Gaeta / Pista ciclabile, Accetta: “un boomerang per l’amministrazione Mitrano”

Gaeta Politica

GAETASono trascorsi circa due mesi da quando su Via Firenze e sul tratto di marciapiede che costeggia la 
base  nautica  Flavio  Gioia  a  partire  dall’ingresso  dello  Yacht Club,  è stata  installata  una  orribile recinzione di cantiere con nastro rosso il più delle volte sbandierante sull’asfalto e motivo di grave pericolo soprattutto per i ciclomotori.E sono due mesi che i cittadini continuano a chiedersi se era il caso di recintare e, di fatto, impedire l’uso di posti auto estremamente necessari in quella zona,senza che  vi fosse  la  certezza  di  iniziare  concretamente  i lavori. Lì sarebbe  dovuto  essere realizzato  un ulteriore  stralcio  della  pista  ciclabile  voluta  dal  sindaco  Mitrano  per  Gaeta,un’opera  pubblica avversata  dalla  quasi totalità  dei  cittadini fin  dal suo  avvio  per la  oggettiva inutilità e ritenuta di importanza secondaria rispetto ad altre esigenze più impellenti, tipo la carenza dei parcheggi.

Sono mesi che chiedo di poter prendere visione del progetto e di essere informato dettagliatamente 
su tutto l’iter procedurale, di poter visionare gli atti e le delibere di approvazione, di discutere delle scelte effettuate e se queste rispettano le norme. La superficialità con cui è stato affrontato e si sta portando  avanti  questo  progetto  è sotto  gli  occhi  di  tutti.  La scelta  poi  di  realizzarla  a  Serapo, eliminando  decine  di  posti  auto,  è  assolutamente  controproducente  perché  allontana  turisti  e avventori  da  una  delle località  più rinomate  del  basso Lazio,  con le ovvie ripercussioni negative sulle attività commerciali e sul turismo residenziale. Vi è anche da dire che il tratto già realizzato, quello  da  via  Bologna  a  Via  Serapide,  non  rispetta  la  norma  fondamentale per la sua messa in esercizio, e cioè la larghezza minima imposta per legge di 2,50 m, nonché al momento difforme al pseudo  progetto ”approvato”.  Non  a  caso  sono  mesi  che  ho  chiesto  e  non ho ancora ricevuto riscontro in merito alla conformità della pista alle norme vigenti. Come anche sono incomprensibili alcune scelte  compiute  come  quella  di  attraversare  via  Firenze  all’altezza  di Via Piave passando sulla corsia opposta anziché proseguire secondo l’originario percorso, e quella di realizzare il tratto di pista che dall’ingresso allo Yacht Club si avvia verso Gaeta S.Erasmo tra il muretto e il filare di alberi  esistenti,  realizzando  un  percorso  angusto  e  pericoloso,  al  di  sotto  della misura minima prevista dalla legge e occludendo completamente le aiuole dei lecci per garantire la transitabilità dei 
velocipedi.
D’altronde la scelta progettuale adottata per la pista ciclabile, oltre che segno di scarsa sensibilità 
progettuale  e  lungimiranza  in  tema  di  progettazione  urbanistica  dei  centri  urbani,  è  conseguenza diretta  anche  delle scelte sventurate  in materia  di  traffico  come  il senso  unico su Via Marina di Serapo, avvenute in assenza di qualsivoglia condivisione con gli operatori economici ed i cittadini.

Il Piano  Urbano  del  Traffico,  di  recente  adottato  dalla  Giunta,  e  che  mai  approderà  in  Consiglio Comunale,  è  assolutamente  manchevole  di  indagini sul  traffico  ciclabile,  e  ciò  la  dice  lunga su quelli  che sono stati i motivi  veri  di  questa scelta.(politiche  contributive  all’università) Non la necessità  di  soddisfare  una  domanda  sugli  spostamenti  casa­ – lavoro  e  nemmeno la necessità di garantire e riservare a varie associazioni e gruppi amatoriali parte della sede stradale. Nulla di tutto ciò.  Solo  una  scelta  populista,  che  pregiudicherà  il  corretto  uso  del  territorio  da  parte  delle generazioni  future  per  i  prossimi  cinquant’anni,  finalizzata  ad  una  eco  mediatica  che  è  già  un boomerang  per  l’amministrazione  comunale  e  per  quanti sostengono  una  politica  della  mobilità approssimativa  e  superficiale,  frettolosa  e  lasciata  alle  decisioni  di  due,  tre  soggetti  e  non  a discussioni  libere  e  costruttive  tra  la  gente,  finanziata  solo  ed  esclusivamente  con  il  bilancio comunale.