Indennità di disoccupazione: cosa fare se l’INPS chiede il rimborso

E’ una delle prerogative dell’INPS quella di effettuare accertamenti sulle prestazioni erogate. Ecco come comportarsi in caso di richiesta di chiarimenti per l’indennità di disoccupazione

Alla stregua di quanto avviene per l’Agenzia delle Entrate anche l’INPS effettua controlli periodici sulle prestazioni erogate, invitando i beneficiari a fornire i chiarimenti necessari per i quali è scaturito l’accertamento.

foglio di carta intestata INPS con vicino una penna e una banconota
Indennità di disoccupazione: cosa fare se l’INPS chiede il rimborso – temporeale.info

Non sono rari i casi di coloro che ricevano una comunicazione dell’INPS, anche a distanza di anni, con la richiesta della restituzione di somme non dovute su pensioni, bonus statali, assegno di inclusioni e altri sussidi gestiti dall’ente previdenziale. Gli accertamenti scaturiscono dall’incrocio dei dati in possesso dell’ente e quelli che i beneficiari devono effettivamente possedere per usufruire delle varie prestazioni.

Essenzialmente se c’è discrepanza (è questo il caso dei sussidi pagati per fasce di reddito) o la documentazione prevista non è stata inoltrata (si pensi alla dichiarazione dei redditi da inoltrare ogni anno per chi percepisce l’assegno sociale), l’INPS può procedere alla richiesta di quanto erroneamente pagato oppure, nel caso contrario, al rimborso di arretrati per calcoli errati.

Controlli dell’INPS sull’indennità di disoccupazione, come comportarsi in caso di accertamenti

Tra le prestazioni sulle quali l’INPS effettua controlli c’è anche la NASPI ovvero l’indennità che spetta a chi perde il lavoro involontariamente. Il sussidio di disoccupazione viene calcolato sulla base delle settimane lavorate dai lavoratori a contratto ed è erogato fino a due anni con importi decrescenti. Nel momento in cui il beneficiario trova un nuovo lavoro, quest’ultimo deve comunicare immediatamente l’avvenuta assunzione all’INPS che sospende subito la NASPI.

Non sempre però il percettore della NASPI agisce tempestivamente. Non sono affatto inconsueti i casi di coloro che trovano un nuovo impiego e continuano a percepire l’indennità fino al termine. Vi sono poi situazioni ancora più gravi che si riferiscono a coloro che ottengono la NASPI attraverso attestazione non veritiere. In entrambi i casi, l’INPS può procedere all’accertamento e alla richiesta di rimborso delle somme indebitamente percepite.

una persona davanti al pc
Controlli dell’INPS sull’indennità di disoccupazione, come comportarsi in caso di accertamenti – temporeale.info (Foto Ansa)

Chi riceve una notifica per i motivi sopra citati ma anche per altre fattispecie di controllo deve anzitutto controllare la correttezza delle informazioni riportate nonché degli importi eventualmente da restituire. In questa fase, è opportuno rivolgersi al proprio consulente personale o un CAF/Patronato. Se si ritiene che la pretesa dell’INPS sia ingiustificata si può impugnare la notifica e presentare ricorso amministrativo entro 90 giorni, seguendo le indicazioni fornite dall’ente stesso. L’opposizione può essere inoltrata tramite il supporto di un avvocato o di un patronato/CAF che vi aggiornerà anche sullo stato della pratica.

Se ritiene che richiesta dell’INPS sia lecita, si può evitare il contenzioso e chiedere all’ente una rateizzazione dell’importo. La concessione di questa possibilità non è automatica e viene valutata dall’INPS caso per caso. Rateizzazione o meno, se il debitore non impugna l’accertamento e non restituisce quanto dovuto, l’INPS può procedere a strumenti di recupero coattivo, ricorrendo all’autorità giudiziaria. Quest’ultima può essere sollecitata a intervenire dall’ente nel caso di dichiarazioni non veritiere dalle quali è scaturita l’erogazione dell’indennità.

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