Frosinone / Operazione “Full cash back”, Banca popolare del Frusinate: discussi primi ricorsi al Riesame

Cronaca Frosinone

FROSINONE – Il Tribunale del Riesame si è riservato la decisione mercoledì sull’istanza di revoca o di attenuazione delle diverse misure cautelari presentati da alcuni degli indagati coinvolti nell’inchiesta “Full Cash Back“. Si tratta degli imprenditori Angelo De Santis e Marino Bartoli – gli unici finiti in carcere su ordine del Gip del Tribunale di Frosinone Ida Logoluso – e dei notai romani Roberto Labate – e del figlio Federico, entrambi difesi dagli avvocati Sandro Salera e Paolo Marandola. Se il notaio Labate senior si trova tuttora ai domiciliari, il figlio Federico è libero da alcuni giorni dopo essere stato destinatario del divieto di dimora in provincia di Frosinone.

Anche De Santis e Bartoli, difesi dall’avvocato Angelo Testa, nei loro ricorsi ai Riesame hanno respinto tutti gli addebiti mossi dal sostituto procuratore Adolfo Coletta e l’hanno fatto nei ricorsi approntati dall’avvocato Testa dopo aver risposto alle domande del Gip Logoluso in sede di interrogatorio di garanzia. In quella sede avevano contestato l’accusa della Procura di essere alla testa alla testa di uno dei tre sodalizi in grado di compiere reati come l’intestazione fittizia di beni e danaro, riciclaggio e autoriclaggio nell’ambito della partecipazione alle aste immobiliari grazie al sostegno finanziario fornito loro dalla Banca popolare del Frusinate.

Il Gip del Tribunale di Frosinone Ida Logoluso, intanto, nel pomeriggio di mercoledì ha revocato gli arresti domiciliari che aveva disposto due settimane fa per il dottor Rinaldo Scaccia, nella sua qualità di Amministratore Delegato e Direttore Generale della Banca Popolare del Frusinate. Il provvedimento era uno degli undici emessi nell’ambito dell’inchiesta ‘Full Cash back’ in cui la Procura di Frosinone ipotizza tre diverse associazioni per delinquere, una specializzata nell’alterare il mercato delle aste giudiziarie immobiliari grazie ai fidi concessi in maniera facile dalla Banca Popolare del Frusinate; una nella creazione di fatture di comodo con cui generare falsi crediti fiscali; una nei bonus edilizi di comodo.A Scaccia era stata contestata la partecipazione solo alla prima. Il provvedimento era stato adottato in maniera autonoma dal Gip.

Nei prossimi giorni il caso sarà stato vagliato dinanzi al Tribunale del Riesame, al quale il professor Pierpaolo Dell’Anno nella sua veste di difensore di Scaccia, ha già inviato la documentazione con cui dimostrare che tutti i prestiti oggetto d’indagine sono stati vagliati dagli ispettori di Bankitalia senza rilevare irregolarità e sono coperti da adeguate garanzie. All’indagato è stato imposto il divieto di tornare in banca. Nei giorni scorsi, al fine di agevolare le indagini, Scaccia si era dimesso da tutti gli incarichi.