Itri / Il bilancio di previsione non è stato approvato, Consiglio comunale verso lo scioglimento

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ITRI – Se non è un record, poco ci manca. Dai prossimi giorni il comune di Itri per la terza volta in meno di 9 anni sarà guidato da un commissario Prefettizio. Quando mancavano alcuni minuti alle 16 è stato questo l’esito della drammatica seduta del consiglio comunale al termine della quale il voto sul bilancio di previsione 2024 ha conosciuto un perfetto risultato di parità, 8 voti favorevoli contro altrettanti contrari, e di conseguenza non è risultato approvato come certificato dalla segretaria comunale Marherita Martino.

Questo voto ha reso davvero amaro il ritorno, dopo quasi due mesi, in comune del sindaco Giovanni Agresti che, vittima di un secondo malore alla guida della sua auto, ha dovuto registrare la conclusione anticipata della sua quarta consiliatura a meno di due anni e mezzo dal suo inizio. Un fatto è certo: è stato di cattivo gusto far tornare in comune un menomato sindaco Agresti che, sempre in silenzio e sguardo fisso nel vuoto, avrebbe dovuto con il suo voto personale tentare di salvare il salvabile. E invece la cronaca consiliare ha accelerato la compromessa eutanasia politico amministrativa di un mandato che , iniziato soltanto grazie alla miseria di 80 voti di scarto rispetto allo sconfitto Antonio Fargiorgio, è finito davvero male tra musi lunghi e rapporti personali che dal pomeriggio di lunedì non sono più gli stessi.

“E’ vero – ha detto prima del conclusivo rompete le righe un amareggiato capogruppo consiliare di Forza Italia Andrea Di Biase questa consiliatura forse è iniziata sotto una cattiva stella. Di errori forse ne sono stati fatti e dobbiamo tutti ora fermarci e capire dove abbiamo sbagliato. Sono dispiaciuto perché il progetto presentato all’elettorato nell’autunno 2021 era davvero interessante ed lungimirante“.

E invece, a prescindere dall’argomento insidioso del bilancio di previsione 2024, a ‘picconare’ l’operato e l’attività della Giunta Agresti sin dai primissimi interventi sono stati essenzialmente due: l’ex sindaco Antonio Fargiorgio con la consigliera di “Itri Facciamo Futuro” Vittoria Maggiarra e, soprattutto, l’assessore e consigliere regionale di Fratelli d’Italia Elena Palazzo con il suo capogruppo consiliare Simone di Mascolo.

Quello della Palazzo è stato un attacco frontale “e liberatorio” di un sistema rappresentato a suo dire da Forza Italia. L’assessora Palazzo politicamente è stata costretta e censurare l’operato dell’ex sindaco Agresti che “noi , con i nostri tantissimi voti, eravamo riusciti ad eleggere”. L’ex primo cittadino è stato accusato di aver innanzitutto snaturato la maggioranza uscita vincitrice dalle urne il 3 ed il 4 ottobre 2021. Come? Prima “espellendo” Fdi la scorsa estate dalla Giunta dopo il tentativo fallito di non approvare il 24 luglio 2023 il bilancio di previsione e poi nominando quale suo neo vice l’ex candidato a sindaco del Pd Giuseppe De Santis. Sia Elena Palazzo che Simone Di Mascolo hanno tenuto a sottolineare come non ci sia stata concertazione e divisione sulla proposta di deliberazione riguardante il bilancio 2024: “Eppure – hanno commentato i due esponenti di Fdi – la Giunta l’ha approvato il 29 dicembre 2023″.

“Questa maggioranza ha avuto il tempo necessario a disposizione per riallacciare i fili del discorso ma – ha aggiunto Elena Palazzo – nessuno ha avuto la responsabilità politica di chiedere a Simone di convocare la commissione Lavori Pubblici di cui è presidente. Anzi, l’aberrazione più inverosimle c’è stata quando al consigliere Di Mascolo è stato proposto di visionare il Dup, il docimento unico di programmazione, presso il solito studio tecnico di Itri”. Elena Palazzo superstar è stata dura, parimenti al capogruppo di Itri Facciamo Futuro Antonio Fargiorgio (chissà se nei prossimi mesi potrebbero essere gli azionisti di maggioranza per l’impegnativo dopo Giovanni Agresti), quando ha definito la nomina di De Santis un'”offesa del voto dell’elettorato di questo paese”. Ma l’attacco poltico dell’assessora regionale all’ambiente – e l’ha evidenziato durante il suo intervento alzando non poco la voce – ha affrontato altre tre questioni. Una è inedita.

“I rapporti sono diventati ostili nei miei riguardi quando sono stato l’unica a chiedere un parere di conformità su un diverso inquadramento di una funzionaria comunale – alludendo alla compagna del sindaco Agresti – Ho toccato dei tasti che forse non avrei dovuto. Da quel momento siamo stati messi all’angolo, nonostante tanti riconoscenti elettorali. I nostri assessori sono stati messi fuori e Forza Italia ha ottenuto dal sindaco Agresti l’assessorato ai Lavori Pubblici e tre deleghe importanti, una delle quale riguarda il ciclo dei rifiuti per il quale il comune spende all’anno due milioni e mezzo di euro. Mica poco”. La durissima requisitoria di Palazzo è terminata con un imperativo d’obbligo, “Fermatevi”, e con uno sguardo preoccupante sulla situazione in cui si trovano le piazze di Itri: “Sono diventate zone d’ombra e mi fermo qui”.

L’ex sindaco Fargiorgio nei suoi interventi è stato durissimo quando si è espresso in questi termini: “Il nostro senso di responsabilità è non tradire quei tanti elettori che ci hanno garantito la fiducia nel voto del 2021. Serve cambiare con una netta presa di coscienza. Il nostro auspicio è che oggi inizi una nuova stagione perché questo tirare a campare non serve proprio a nessuno, soprattutto ai nostri concittadini”.

Quello di lunedì è stato forse un importante kappaò tecnico inferto da Fratelli d’Italia a Forza Italia in un comune medio grande come Itri. Le conferme a tal riguardo non arriveranno mai ma gli azzurri avrebbero tentato di bloccare la vendetta di Fratelli d’Italia condizionando anche il comportamento di un rappresentante delle minoranze. Nell’aula consiliare il gruppo di Itri Facciamo Futuro è sempre stato orfano della consigliera Tiziana Ialongo, di area Dem, moglie del presidente del consiglio comunale di Minturno di Forza Italia Massimo Signore.

Alla fine, alle 15.47, i voti contrari contro il bilancio 2024 sono stati quelli dei consiglieri di opposizione Antonio Fargiorgio, Vittoria Maggiarra e Francesco Bedendo, ben quattro di Fratelli d’Italia (Elena Palazzo, Alessia Mancini e Simone Di Mascolo), compreso quello del presidente del consiglio comunale Salvatore Ciccone, cui si è aggiunto, a sorpresa, dai banchi della maggioranza quello dell’ex delegato ai Lavori Pubblici Giuseppe Cece. Anche qui la vendetta politica è un piatto che si consuma sempre freddo.

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