Si riapre dopo oltre 40 anni il caso che ha sconvolto l’Italia: trovate ossa umane

Il ritrovamento di ossa umane potrebbe portare alla riapertura di un caso dopo oltre quarant’anni: l’Italia resta a bocca aperta

C’è una notizia che ha tenuto banco in questi giorni in Italia, e in particolare a Roma: il ritrovamento di ossa umane, ormai piuttosto datate nel tempo, in un vecchio padiglione dell’ospedale San Camillo. Un ritrovamento inquietante che potrebbe avere risvolti clamorosi per un caso di cronaca nera che sembrava essersi perso nel corso del tempo, ma che potrebbe riaprirsi, in maniera sconvolgente, a oltre quarant’anni di distanza.

Teschio e ossa tra la terra
Si riapre dopo oltre 40 anni il caso che ha sconvolto l’Italia: trovate ossa umane (Pixabay) – Temporeale.info

Quando ritornano alla luce dei resti umani è inevitabile rimanere impietriti. Ancor di più se si pensa che quei resti potrebbero appartenere alla vittima di uno dei casi di cronaca più controversi e ambigui che abbiano mai attanagliato l’Italia, una vicenda dai contorni ancora oscuri che da oltre quarant’anni solleva più di un dubbio negli inquirenti e in tantissimi italiani.

La presenza di ossa a pochi passi dal luogo della prigionia di Emanuela Orlandi è ritenuta infatti quantomeno equivoca, al punto da far ipotizzare che quelle ossa possano appartenere proprio alla ragazza uccisa negli anni Ottanta in una vicenda che ancora oggi non risulta in alcun modo chiarita.

Ossa umane al San Camillo, spunta un’ipotesi clamorosa: si riapre il caso Orlandi

A collegare il ritrovamento delle ossa umane con il caso Orlandi è stato un dettaglio che deve essere tenuto in considerazione. Stando ai racconti di Sabrina Minardi, all’epoca amante di Enrico De Pedis, il boss della Magliana che avrebbe gestito il rapimento di Emanuela Orlandi, la ragazza sarebbe stata tenuta prigioniera proprio lì, non molto lontano dal San Camillo.

Il fatto che, durante i lavori di ristrutturazione del Padiglione Monaldi, ex reparto di patologia clinica neuromuscolare, attivo fino alla fine degli anni Ottanta, siano stati ritrovati dei resti umani, ha portato quindi in molti a ipotizzare che quei resti possano essere appartenere a Emanuela. Anche se all’epoca il reparto era ancora funzionante, è possibile che qualcuno possa aver gettato il suo corpo nel vano ascensore, per occultarlo in maniera definitiva.

Carabinieri presso l'ospedale San Camillo di Roma
Ossa al San Camillo: si riapre il caso Orlandi? (Ansa) – Temporeale.info

Ovviamente, per ora si tratta solo di ipotesi. Come spiegato a Il Giornale da Laura Sgrò, avvocata di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, solo gli esami del DNA potranno stabilire se quelle ossa appartengano o meno alla vittima dell’omicidio più discusso degli anni Ottanta.

Quel che è certo è che, dovessero essere davvero le ossa di Emanuela, si chiuderebbe dopo oltre quaranta anni il mistero relativo alla scomparsa dell’allora quindicenne cittadina vaticana.

E d’altronde, a rendere compatibile con la versione dei fatti raccontata da Minardi il ritrovamento di queste ossa è il fatto che, stando alla sua testimonianza risalente al 2008, Emanuela sarebbe stata segregata a lungo in una cantina di una palazzina in via Pignatelli, al Gianicolense, molto vicino al San Camillo.

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