Santi Cosma e Damiano / Altro atto intimidatorio: incendiato un escavatore nel cimitero

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SANTI COSMA E DAMIANO – Ennesimo atto intimidatorio avvenuto nel Comune di Santi Cosma e Damiano. Questa volta a finire nel mirino sono stati i mezzi della ditta Simar Appalti di Formia all’interno del cimitero, dove l’azienda sta eseguendo alcuni lavori per la realizzazione di loculi.

Nel cuore della notte è stato incendiato un escavatore mentre si è tentato di appiccare le fiamme ad un secondo mezzo ma senza successo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Santi Cosma e Damiano e della Compagnia di Formia, coordinati dal Capitano David Pirrera. Gli inquirenti non escludono che tutti gli inquietanti episodi da un anno e mezzo a questa parte possano essere collegati.

Il cimitero non è dotato di impianto di videosorveglianza, per cui le indagini sono difficili per risalire agli autori. Sul posto anche i tecnici comunali e l’amministrazione, che ha deciso di prevedere la videosorveglianza su un altro cantiere prossimo all’apertura.

L’ultimo episodio è accaduto proprio la scorsa notte ai danni dell’agenzia funebre “La Primula” di Francesco Cifonelli nel centro di Scauri, azienda già colpita a Santi Cosma e Damiano lo scorso giugno, mentre poche settimane fa la terza sparatoria all’abitazione della famiglia Ambroselli di Castelforte, che gestisce con la propria azienda l’appalto dei rifiuti a Castelforte e Santi Cosma e Damiano.

Tra Castelforte e Santi Cosma e Damiano sono ormai una decina gli episodi simili: la sequenza è iniziata nell’agosto 2014 con gli spari all’abitazione dell’imprenditore Enrico Giuliano, titolare della ditta di raccolta e smaltimento di rifiuti Ambroselli di Castelforte, e alla sua stessa azienda, proseguita con i colpi esplosi al negozio di abbigliamento Ianniello a Santi Cosma e Damiano e sembrava finita con l’attentato all’Hotel Nuova Suio di proprietà di Mario Ciorra. Invece, un nuovo episodio è stato registrato poco dopo a Santi Cosma e Damiano ai danni dell’agenzia funebre di Francesco Cifonelli. Gli inquirenti non escludono che tutte le vicende possano essere collegate.

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