Gaeta / Carenze assistenza sanitaria, duro affondo della “Lega Spi Cgil Sud Pontino”

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GAETA – La Lega Spi Cgil Sud Pontino – il sindacato dei pensionati – ha tracciato un bilancio “estremamente positivo” sull’attività di ascolto effettuata negli ultimi mesi dei cittadini, dei pazienti e delle loro famiglie, delle associazioni di volontariato, degli operatori sanitari relativamente all’”inefficacia dell’assistenza sanitaria territoriale, rispetto alle necessità di integrazione, prevenzione, cooperazione, risposta al bisogno del paziente consequenziale ad una costante valutazione della domanda/bisogno degli utenti del Servizio Sanitario Regionale”. L’ultima iniziativa, in ordine cronologico, è stata organizzata presso la sede del Distretto 5 di Gaeta in via Salita Cappuccini a Gaeta, finalizzata a denunciare, tra le altre criticità, la progressiva riduzione di personale medico, infermieristico e tecnico “che mette a rischio il funzionamento dei servizi di cure primarie e di assistenza pubblica a tutela del diritto costituzionalmente garantito, in particolar modo i consultori familiari, la medicina specialistica ambulatoriale, compresa l’attività di diagnostica strumentale, l’assistenza domiciliare, nonchè la mancata attuazione di percorsi assistenziali per la presa in carico di pazienti affetti da patologie croniche e le persone fragili”.

A dichiararlo è lo storico coordinatore della Lega Spi della Cgil del Golfo, Franco Meschino che rimarcando come il riuscito e partecipato sit in tenutosi un mese fa nel piazzale antistante l’ospedale “Monsignor Luigi Di Liegro” di Gaeta abbia voluto denunciare anche la mancata attuazione, ad oggi, di un centro di alta diagnostica specialistica presso la sede del Distretto 5. Avrebbero dovuto concretizzare il contenuto del protocollo di intesa, firmato nel 2020 dal Comune di Gaeta e dall’Asl di Latina che “permetterebbe ancora di sostenere – osserva Meschino – l’offerta sanitaria pubblica a tutela della prevenzione e della salute di tutti i cittadini del comprensorio territoriale, ridurrebbe le lunghe liste di attesa ed eviterebbe che i cittadini di continuo debbano ricorrere, con proprie risorse economiche, ai presidi privati per ricevere le costose prestazioni di diagnostica strumentale, utili e necessarie a diagnosticare uno stato di malattia”.

Il sindacato dei pensionati della Cgil evidenzia, intanto, come da circa un anno non risulti essere più operativa presso la sede del Distretto 5 di Gaeta la Ucp( Unità di Cure primarie ) a sede pubblica che, istituita nel 2019 grazie alla disponibilità dei medici di Medicina Generale operanti sul territorio comunale di Gaeta, ha integrato fino luglio 2023 l’attività degli stessi professionisti ( dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 19) in favore dei propri assistiti, presso i locali messi a disposizione dalla direzione dello stesso distretto. L’intento era quello di potenziare in questo modo la tutela sanitaria dei cittadini attraverso un’intensificazione, a livello territoriale, del rapporto medico-paziente.

“Così facendo i pazienti sono stati privati – si rammarica il segretario Meschino – di un servizio dal quale potevano beneficiare dell’assistenza di un medico di medicina generale al di fuori degli orari dello studio principale in modo da poter soddisfare i problemi di salute prevalentemente cronici”.

La campagna di monitoraggio e di sensibilizzazione effettuata dallo Spi Cgil ha, insomma, certificato come queste criticità e carenze abbiano contribuito “notevolmente a rendere disastrosa l’attuale condizione dell’assistenza territoriale nel sud pontino. Che a questa condizione di inefficienza si sia giunti con una precisa volontà se ne deduce dalle scelte della direzione del Distretto 5”. Il sindacato elenca la mancata convocazione – da circa due anni – dell’ufficio di Coordinamento delle Attività Distrettuali (Ucad). Questo importante Organismo distrettuale, previsto dal decreto legislativo numnero 502 /1992 e regolamentato dall’Asl di Latina, ne impone la convocazione almeno ogni due mesi. Questo organismo è composto dai rappresentanti delle diverse figure sanitarie professionali che operano nel Distretto 5, tra i quali i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, quelli di medicina specialistica ambulatoriale ed ha il compito sia di concordare e di verificare la programmazione e l’attuazione delle attività assistenziali sul territorio di competenza che garantire l’equità nell’accesso ai servizi, l’appropriatezza e l’efficacia negli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione, efficienza ed economicità nella produzione e distribuzione di servizi e prestazioni socio-sanitarie.

“Si acquisisce ancora questa inefficienza assistenziale nella cancellazione del Progetto “+ Vita” e, ad oggi, la mancata attivazione di qualsiasi altra iniziativa relativa ad un adeguato ed efficace percorso di cura del paziente cronico (percorsi diagnostici terapeutici assistenziali – Pdta), fornendo un approccio sistematico alla gestione della cronicità che parte dal coinvolgimento diretto del paziente, che insieme ai Medici di Medicina Generale ed all’azienda ASL, “diventa responsabile e soggetto attivo delle azioni volte a “ prendersi cura del proprio stato di salute”.

Lo Spi Cgil del Sud Pontino ritiene che queste criticità rappresentino, tra gli altri, “motivi di un decadimento dell’assistenza sanitaria territoriale, e che queste inadempienze e mancate ottemperanze a dettati di legge debbano essere colmate con provvedimenti ed interventi oramai da ritenersi urgenti e non più procrastinabili”. Il sindacato, come sempre, si dice pronto a contribuire ad “una più ampia e proficua collaborazione finalizzata al raggiungimento di un bene comune, quale la salute dei cittadini” e auspica la costituzione di un organismo di partecipazione delle associazioni, a cui questa Organizzazione Sindacale si rende disponibile a partecipare”.