Sperlonga / Hotel “Grotta di Tiberio”: impugnata la sentenza in Cassazione, fioccano ancora le critiche

Cronaca Sperlonga

SPERLONGA – “Giochi di prestigio per salvare l’hotel totalmente abusivo”. Non si sono fatte attendere alcune prese di posizioni dopo che la proprietà dell’hotel “Grotta di Tiberio” di Sperlonga al fotofinish ha deciso di impugnare in Cassazione la sentenza del Consiglio di Stato che, notificata il 5 febbraio, aveva dichiarato “completamente abusiva” la rinomata struttura ricettiva ordinando al comune di avviare la procedura per la sua demolizione o per l’acquisizione al patrimonio immobiliare dell’ente. Sulla scorta della decisione della proprietà dell’albergo, riconducibile al suocero 85enne del sindaco di Sperlonga Armando Cusani, la struttura “ha continuato e sta continuando a svolgere serenamente e ‘con entusiasmo’ (almeno fino ad oggi) la sua feconda attività turistico-alberghiera, nonostante la definitiva sentenza di demolizione pronunciata dal Consiglio di Stato”.

A metterlo per iscritto, continuando la sua personale e storica “crociata” è l’ex capogruppo di minoranza Nicola Reale: “Sì, tra lo stupore di tutti, l’hotel è in piena attività nonostante l’ordinanza emessa dall’Ufficio Tecnico comunale con la quale viene comminata la multa di 20mila euro per non aver ottemperato all’ordine di demolizione e con la quale viene avviato l’iter per l’acquisizione al patrimonio edilizio comunale. L’hotel è lì contro tutto e tutti nonostante la struttura abusiva, proprio perché non ancora demolita, sia già divenuta “ipso iure” proprietà del Comune anche se il Comune stesso non ha ancora proceduto alla formalizzazione dell’entrata in possesso. L’hotel continua ad essere fonte inesauribile di reddito nonostante il ritiro delle autorizzazioni a svolgere le attività commerciali. Tutto sommato una forma di pubblicità gratuita è derivata all’hotel dall’aver guadagnato la ribalta di giornali e televisioni, seppur additato come simbolo della piaga nazionale dell’abusivismo edilizio e dell’arroganza di chi si considera al di sopra della legge. Marchi, questi, che in certi ambienti costituiscono titoli di merito. Un aspetto sociologicamente significativo è dato dal silenzio tombale che regna nel paese sull’intera vicenda: silenzio del sindaco che costruì l’hotel, silenzio dei cittadini che ne ammirano o ne temono la spregiudicatezza”.

“Non continueremmo a interessarci di questa surreale vicenda se i proprietari, visibili e invisibili, dell’hotel non continuassero a mettere in campo fantasiose e sconcertanti ‘genialate’ nel disperato tentativo di sfuggire all’irrevocabile sentenza del Consiglio di Sato al fine di tenere in vita e nelle loro mani il più a lungo possibile la struttura turistica. L’ultimo coniglio estratto dal cilindro della “Premiata Ditta Giochi di Prestigio e Illusionismi” è stato il ricorso presentato alla Corte di Cassazione lo scorso 16 aprile 2024. Non essendo noi esperti giuristi, ci asteniamo dall’ esprimere il nostro giudizio in merito alle argomentazioni con le quali gli avvocati hanno riempito le 26 pagine del ricorso portato all’attenzione della Suprema Corte. Tuttavia, siccome sappiamo contare bene fino a cento, abbiamo potuto rilevare che il ricorso è stato presentato 70 giorni dopo la sentenza del Consiglio di Stato, superando di 10 giorni il termine previsto dalla legge. Solo per questo, quindi, il ricorso dovrebbe essere respinto. Ma abbiamo imparato che le risorse della ‘Premiata Ditta’ sono inesauribili… almeno quanto le distrazioni di chi dovrebbe far rispettare le leggi.” – ha concluso Nicola Reale.