Un bonus per lo smart working fino a 8.000 euro l’anno. Questi i requisiti necessari per ottenerlo
E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 20 settembre, la Legge numero 131 del 2025 che introduce una serie di agevolazioni per incentivare lo sviluppo dei comuni montani.

Tra le misure previste spicca l’introduzione di un bonus per lo smart working, destinato a quei lavoratori intenzionati a trasferirsi nelle zone montane con la possibilità di svolgere la proprio attività da remoto. In particolare, l’articolo 26 della suddetta Legge riconosce alle aziende che permettono al dipendente di lavorare in smart working da un comune montano un esonero contributivo con un limite massimo di 8.000 euro annui che andrà parametrato su base mensile.
Con tale entità, l’esonero contributivo sarà riconosciuto per le annualità 2026 e 2027. Prevista già un’estensione anche per le annate successive con il 50% per gli anni 2028 e 2029 con limite massimo quindi a 4.000 euro. In seguito scenderà fino al 20% per il 2030 con limite a 1.600. Dunque, un’agevolazione sui contributi quinquiennale che prevede una serie di requisiti specifici per accedervi.
Bonus Smart Working, come accedere all’agevolazione sui contributi
L’esonero contributivo viene messo a disposizione per ogni dipendente che viene assunto a contratto a tempo indeterminato. Il lavoratore deve avere un’eta inferiore ai 41 anni e trasferirsi in un comune montano con meno di 5.000 abitanti. Il dipendente, per accedere al bonus, deve stabilire la sua residenza nel nuovo comune al quale deve trasferirsi necessariamente da un comune non montano.
L’azienda che concede lo smart working al dipendente può usufruire dei fondi a disposizione nel limite massimo delle risorse che sono state stanziate per ogni anno. Per il 2026, il fondo a disposizione è di 18,5 milioni; per il 2027 sale a 21,8 milioni; per il 2028 è di 12,5 milioni per poi scendere a 10,9 milioni per il 2029 e a 5,4 per il 2030.

Oltre alla possibilità di accedere allo smart working, la Legge 131 prevede altre agevolazioni per i lavoratori che si trasferiscono nei comuni montani. E’ stato introdotto, ad esempio, un credito di imposta fino a 500 euro annui per coloro che spostano la loro residenza con l’obiettivo di incentivare a comprare o ristrutturare un’abitazione. Previste agevolazioni anche sui canoni di affitto.
Non mancano tuttavia possibili criticità per chi volesse decidere di cogliere questa opportunità. Lo smart working, infatti, è possibile solo se supportato da infrastrutture digitali adeguate. Strutture di cui i comuni montani italiani e le aree interne soffrono la carenza con inevitabili ripercussioni sulle connessioni internet disponibili e l’efficacia delle stesse.