Formia Rifiuti Zero, Rifondazione Comunista: “Licenziare l’amministratore unico”

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FORMIA – Il circolo “Enzo Simeone” del partito della Rifondazione Comunista interviene in merito alla situazione di criticità che sta attraversando la Formia Rifiuti Zero e chiede il licenziamento dell’amministratore unico Raphael Rossi.

Raphael Rossi
Raphael Rossi

“Il signor Rossi – si legge in una nota – è arrivato nella nostra città dipinto come il nuovo messia, ritenuto l’unico cioè capace di garantire che la Formia Rifiuti Zero potesse diventare un gioiellino. Molti lo hanno accolto a braccia aperte, perché il suo curriculum pareva essere straordinariamente ricco di successi, addirittura fregiato di una sua denuncia per un tentativo di corruzione. Peccato però che il sogno dell’attuale amministrazione comunale di regalare alla città un eroe si sia trasformato in un incubo per i lavoratori della società che gestisce il servizio rifiuti nella nostra città.

D’altronde la realtà raccontava ben altra storia, vedi la sua cacciata dall’Asia, l’azienda dei rifiuti di Napoli. Secondo l’allora vice-sindaco, con delega all’ambiente, la sua sostituzione era stata causata dalla sua impossibilità di realizzare compiutamente ed efficacemente gli obiettivi dell’amministrazione in materia di rifiuti e ciò anche quale conseguenza di tensioni interne all’azienda determinate da comportamenti e affermazioni pubbliche di Rossi, assolutamente incompatibili con le delicate funzioni a lui assegnate perché denigratorie verso l’azienda e i dipendenti. Un déjà vu, confermato dai fatti formiani.

Non solo ha dimostrato di essere incapace di svolgere il ruolo per cui viene pagato , ma si è dato anche alle rappresaglie contro i lavoratori che hanno aderito allo sciopero contro le infami condizioni di lavoro nelle quali sono costretti ad operare a causa proprio dell’attuale amministratore unico.

La prima vittima – come denunciato dall’USB – è un lavoratore che fino a qualche giorno prima lavorava alla manutenzione meccanica interna della FRZ, peraltro con il merito di aver cercato di migliorare le condizioni dei mezzi, e che – solo per aver aderito allo sciopero – è stato spostato a fare la raccolta porta a porta.

Un comportamento assolutamente coerente con i modi del capitale che “trova sempre buone ragioni per negare le sofferenze della generazione lavoratrice”, e “non ha riguardi per la salute e la durata della vita dell’operaio, finché la società non lo costringa ad averne”, come sosteneva Marx nei capitoli sulla giornata lavorativa.

Una situazione del genere è semplicemente vergognosa, sia per l’azienda sia per l’amministrazione, sedicente di sinistra, protesa a promuovere l’immagine di una città “smart”, che assiste inerme a fatti da inizio ottocento. Un atteggiamento quello della Giunta francamente vergognoso, che fino a ieri come le tre scimmiette avevano deciso di adottare la linea del “non vedo – non sento – non parlo”, per poi infine intervenire all’ultimo secondo – con una stringata comunicazione – per sollecitare l’azienda a per superare le sue stesse inefficienze.

Noi lo abbiamo ricordato e lo ricorderemo che sempre che la pulizia e la trasparenza deve essere nelle strade come nei luoghi di lavori, dunque non tollereremo in alcun modo atteggiamenti vessatori e denigratori nei confronti dei lavoratori, nonostante questi siano giustificati nel nome di obiettivi che appaiono privi di significato se condotti sulla pelle delle persone che lavorano.

A nostro giudizio – e non solo – i fatti degli ultimi mesi bastano per giustificare il licenziamento del Dottor Rossi, responsabile di fatti e comportamenti di una gravità tale da non giustificare il suo impiego in ruolo cosi delicato come quello di amministratore di un’azienda d’interesse pubblico.

Ai lavoratori in lotta per ottenere condizioni di lavoro giuste per loro e per la città va tutto il nostro sostegno! Va il nostro riconoscimento dell’importante funzione che stanno svolgendo nel mostrare come un operaio non può essere ridotto o trattato come un animale in una stalla. Dopo lo sciopero dello scorso 19 Maggio hanno fatto capire chiaramente che faranno valere le proprie ragioni, anche se questo costerà loro altre giornate di sciopero e quindi la perdita di una parte del salario, cosa quest’ultima che molti dimenticano spesso di tenere a mente”.