FORMIA – Innovativo nella sua apprezzata attività di avvocato amministrativista e testardamente popolare che per via del suo nomignolo legato al mare non ha mai voluto abiurare quasi a diventare un brand. La politica e l’avvocatura della provincia di Latina in queste ore sono in lutto per la prematura scomparsa di Aldo Scipione, l’avvocato ma anche il più volte consigliere al comune di Formia, consigliere e assessore alla Provincia che ha cessato di vivere nella notte tra lunedì e martedì all’età di 84 anni presso la sua abitazione di via Solaro nel marinaro rione di Mola. Quella che ha colpito la politica e l’attività forense di Formia e dell’intera provincia pontina è davvero una perdita importante.
L’avvocato Scipione stava cercando di affrontare una convalescenza che si è rilevata più complicata del previsto dopo essere stato sottoposto ad un programmato intervento chirurgico presso il Policlinico Agostino Gemelli. “L’ho visto lunedì pomeriggio seduto in poltrona che guardava la tv – ha commentato l’avvocato Luca Scipione, figlio d’arte in tutto dalla professione alla politica – Sapevo che aveva una gran voglia di tornare a studio. Vi mancava da quest’estate ma incrociando il suo sguardo gli ho garantito che questo suo desiderio l’avrebbe ben presto esaudito. E invece…” .
Per un beffardo scherzo del destino il compianto avvocato Scipione aveva un altro appuntamento da onorare. E che appuntamento. Il presidente dell’ordine provinciale degli avvocati Giovanni Lauretti aveva convocato l’amministrativista formiano ed il penalista di Latina Angelo Palmieri – insomma due colonne dell’avvocatura pontina nel secondo dopo guerra – a ritirare la toga d’oro, il riconoscimento che spetta per diritto (e gratitudine) a quei legali che superano il mezzo secolo di iscrizione presso l’ordine provinciale degli avvocati.
“Sono davvero addolorato – ha commentato il presidente Lauretti – Ci ha lasciato un collega, un pioniere che è stato tra i primi ad avventurarsi in questo territorio nella giustizia amministrativa. L’ha fatto con altissima professionalità, preparazione e senso civico nei confronti di tantissimi cittadini che in mezzo secolo di attività forense si sono sentiti defraudati, penalizzati dalla pubblicazione amministrazione. Grazie all’avvocato Scipione è stata scoperta in questa provincia la terza magistratura, quella amministrativa, e grazie a lui torti che sembravano essere insanabili sono diventate ragioni da parte di cittadini comuni della strada”.
Non lo si saprà mai, ma molti hanno sempre intravvisto un legame tra l’attività legale e quella politica svolta dall’avvocato Aldo
Scipione. L’anno crocevia per la sua vita potrebbe essere stato il 1970: nasceva il suo unico figlio Luca ma il 7 giugno veniva eletto anche per la prima volta consigliere comunale a Formia. Naturalmente venne eletto nel partito-Stato allora esistente nella città, la Democrazia Cristiana, ed il suo padrino, politico ma anche in occasione del ricevimento del sacramento della Cresima, fu Tommaso Parasmo. Guidava la componente Morotea che all’epoca (non era sceso dalla Frazione di Maranola un giovane motociclista e sindacalista della Cisl che si chiamava Michele Forte) non aveva avversari all’interno della pancia della balena bianca cittadina.
A credere in quel giovane e brillante legale non fu solo Parasmo ma anche il neo sindaco di allora ( e collega avvocato) che guidò poi la città dal 9 luglio al 12 agosto 1975. Tonino Ferrone scelse l’appena eletto consigliere comunale quale neo assessore all’urbanistica, turismo, spettacolo e sport. Non fu un’esperienza amministrativa facile in quanto il boom edilizio – nel quartiere di San Pietro ed in quello di levante di Gianola e S.Janni – dovette essere disciplinato da un piano di fabbricazione piuttosto che da un vero piano regolatore generale che, adottato da un commissario regionale ad acta, entrò in vigore nel 1980.
La seconda elezione al consiglio comunale avvenne il 15 luglio 1975, diventò sindaco di Formia il “maestro” Tommaso Parasmo che scelse per il suo allievo un ruolo più politico, di capogruppo della Dc. Toccò all’avvocato Scipione il drammatico ruolo di commemorare nel maggio 1978 in consiglio comunale (all’epoca si svolgeva presso la biblioteca “Filippo Testa”) il presidente nazionale della Dc Aldo Moro trucidato dalle Brigate Rosse dopo 55 giorni di prigionia nel “Tribunale del popolo”.
Se la terza ed ultima elezione di Aldo Scipione nel consiglio comunale avvenne alle amministrative dell’8 giugno 1980 (che confermò Parasmo nel ruolo di sindaco), quel voto permise all’avvocato formiano di spiccare il volo presso l’amministrazione Provinciale di Latina. E a svolgere un ruolo determinante fu l’allora sindaco del comune capuologo (e futuro consigliere regionale) Nino Corona che permise a Scipione di ottenere il secondo ruolo esecutivo nella sua carriera politica. L’amministrazione provinciale di Latina era retta da un socialista di Itri, Giovanni Ialongo, che, di grandissima stesura politico-amministrativa, scelse l’avvocato di Mola quale suo neo assessore alle finanze al posto di quello che dì a qualche anno avrebbe guidato la Dc pontina, Federico Fauttilli.
Il ritrovamento della Renault 4 rossa in via Caetani costituì l’inizio della messa in liquidazione della componente Morotea della Dc in
provincia di Latina che, osteggiata all’interno da quella di Base, venne ridimensionata dall’andreottismo double face di due senatori, Mario Costa e Guido Bernardi. Aldo Scipione dovette rifugiarsi nell’anima Fanfaniana della Dc – la stessa che su input di Aldo Moro nei primi anni sessanta diede vita al primo governo di centrosinistra in Italia con il Psi Nenniano – ma capì in maniera intelligente che ormai brillava di luce autonoma quel giovane “sfascia motociclette” proveniente da Maranola: Michele Forte.
Quella Dc era capace di mantenere in vita un sindaco con un periodo medio di un anno, Piazza del Gesù (segreteria Ciriaco De Mita) commissariò il partito formiano con il deputato lucano Angelo Sanzo ma i voti ed il movimentismo andreottiano di Michele Forte (eletto per la prima volta sindaco per un anno nel 1984) misero una parola fine alla carriera di Scipione che, tornò in via Costa alle amministrative del 1990, ma ormai al potere c’era un’altra classe dirigente, diversa dalla sua sul piano politico e soprattutto culturale.
L’avvocato Scipione da quel momento decise di fare a tempo pieno l’avvocato nel suo mitologico studio via Marziale. Vi avrebbe voluto tornare fisicamente ma il suo spirito (e le sue sigarette) vi aleggiano sempre. I funerali dell’avvocato Aldo Scpione si svolgeranno mercoledì 20 dicembre, alle ore 10.30, presso la chiesa dei Santi Lorenzo e Giovanni Battista, naturalmente nel rione di Mola.
Alla moglie, al figlio Luca, alla nuora Serena e all’adorato nipotino Aldo giungano le più affettuose condoglianze della nostra redazione.