Sei stato vittima di una truffa con sottrazione di denaro da conto corrente o carta prepagata ? Non sempre il risarcimento del danno è obbligatorio. Attenzione, in particolare, a non commettere questo errore
E’ davvero impressionante notare la facilità con cui tentativi di truffa vengono perpetrati ogni giorno e con ogni mezzo. Dalla finta mail della banca, all’SMS con cui si autorizza una transazione inesistente o altri tipi di messaggi su operazioni in corso, sono soprattutto i conti correnti, le carte di credito o prepagate ad essere maggiormente esposte ai pericoli.

Basta dar seguito a mail o sms in cui si chiede di inserire dati e altre informazioni sensibili (come numeri di conto corrente, codici pin o di sblocco dei conti stessi o delle carte collegate) per ritrovarsi in mezzo ai guai con i soldi spariti e l’impossibilità di recuperarli almeno nell’immediato. Sono tantissime le persone che sono cadute in queste trappole e che, per la vergogna, si rifiutano anche di denunciare quello che gli è capitato.
Un errore nell’errore in quanto in linea generale è stabilito, in base al decreto legislativo 11 del 2010, che un’operazione di pagamento eseguita senza autorizzazione del titolare del conto (o della carta) va immediatamente rimborsata dalla banca. Un principio quest’ultimo che necessita comunque di una precisazione importante che va a discapito di chi la truffa l’ha subita.
Risarcimento di una truffa bancaria, attenzione a non commettere questo errore
La banca, infatti, può non dar seguito al rimborso qualora riuscisse a fornire prove concrete e documentate sul comportamento negligente e ingenuo del cliente che ha favorito il “successo” della truffa. Se ad esempio – come spesso purtroppo capita – un utente clicca su un link tracciato inviato via mail o sms, inserisce i propri dati e consente così ai truffatori di entrare in possesso di conti e carte, la responsabilità ricade su di lui e non più sulla banca.

Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Cassazione (la 7214 del 2023) che ha chiarito come questa sorta di “cooperazione attiva” da parte dell’utente interrompa, di fatto, la tutela a suo favore da parte dell’istituto di credito. Diverso è invece il caso di una sottrazione di fondi da conti o carte causato dal mancato assolvimento da parte della banca degli obblighi basilari di sicurezza sui suoi prodotti. Una fattispecie che può concretizzarsi, oltreché nel caso estremo di un attacco hacker, anche in un mancato avviso della banca al cliente su operazioni di prelievo ripetute e sospette.
I consigli per difendersi dalle truffe bancarie sono i soliti. E’ sempre opportuno, in particolare, non cliccare su link ricevuti via SMS o mail anche se sembrano ufficiali, non comunicare mai dati sensibili come credenziali, pin o codice di sblocco anche temporanei (OTP) e attivare sempre un doppio controllo con sms o notifiche via app che informano sulle operazioni effettuate in tempo reale.