla, se non per quei quattro furbetti che muovono pacchi di voti per vendere due case in più!

Infatti si sa, a Formia il voto d’opinione è una chimera! Naturalmente, i nostri ecologisti al potere tutto questo devono ignorarlo, oppure lo diranno a parole loro, ma sempre sottovoce per non turbare il comandante in capo.
Per non disturbare il manovratore, di cui sono la guardia servile.

Sta tranquilla cara Formia! La variante Appia è un altro “colpo ad effetto” buttato nella mischia in vista delle prossime elezioni comunali!

Tanto i tuoi cittadini resteranno per anni ancora sepolti sotto la coltre di PM10 che opprime strade sovraccariche.
Condannati da una classe politica che non solo non è in grado di costruire il ponte di Acquatraversa della mirabile lunghezza di 10 metri, ma non è capace nemmeno di ripararlo, tant’è che ancora li a far brutta mostra di sé.

La vera sfida – che abbiamo dinnanzi a noi – è quella della ristrutturazione urbanistica del territorio, cioè l’individuazione di comparti urbani all’interno dei quali effettuare interventi di sostituzione edilizia volti ad eliminare edifici ed opere costruite o troppo in fretta nel dopoguerra o dissennatamente, che hanno di fatto distrutto il territorio, rendendolo ostaggio della speculazione edilizia più bieca e non al servizio della collettività, in particolare delle classi meno abbienti.

Perché questo avvenga abbiamo bisogno di una pianificazione particolareggiata che fissi gli standard e definisca – ad esempio – strade complete di luci e marciapiedi e non a posteriori come si è sempre fatto fino ad oggi, con la pezza che diventa peggio del buco. Ebbene crediamo che con l’attuale classe politica si continuerà con il sacco di Formia”.