Frosinone / ConfimpreseItalia, Guido D’Amico: “Guardiamo anche alla zona economica speciale”

Economia Frosinone

FROSINONE – «Mi fa grande piacere sottolineare come anche altri (il vicepresidente della Provincia Andrea Amata, il presidente della Federlazio Alessandro Casinelli) condividano l’idea dell’area di crisi. Vuol dire che ci sono i presupposti per una ‘battaglia’ comune. Allo stesso tempo però, con rammarico, registro il silenzio assordante di certa classe politica. Il ‘male oscuro’ della Ciociaria è questa incapacità di mobilitarsi, di fare squadra, perfino di crederci. Altrove lo fanno (nel Piceno per esempio) e raggiungono dei risultati.

Perché qui non dovrebbe essere possibile? Il riconoscimento di area di crisi o meglio di ‘zona economica speciale’, come richiamato dagli interventi del Presidente Zingaretti e dell’Assessore Fabiani recentemente agli Stati Generali dell’Industria del Lazio, consentirebbe sgravi fiscali e incentivi, darebbe la possibilità di investire ed assumere. Detto questo, bisogna anche avere il coraggio di sottolineare alcune cose:

1. l’Accordo di programma è stato un flop senza precedenti. Va archiviato e ne va concepito un altro calibrato sulle piccole e medie imprese;

2. Ai lavoratori della Vertenza Frusinate vanno date delle risposte. Basta con le prese in giro, basta con l’effetto annuncio che si esaurisce senza che mai venga seguito da un fatto concreto. Dietro quei lavoratori ci sono famiglie allo stremo e storie di disperazione. Meritano il rispetto della verità e interventi immediati (es. microcredito);

3. Sulle infrastrutture è ora di dire qualche parola di verità. Ci sono le risorse economiche per il collegamento Tirreno-Adriatico tra la Ferentino-Frosinone-Sora e la Sora-Avezzano? Ci sono i soldi per la manutenzione di una viabilità stradale, soprattutto nelle aree industriali? Ci sono le volontà per investire davvero nella banda larga e nella fibra ottica, utilizzando virtuosamente il fatto che queste “linee” corrono parallelamente all’autostrada? Il grado di competitività di un territorio si misura dalle infrastrutture materiali ma anche da quelle immateriali. Da anni sentiamo promesse da… marinaio. Basta!

4. I grandi gruppi, ma anche le piccole e medie aziende che dovevano investire sul territorio. L’esempio più clamoroso è quello di Amazon e Fastweb, ma ce ne sono a centinaia. La domanda che dobbiamo porci è: perché vanno altrove, per esempio a Rieti? Vanno altrove perché altrove hanno condizioni migliori. Torniamo al ragionamento di prima: o rendiamo ‘appetibile’ il territorio o non andiamo da nessuna parte, facciamo sistema tutti, con Asi e Cosilam a fare da battistrada. Confimprese è pronta a fare la propria parte in un contesto di sinergia, ma se non arriveranno risposte, chiederemo al mondo associativo, sindacale ed imprenditoriale di colmare un vuoto che rischia di trascinare a fondo definitivamente questo territorio».

E’ quanto dichiarato dal presidente di Confimprese Italia: Guido D’Amico.