Formia / “Rimodulare Carta Treno per Tutti? Come?”, l’appello di Sinistra Italiana Lazio

Attualità Regione Lazio

REGIONE LAZIO –  “Sinistra Italiana Lazio respinge ogni proposta di rimodulazione che si trasformerà in tagli alle agevolazioni tariffarie per le fasce sociali più deboli” – lo afferma lo stesso gruppo politico, nelle figure di  Giuseppe Bortone – Segretario Provinciale Federazione Latina – Sinistra Italiana e  Stefano Caroselli –   Responsabile mobilità sostenibile e trasporti – Sinistra Italiana Lazio, in una nota a firma congiunta.

“Al grido di ‘impatto troppo alto sul Bilancio regionale’ la destra nel #Lazio mette le famiglie in difficoltà, costringendole all’utilizzo dell’auto e ad abbandonare il treno, perché sospende le agevolazioni per i meno abbienti con la scusa di #rimodulare. Mentre distribuisce risorse per provvedimenti di bandiera, vuol tagliare e ridistribuire soltanto su tre fasce ISEE di reddito che non hanno riscontro nella crisi economica e sociale che il Lazio sta attraversando, visto che, la maggior parte degli utenti ha un reddito basso e spesso vicino alla soglia di povertà. I 18 milioni di € di  agevolazioni tariffarie, per studenti, ultrasettantenni e pensionati erano già insufficienti e rappresentano una larga fascia dei 750mila  pendolari che attraversano quotidianamente la Regione Lazio che è e rimane, la terza regione per numero di persone che chiede assistenza alimentare” – scrivono Bortone e Caroselli. 

E concludono: “La sospensione della carta dura ormai da quasi un mese, e non è stata preceduta da uno studio di settore, per nascondere una scelta voluta per fare cassa sulle spalle dei soliti noti. I dati INPS nel settore privato parlano chiaro: il 43% dei 35enni nel 2023 ha lavorato con una retribuzione annua lorda inferiore ai 10.000 euro. Il 43% non supera i 5.000 euro. Nelle classi di età avanzata le retribuzioni basse sono il doppio. La situazione delle donne e la peggiore: 48,2% è collocato nella fascia delle retribuzione più basse che non superano i 10.000€. Ma soltanto la destra di Rocca, di Ghera e Meloni non se ne accorge”.