Minturno / Rifugiati, i chiarimenti del commissario prefettizio

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MINTURNO – Non si tratta di un centro di accoglienza ma un sistema di accoglienza integrata. Il commissario prefettizio del Comune di Minturno, Bruno Strati, interviene per chiarire e stemperare le polemiche che in questi giorni si sono alternate in merito al progetto per il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati affidato al GUS – Gruppo Umana Solidarietà di Macerata per mezzo di un bando pubblico.

“Il programma Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) – spiega il commissario – è limitato esclusivamente a rifugiati e a un numero limitato di essi, soltanto 25. Serve come esperimento di integrazione. Una realtà come Minturno, città Medaglia d’Oro per il merito civile, può accoglierli tranquillamente. Il progetto è finanziato dallo Stato al 95% mentre il restante 5% in risorse umane dal Comune. Quindi nessun aggravio sul bilancio. Il progetto prevede non solo interventi materiali come vitto e alloggio ma anche erogazione di servizi per favorire l’autonomia dei rifugiati, che vivranno in appartamenti privati”.

“Vorrei ricordare – continua il dott. Strati – che per gli italiani ci sono altre misure: per gli indigenti è stata predisposta una graduatoria per l’erogazione di contributi socio-assistenziali. Entro la fine del mese riuniremo la commissione per l’aggiornamento della graduatoria degli alloggi popolari e sarà previsto che il 25% degli alloggi che si liberano andranno extra graduatoria per le emergenze assolute. Sono disponibile a incontrare le forze politiche per spiegare il progetto e scogliere ogni dubbio”.

Infine, in merito ai dubbi espressi dalla Cooperativa Alternata S.I.Lo.S. onlus, che era coinvolta nel progetto presentato dal Consorzio Sociale Pegaso di Rieti per partecipare al bando di affidamento del servizio di accoglienza, il commissario replica: “Per la questione della gara gli atti sono a completa disposizione per la visione della cittadinanza. Se ci fosse stato un minimo errore sarei il primo ad annullare tutto”.
Giuseppe Mallozzi