Puoi usare il bagno solo se paghi, ma in 3 casi possono dirti NO: scopri quali

Molti non sanno ciò dice la legge riguardo la possibilità di utilizzare il bagno di bar e ristoranti: ecco come stanno davvero le cose

Quando scappa, scappa. E bisogna farla, qualsiasi sia la tipologia di necessità. Ma spesso si è in strada, ed è proprio in quel momento che comincia la rincorsa ad un locale che permetta di utilizzare il bagno. Rivolgendosi ai gestori, le risposte possono essere variegate: si va dall’assenso ad un secco “no” in quanto «è solo per i clienti».

Nel secondo caso, la questione è stata oggetto di dibattiti e polemiche negli ultimi anni. C’è chi ritiene che bar e ristoranti debbano mettere a disposizione i bagni gratuitamente a chiunque ne richieda l’utilizzo (una sorta di servizio per la comunità). Dall’altra parte ci sono coloro che la pensano diversamente, battendo sul fatto che tali esercizi rappresentano una struttura privata e che il titolare abbia il diritto di riservare l’uso dei wc esclusivamente ai clienti che consumano qualcosa.

Persone sedute ai tavoli esterni di un bar sotto un gazebo
Puoi usare il bagno solo se paghi, ma in 3 casi possono dirti NO: scopri quali (Foto Ansa) – Temporeale.info

Insomma, una vera e propria disputa tra due posizioni ugualmente condivisibili. E in tale contesto, viene spontaneo di chiedersi: c’è davvero una norma che disciplina queste circostanze? Ebbene, la risposta alla domanda è un “sì”. Ma la legge si colloca in una posizione mediana tra una parte in causa e l’altra. Ecco come stanno le cose nel dettaglio.

Bagno sì, bagno no: ecco quando è possibile andarci o meno in un bar

Cominciamo innanzitutto da un concetto fondamentale: tutte le attività che somministrano alimenti e bevande sono obbligate, per legge, ad avere bagni a norma e funzionanti. Allo stesso tempo, però, ciò non vuol dire che chiunque entri nel locale è autorizzato ad usufruire dei servizi igienici. Il gestore, infatti, può liberalmente scegliere di riservare l’utilizzo dei bagni solo ai clienti paganti e di negarlo invece ad un semplice passante o ad una persona presente nel locale che non ha consumato alcun prodotto.

A confermarlo è stato il Tar della Toscana, che ha motivato la pronuncia nel modo seguente: obbligare i gestori a offrire gratuitamente i servizi igienici a chiunque, senza distinzione tra clienti effettivi e non clienti occasionali, rappresenterebbe un peso economico eccessivo e violerebbe il principio di libertà di impresa sancito dalla Costituzione italiana. I Giudici hanno sottolineato che i costi di manutenzione, pulizia, acqua, energia elettrica e materiali di consumo ricadono interamente sul titolare dell’attività, il quale ha dunque il diritto di riservarli a chi contribuisce economicamente attraverso un acquisto.

Wc a muro
Bagno sì, bagno no: ecco quando è possibile andarci o meno in un bar (Foto Ansa) – Temporeale.info

La legge italiana – articolo 137 del Testo Unico delle Leggi sulla Pubblica Sicurezza – riferisce inoltre che il titolare di un’attività di ristorazione non può mai negare al cliente pagante (basta un caffè o una bottiglina d’acqua per essere ritenuto tale) di utilizzare il bagno, salvo in tre circostanze: se c’è un guasto temporaneo, se si stanno effettuando lavori di manutenzione o – banalmente – se il bagno già occupato da altri clienti.

Detto questo, segnaliamo che alcuni Comuni – come ad esempio quello di Parma – hanno adottato disposizioni locali che obbligano i gestori a rendere i servizi igienici fruibili gratuitamente anche a coloro che non consumano. Si tratta però di eccezioni, la regola generale è quella segnalata in precedenza.

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